Stay hungry, stay foolish, stay liberi

Stay hungry, stay foolish, stay liberi

 

Forse la parola chiave èunderdog, una delle poche inglesi pronunciata dalla presidente del ConsiglioGiorgia Meloninel suo primo discorso ieri da premier alla Camera dei Deputati. Donna, non benestante, orfana di padre, proveniente da un’area politica marginale, rappresentava oggettivamente una persona sfavorita. Che, tuttavia, è divenuta presidente del Consiglio. La sua biografia già la rende molto più rappresentativa del nostro Paese – fatto di milioni di underdogs – rispetto all’ennesimo premier calato dall’alto, oppure proveniente da un ceto sociale favorito. E pure da un genere favorito. Ma c’è una seconda ragione del perché Giorgia Meloni ieri alla Camera ha potuto fare un discorso da premier realmente rappresentativa dell’Italia: perché votata dalla maggioranza di coloro che sono andati alle urne. Sembra un’ovvietà, non lo è affatto in un Paese dove da molti anni non c’è un governo scelto dagli elettori, pur non essendo l’Italia una repubblica presidenziale. Lei ha saputo aspettare, senza cedere alle lusinghe del potere in norme di una vaga “responsabilità” che nel Paese nessuno ha capito. O nel nome di emergenze che sempre comunque sussistono. Il peso dei temi sociali La destra sociale, quella attenta alla difesa dei marginali, dei lavoratori poveri, delle famiglie povere è stata al centro del discorso di Meloni. Che ha ricordato lapovertà dilagante,la bomba sociale che presto scoppierà sulle pensioni dei giovani – tema dimenticato da tutti – che ha parlato di lavoratori autonomi e del dovere di aiutarli: categoria invece completamente dimenticata dagli ultimi governi, capaci unicamente di pensare ai lavoratori in termini di dipendenti. Ha parlato diincidenti sul lavoroe dimorti nelle carceri,deiNeetche abbandonano la scuola, delle famiglie che non ce la fanno. A tutte queste categorie ha promesso protezione e aiuto, presenza dello stato, così come ha promesso asili nidi gratuiti – fino alla chiusura degli uffici e dei negozi – per aiutare l’occupazione femminile.Un impegno importante, e che ha reso il discorso della nuova premier molto meno freddo di tanti suoi predecessori. I contenuti del discorso sono stati, ovviamente, contenuti di destra. Ma, ricordando Vittorio Foa, sono parsi quelli di una destra finalmente normale. Meloni si è inserita subito del quadro istituzionale,ha promesso di rispettare tutti gli impegni europei.Sul reddito di cittadinanza ha detto che nulla verrà tolto a chi non può lavorare, sottolineando la differenza tra welfare e politiche attive del lavoro. Suimigrantila sua posizione è stata dura, con il blocco delle partenze illegali – a ogni costo – e l’integrazione di chi ha diritto di asilo e chi no. Distinzione scivolosa, sappiamo, in tempi dove i migranti partono anche per fame e cambiamenti climatici. E comunque spesso le vie legali per entrare non esistono per nessuno. Anche se Meloni ha parlato di un serio impegno ad aiutare chi è costretto a partire a non farlo, meno rozzo del banale “aiutiamoli a casa loro” e puntato invece anche a sottolineare la sofferenza di chi deve distaccarsi dalle sue radici per andare via. Un tema drammatico, sul quale non sono ammesse promesse non mantenute, visto il costo di vite umane e le tragedie che porta con sé. La consapevolezza della tempesta in cui siamo Ovviamente non sono mancate note ideologiche, come quando, a esempio, ha parlato dellagestione del Covid, sbagliata perché a fronte di misure di limitazione della libertà i morti sono stati moltissimi, quando è evidente che i decessi in Italia non sono stati causati da vaccini e misure sbagliate quanto dall’età molto elevata degli italiani e dalle loro cattive condizioni di salute. Ma in generale l’ideologia non ha prevalso. In generale, il discorso di Giorgia Meloni è stato attraversato dallaconsapevolezza della situazione drammaticain cui siamo, della “tempesta” in cui ci troviamo. Parlando della complessità e delle difficoltà, spesso si è avvertita una partecipazione emotiva forte, che di fatto ha reso le sue parole credibili. Meloni ha anche lanciato un messaggio chiaro: se impegno primario è aiutare le famiglie sul caro bollette, altre scelte andranno rinviate. La destra sociale ha prevalso, questo almeno è apparso, sul liberismo della flat tax e delle mani libere. Fortunatamente, nel discorso di Giorgia Melonil’ambiente non è stato del tutto negletto. La neopremier ha parlato di importanza dellerinnovabiliproprio ai fini di quella sovranità energetica che pure intende cercare con nuove trivellazioni. Deleterie queste ultime, ma corretto invece il concetto di autonomia energetica, anche contrastando i tanti divieti messi da sovrintendenze e ministero della cultura e che stanno davvero frenando la transizione ecologica. Ha parlato anche di cambiamento climatico, ha ricordato l’alluvione delle Marche e le sue vittime, infine ha chiamato in causa – citando il filosofo Scruton e la sua visione “conservatrice” dell’ambiente – la passione per i temi ambientali dei giovani e promesso di rispettarla e condividerla. E forse per la prima voltail suo discorso è stato un discorso rivolto ai giovanima soprattutto da loro comprensibile: sia per la sua relativamente giovane età, sia per le parole chiave utilizzate. E per la necessità ribadita di un dialogo intergenerazionale, che davvero serve all’Italia forse più di ogni altra cosa. Un patriottismo “buono”? Forse tuttavia ciò che più ha colpito del discorso della premier è non solo una sincera passione che ha permeato ogni ragionamento. Ma, anche, il tentativo di rilanciare con forza il peso del nostro Paese e persino il suo orgoglio. Non si è trattato, però, di un discorso retorico e vuoto, ma fatto – questo è trapelato – con sincera convinzione. In fondo, perché del nostro Paese non possiamo andare fieri? Davvero ilpatriottismo, un patriottismo che sia pienamente antifascista, come peraltro detto dalla stessa Meloni, è solo una cosa di destra? Davvero è da disprezzare un discorso che, in definitiva, ha avuto come scopo risollevare la profonda depressione in cui siamo caduti e invitare tutti aprendere parte al cambiamento? Un discorso in cui il posto centrale, in questo Giorgia Meloni ricorda la destra raccontata dai teorici politici come George Lakoff, lo hanno avuto le emozioni, quelle emozioni che la sinistra è cronicamente incapace di destare, senza peraltro neanche essere capace poi di agire ragionevolmente, visti i conflitti di interesse e quel fare oligarchico che Meloni ha avuto buon gioco a criticare. Perché Meloni (forse) è destinata a fallire È ovvio che il discorso di insediamento da premier è sempre un discorso teorico. Mario Draghi, per esempio, fece un discorso di insediamento, bellissimo, in gran parte all’insegna dell’importanza di contrastare la crisi climatica, salvo poi rimettere tutto nelle mani di Cingolani. Con i risultati che sappiamo.È possibile dunque che anche quanto detto oggi da Meloni difficilmente potrà essere attuato,anzitutto perché le persone di cui si circonda e che ha nominato ministri sono spesso persone profondamente inadeguate, oppure provenienti appunto da quei ceti ricchi e pieni di conflitti di interesse che lei ha ampiamente criticato. È probabile che Giorgia Meloni sia destinata a fallire. E che quanto prospettato, un piano di azione intelligente, pragmatico e pieno delle giuste emozioni, non sarà attuato se non in minima parte. E no, il problema non sarà la 194, o il riferimento alle radici giudaico-cristiane, come Meloni infatti ha sottolineato, ma proprio l’assenza di una classe dirigente che le assomigli. Che dunque siameno maschile, meno anziana, meno abituata ad avere potere. Alle sue spalle oggi non vediamo giovani emergenti, ma i vecchi dirigenti di partito del berlusconismo di anni fa che tenterà in tutti i modi quell’ “assalto alla diligenza”, pratico e culturale, che non sappiamo se Meloni riuscirà a fermare. Possiamo quanto meno sperare, questo sì, che si dimetterà se vedrà che non riuscirà a raggiungere gli obiettivi che si è data. Tuttavia, il discorso di ieri è stato il meglio di quanto poteva dare. E anche il meglio, dal punto di vista culturale, di quanto una destra poteva riservarci.È stato undiscorsocoerente con i suoi valori di destra.E che conteneva una visione umana e politica. Questo grazie alla sua ferrea determinazione, al suo carattere, alla sua passione. E, certamente, al suo essere donna. La sinistra è pregata di prendere appunti.