La 2 giorni “calda” della politica

La 2 giorni “calda” della politica

 

«Domani al sorgere del sole ci sarà l’accordo». Il pomeriggio prima delle votazioni, il deputato forzista Giorgio Mulè non riusciva a contenerel’ottimismo. Anzi prometteva suLa7«a quei milioni di italiani che ci guardano» che per la maggioranza la prova dell’elezione dei presidenti di Camera e Senato sarebbe filata liscia come l’olio. Alla fine un vero accordo all’interno del centrodestra non si è mai trovato. In compenso si sono trovati i2 presidenti,quasi per caso (l’elezione di Ignazio La Russa al Senato è avvenuta con i voti di senatori dell’opposizione e senza quelli dei riottosi alleati forzisti). Ripercorriamo quindi questa pazza 2 giorni di voto. Cosa è successo in Senato? Le indicazioni all’inizio di mercoledì erano chiare: la maggioranza sarebbe andata compatta suIgnazio La Russa(75 anni, FdI) al Senato e su un leghista – in pole c’era Riccardo Molinari – alla Camera; le opposizioni avrebbero invece votato scheda bianca. I primi fuori programma arrivano già all’ingresso in aula: il deputato dem Stefano Graziano, eletto in Campania, arriva a Montecitorio con una auto elettrica mentre il suo collega di Sinistra italiana Aboubakar Soumahoro si presenta indossando un paio di stivali da lavoro sporchi di fango dicendo «È un simbolo delle sofferenze e speranza del Paese reale, in memoria di chi è morto di lavoro, chi è discriminato e chi ha fame». A parole nessuno ha paura a entrare. Neanche il virologo Andrea Crisanti, noto per la sua attenzione al contagio da Covid, che ai microfoni diUn giorno da pecoradichiara: «Vado al Senato senza mascherina, se devo prendere il virus lo prenderò». Sintomo che la politica cambia tutti. Ma non i suoi schemi. E così quella che doveva essere un’elezione “veloce” come promesso dalla leader di FdIGiorgia Meloni,si trasforma subito in un pantano: Forza Italia blocca La Russa. Il leader Silvio Berlusconi viene addirittura ripreso mentre in Senato sbatte i pugni sul tavolo davanti al candidato di FdI. La Lega dal canto suo alla Camera non può sorridere: le quotazioni di Riccardo Molinari come presidente di Montecitorio scendono. L’accordo manca. Il motivo è principalmente la rivolta di Forza Italia che vorrebbe inserire Licia Ronzulli nel governo, ma si trova la strada sbarrata da FdI. Inizialmente l’indicazione data ai forzisti è quella di non votare. Poi Berlusconi ci ripensa edecidedi votare. Ma lo segue solo l’ex presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati. Sembra tutto da rimandare a domani. Ma ecco che dalle urne esce un risultato clamoroso: circa20 senatori dell’opposizione hanno votato in segreto La Russache ottiene 116 voti. L’ex ministro della Difesa viene così eletto senza i voti compatti della sua maggioranza. «Ringrazio chi mi ha votato dall’opposizione», sono le sue prime parole. Ma da questo schieramento sono in pochi a potersi rivelare. Tutti i partiti negano. «Non siamo stati noi», è il mantra che arriva da Italia viva, Azione, Movimento cinque stelle e Partito democratico. Berlusconi ringrazia a modo suo: «Sapevamo che Renzi avrebbe votato La Russa». Si arriva a calcolare il tempo di permanenza nel seggio per capire chi possa aver tradito le indicazioni dei partiti. Ma il cronometro non basta a sciogliere i dubbi. Così l’unico discorso che mette tutti d’accordo è quello diLiliana Segreche da presidente del Senato prima dell’elezione di La Russa ricorda l’importanza del «25 aprile come festa di tutti gli italiani». Cosa è successo alla Camera? Per sbloccare la situazione allaCamerail centrodestra ha invece dovuto aspettare oggi. La maggioranza ha votato compatta il leghistaLorenzo Fontana,42 anni, già ministro del Governo Conte I e considerato uno dei fedelissimi di Matteo Salvini. Risultato finale: 222 voti per Fontana, 77 per Cecilia Guerra (Pd), 52 per Federico Cafiero de Raho (voluto dai Cinque Stelle) e 22 per Matteo Richetti (Italia viva e Azione). Nel suodiscorsodi insediamento Fontana ha tenuto a ringraziare «Il papa e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella» e a ricordare che «la grandezza dell’Italia sta nelle diversità». Parole che non hanno convinto Enrico Letta: il segretario del Pd ha definito l’elezione di Fontana «uno sfregio all’Italia» e sia i dem sia i Cinque stelle hanno deciso di non presenziare al brindisi di consuetudine con il neo presidente. All’evento ha invece partecipato il Terzo polo che però con Ettore Rosato (Iv) ha fatto sapere di essere «saldamente all’opposizione». Ma anche da Forza Italia non mancano i dubbi. «Vigileremo sull’operato di Fontana», fa sapere Giorgio Mulè. E nel frattempo arriva una foto che di certo non placa gli animi all’interno della maggioranza. Si tratta di un foglio con degli appunti di Berlusconi in cui il leader di FI avrebbe scritto “incompetente e arrogante” all’indirizzo di Giorgia Meloni. Il prossimo passo per il centrodestra sarà ora quelloformare il governo. La giostra è appena partita.