Cina: Xi Jinping mette in guardia Taiwan

Cina: Xi Jinping mette in guardia Taiwan

 

«Risolvere la questione di Taiwan èun affare del popolo cinesee spetta al popolo cinese decidere». Nel suo intervento di apertura al XXCongresso nazionale del Partito Comunista cinese, il presidente Xi Jinping manda un messaggio chiaro agliStati Unitie ribadisce che «la riunificazione completa della nostra madrepatria deve essere realizzata e sarà sicuramente realizzata». E aggiunge: «Insistiamo sulla prospettiva di una riunificazione pacifica con la massima sincerità e i nostri migliori sforzi, ma noinon prometteremo mai di rinunciare all’uso della forzae ci riserveremo di prendere tutte le misure necessarie». La replica diTaipeiperò non si è fatta attendere. «La sovranità territoriale, la democrazia e la libertà non possono essere compromesse», ha dichiarato in una nota il portavoce dell’Ufficio presidenziale della Repubblica di Cina, il nome ufficiale dell’isola. Ribadendo che «il confronto militare non deve essere un’opzioneper i due lati dello Stretto di Taiwan». Il rapporto tra la Cina e Taiwan, in crisi dalla formazione dell’attuale assetto dello Stato insulare nel 1949, si è incrinato ad agosto in seguito allavisitaa Formosa della speaker della Camera degli Stati UnitiNancy Pelosi– seguita nel giro di pochi giorni da una delegazione del Congresso Usa – che ha provocato immediateesercitazioni militaridimostrative da parte di Pechino. Pur essendo un Paese con una superficie inferiore alla Svizzera per circa 23 milioni di abitanti, Taiwan è la 21esimaeconomiadel mondo anche grazie all’industria deimicrochip, che la vede al primo posto con circa il64% della produzione globale di semiconduttorie il 92% dei semiconduttori avanzati. «Continueremo a mantenere i vantaggi e la capacità di Taiwan nei processi di produzione disemiconduttori all’avanguardiae contribuiremo a ottimizzare la ristrutturazione mondiale della catena di approvvigionamento dei semiconduttori», ha riferito il 10 ottobre la Presidente della Repubblica di CinaTsai Ing-wen. Tasai ha respinto il modello di autonomia “un Paese, due sistemi” proposto da Pechino sulla scorta di quello già adottato a Macao eHong Kong– che nella parole pronunciate da Xisarebbe«passata dal caos alla stabilità»–, e sta inoltre provvedendo a intensificare l’apparato di difesa militare dell’isola contro eventuali aggressioni esterne. Secondo il portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning, però,Taiwan «non ha un presidente e non è un Paese indipendente». «Siamo disposti a creare un ampio spazio per la riunificazione pacifica, ma non lasceremo mai spazio all’indipendenza di Taiwan e alle attività di secessione», haaffermatoil portavoce. Durante il discorso inaugurale del Congresso, che si concluderà il 22 ottobre e dovrebbe confermare Xi per uno storicoterzo mandatoalla guida del Partito, il segretario ha inoltre ribadito l’importanza dellalotta alla corruzione– ovvero al dissenso, secondo gli osservatori occidentali – contro “gravi pericoli latenti all’interno del partito, lo Stato e l’esercito”. Nei suoi 10 anni di segreteria, ha ricordato Xi, ilPilcinese è salito da 54.000 a 114.000 miliardi di yuan (circa 16.000 miliardi di dollari), pesando per il 18,5% dell’economia mondiale (+7,2%). La scommessa del prossimo futuro, sostiene il segretario, si giocherà suhi-tech e innovazione tecnologica. Il Congresso, che si tiene ogni 5 anni, arriva in una congiuntura storica delicata per la Cina. I ripetuti blocchi imposti dallepolitiche zero-Covid, infatti, hanno avutoripercussionidrammatiche sulle finanze del Paese, indebolito anche dalla crisi del settoreimmobiliare, che rappresenta il 30% dell’economia cinese. Il Paese aveva fissato l’obiettivo di crescitadel Pil nel 2022 al 5,5% – una percentuale che avrebbe segnato il dato peggiore degli ultimi 30 anni – ma a settembre laBanca mondialeharivistoal ribasso le previsioni della seconda economia al mondo, stimando il Pil al 2,8% contro l’8,1% del 2021, sebbene sia prevista una crescita del 4,5% nel 2023.