Quali sono le Tech Cities italiane?

Buone notizie per iprofessionisti dell’innovazione: hannostipendi al di sopra della media nazionalee sono piuttosto ambiti sul mercato, tanto da potercontrattare le condizioni d’assunzione. Per esempio, il ricorso allosmart working, che se escluso a priori dal datore di lavoro, è spesso causa di rinuncia da parte dei candidati, che decidono di orientarsi su altre proposte. Ma quanto guadagnano questi nuovi professionisti? Quali sono le città più tecnologiche d’Italia? Qual è la figura professionale più ricercata nel settore? A tutte le possibili domande in merito risponde ilreport “Tech Cities” condotto da Experis ManpowerGroupsulleprofessioni IT. Il 59% degli annunci di ricerca per professionisti del tech in Italia si concentra in 10 cittàdove il settore tecnologico è fiorente:Milano, Padova, Torino, Roma, Bari, Napoli, Bologna, Udine, Verona e Catania.Milano si colloca saldamente sul primo gradino del podio con il 24% degli annunci nazionali del settore, seguito da Roma con il 16%. Al terzo posto troviamo Torino col 5%, seguita da Napoli col 4%. Tra Nord e Sud persiste un pay gapnotevole:se a Milano si viaggia sui 59.000 euro, a Catania scende a 42.100. Le città che pagano di più le professioni IT, dopo Milano, sono Bologna e Padova, che superano di poco i 50.000 euro. In leggero svantaggio Roma e Verona che si fermano sulla soglia dei 50.000 euro. Poi, Udine e Torino con 48.500 euro. A chiudere Bari (45.700 euro), Napoli (44.000 euro) e infine Catania (42.100 euro). In quest’otticail lavoro da remoto potrebbe contribuire a ridurre il divario salarialetra Settentrione e Meridione. Tra le varie figure professionali, la più ricercata è quella diSap Manager/Specialist(che si occupa di implementare, personalizzare e gestire i software Sap) seguita daSecurity Researcher(ruolo con forti competenze di Cyber Security e di sviluppo software). Al terzo gradino del podio ilCto – Chief technology officer(che seleziona e propone al Consiglio di Amministrazione e al Ceo le migliori soluzioni tecnologiche e i servizi da adottare per la competitività dell’azienda sul mercato). Si tratta di professioni che racchiudono competenze ibride, da quelletecnologiche e digitalia quelle digestione del team e management. Grande rilevanza viene attribuita allaflessibilitàe allapossibilità di lavorare da remoto, anche al 100%. Nella quasi totalità dei casi, già nelle fasi di primo contatto con il candidato, la principale richiesta è la possibilità di non lavorare in presenza 5 giorni su 5, a prescindere dal brand e dalla forza economica e di mercato dell’azienda. Una flessibilità su tutta la linea, richiesta non solo rispetto alla sede del lavoro, ma anche riguardo a orari e giorni lavorativi. In generale il settore è destinato a crescere esponenzialmente nei prossimi anni. Le aziende infatti prevedono addirittura, secondo Experis, unacrescita delle assunzioni del +14% per l’ultimo trimestre dell’anno.