Dov’è finita Elnaz Rekabi?

Dov’è finita Elnaz Rekabi?

 

Ha scrutato la parete grigia per qualche secondo, poi si è appesa alla sporgenza gialla e ha iniziato a scalare. Ma,per la prima voltain una competizione, Elnaz Rekabil’ha fatto senza l’hijab, mostrando la sua chioma di capelli scuri raccolta in una coda di cavallo. Il suo gestoha fatto il giro del mondoe non è passato inosservato né alla Repubblica islamica né a chi protesta da settimane contro il regime di Teheran. Per questo i suoi familiari si sono preoccupati quando, lunedì, hanno perso le sue tracce: l’ultima volta che l’avevano sentita, aveva detto di essere con un funzionario iraniano. Ma stamattina, dopo ore di silenzio, si è fatta viva su Instagram. Ha pubblicatouna storiasul suo profilo personale intorno alle 10 (ora italiana): con un breve testo in lingua persiana, bianco su sfondo nero, la campionessa classe 1989si è scusata “per le preoccupazioni che ho causato”, ha spiegato in poche righe che il problema con il suo hijab sarebbe avvenuto “non intenzionalmente” e ha detto che tornerà in Iran con la sua squadra “come prestabilito”. Queste parole confermerebberoquanto dichiaratodall’Ambasciata iraniana a Seul: “La signora Elnaz Rekabi ha lasciato Seul per l’Iran la mattina di martedì 18 ottobre, dopo la fine della competizione di arrampicata su roccia del Campionato asiatico che l’ha vista conquistare il quarto posto. L’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran in Corea del Sudnega con forza tutte le notizie false, le bugie e le informazioni erratesulla signora Elnaz Rekabi”. Ma le preoccupazioni rimangono. La legge iraniana impone alle atlete diindossare l’hijabdurante gli eventi sportivi e la regola vale anche al di fuori dell’Iran quando le donne rappresentano ufficialmente il paese all’estero.Bbc Persian, il canale televisivo britannico che trasmette in persiano e ha dato per primo la notizia della scomparsa di Rekabi,teme che possa essere portata in prigione al suorientroin Iran. E non in un carcere qualsiasi, ma in quello diEvin, dedicato ai prigionieri politici, lo stesso in cui è detenutaAlessia Piperno, la trentenne romana arrestata a Teheran il 28 settembre.Lo ha rivelatoancheIranWire, il sito d’informazione gestito da giornalisti dissidenti iraniani.Secondo l’emittente televisiva in lingua persianacon sede a LondraIran International,il volo di ritorno sarebbe già arrivato a Doha, in Qatar, e atterrerà all’aeroporto Khomeini di Tehran stanotte, intorno alle 3:40. Ieri, 17 ottobre, l’emittente britannica ha riferito che erano staticonfiscati sia il passaporto che il cellularedella campionessa. Dopo aver contattato il Garden Seul Hotel, dove alloggiava insieme alla squadra,Bbc Persianha appreso che l’intera squadra aveva lasciato la Corea del Sud con un giorno di anticipo: secondo il programma il ritorno era previsto per mercoledì. Elnaz Rekabi è diventata in poche ore un altro simbolo delle proteste che infuocano l’Iran dal 13 settembre, giorno in cui la ventiduenneMahsa Aminiè stata arrestata dalla polizia morale per non aver indossato correttamente il velo e poi è morta dopo tre giorni di coma. Ufficialmente, secondoil rapporto pubblicato dalla Commissione parlamentarela settimana scorsa, Amininon è stata oggettodi alcun tipo di percossedurante la detenzionee “coloro che hanno fatto commenti frettolosi sulla sua morte e fatto il gioco dei rivoltosi saranno perseguiti”. Rekabi, come Amini, rischia gravi ripercussioni per aver deciso di non indossare l’hijab. Gli attivisti e gli utenti social stanno acclamando il suo gesto di sfida, alcuni stanno anche organizzando un grande raduno per darle il benvenuto. L’anno scorso Rekabi era statala prima donna iraniana a vincere una medaglia ai Mondiali di arrampicata. In un’intervista a Euronews, nel 2016, aveva parlato delle difficoltà di indossare il velo durante le gare: «L’hijab è molto fastidioso quando fa caldo. […] Ma abbiamo fatto del nostro meglio per trovare vestiti con l’hijab adatti a questo sport».