M. Gli ultimi giorni dell’Europa

M. Gli ultimi giorni dell’Europa

 

Italia, 3 maggio 1938: “Tre convogli speciali provenienti dallaGermaniasono entrati in orario nella stazione di Roma Ostiense, costruita apposta per ricevere con massima pompa i barbari calati dal Nord di fronte alla Porta San Paolo. È una stazione grandiosa, magniloquente, monumentale, una stazione di carta pesta”. Con queste parole viene descritto l’inizio della visita ufficiale diAdolf Hitlere dei maggiori gerarchi nazisti nel primo capitolo del nuovo libro di Antonio ScuratiM. Gli ultimi giorni dell’Europaedito da Bompiani, terzo romanzo dedicato alla storia del fascismo. Dopo aver narrato nelle due precedenti opere l’ascesa della dittatura e il consolidamento del regime mussoliniano, Scurati ci porta dentro il cruciale triennio 1938-1940 con l’abbraccio mortale fra i due totalitarismi e la discesa negli inferi dellaSeconda Guerra Mondiale. Il romanzo rispecchia fedelmente le tragiche vicende di quell’epoca, riportando alla fine di ogni capitolo le dichiarazioni e le note dei diari dei protagonisti di allora, tanto che lo scrittore scrive nell’introduzione che “non vi è nulla di romanzato in esso e, forse, nemmeno di romanzesco, salvo il modo del racconto. Non è il romanzo qui a inseguire la storia, ma la storia a farsi romanzo”. Una storia terribile e grottesca, ma soprattutto il ritratto di una nazione trascinata nel baratro da una dirigenza opportunista, debole, con un Duce vanesio pronto a salire sul carro del vincitore hitleriano, nonostante la diffidenza nei confronti dei tedeschi, la totale impreparazione militare e i dubbi di molti membri di spicco. Il progressivo intreccio fra i due totalitarismi, culminato nel cosiddetto “Patto d’Acciaio” del 1939, in verità fu un’alleanza fra un feroce padrone, il Terzo Reich, e un regime mussoliniano sempre più succube, che pensava di poter fare un furbesco doppio-gioco in Europa ed evitare fino all’ultimo la guerra. Oltre alle vicende del Duce, nel romanzo si intrecciano le azioni di vari personaggi, a partire dal genero e ministro degli esteri Galeazzo Ciano, un uomo sedotto dal potere che alla fine del 1939 scrive nel suo diario che “la guerra a fianco della Germania non deve farsi e non si farà mai: sarebbe un crimine e una idiozia. Contro, non ne vedo per ora le ragioni. Comunque, caso mai, contro la Germania. Mai insieme”, salvo poi seguire le decisioni del leader senza minimamente opporsi. Pensieri simili si ritrovano in Italo Balbo, noto gerarca e il più anti-tedesco del regime, che tentò di fermare l’inevitabile, protestando anche contro le infami e umilianti “leggi razziali” approvate per far contento il Führer e il suo feroce antisemitismo. Una serie di decisioni terribili narrate attraverso il podestà ebreo Renzo Ravenna, brillante servitore del regime espulso dalla società in nome della “razza ariana”, mentre la ferocia discendeva nella penisola: “Su di alcune botteghe della città sono apparsi i cartelli “negozio ariano”, “in questo locale gli ebrei non sono graditi” – piccole, vigliacche stilettate alla schiena –, e apparsa anche qualche sguaiata scritta sui muri (“abbasso agli ebrei, morte agli ebrei”), vergata a caratteri cubitali dalla mano di un idiota, sono cominciati anche gli schiaffeggiamenti e le percosse, quasi sempre taciute dalle vittime perché l’umiliazione della violenza ferisce più della violenza stessa”. Mentre la parabola di Mussolini vede l’inizio del tramonto, altri protagonisti si affollano nel romanzo fra cui l’amante Clara Petacci, la critica d’arte Margherita Sarfatti, i leader americani e inglesi che tentano di sottrarre l’Italia all’abbraccio mortale e gli esponenti nazisti che iniziano la loro guerra di conquista abbagliando il Duce, illudendolo che “al prezzo di qualche migliaia di morti” avrà la gloria eterna. La scorrevole e documentata opera di Antonio Scurati torna utile per riscoprire le tragiche vicende del nostro passato, ma anche per capire soprattutto le debolezze degli uomini, i loro limiti, le loro viltà, che spesso rappresentano dei punti di svolta decisivi nella Storia umana. Seppure attraverso alcuni cliché e caratterizzazioni stereotipate, il romanzo riesce a catturare l’immagine grottesca e misera di un regime che si credeva impero, salvo poi finire nella pattumiera della Storia trascinando con sé le vite di tanti innocenti. Un’amara lezione da tenere a mente, soprattutto in questi anni dove nuove minacce si stanno stagliando all’orizzonte fra tensioni geopolitiche, ipotesi diguerra nuclearee lacrisi climatica-ambientaleche avanza sul mondo.