La Danimarca pagherà i Paesi in via di sviluppo per i danni climatici

 

Qualcosa, finalmente, si muove. Per la prima volta un Paese membro dell’Onu promettefinanziamenti“loss and damage”,perdite e danni legati agli effetti della crisi del clima innescata dalle emissioni, a Paesi in via di sviluppo. I danesi hanno infatti recentemente annunciato un contributo di100 milioni di corone(pari a circa 13,4 milioni di euro) da destinare a luoghi e popoli fortemente danneggiati dalla crisi del clima, per esempio i Paesi della fascia Sahel. Di fatto, se si escludono alcuni paesi non Onu come la Scozia, si trattadel primo Paese a offrire un risarcimentodi questo tipo nei confronti delle regioni più vulnerabili. Ad annunciare il finanziamento – che è quello che attivisti come Greta Thunberg o Vanessa Nakate chiedono da tempo in termini di giustizia climatica – è stato il ministro dello sviluppo daneseFlemming Møller Mortensen. «Ho visto di persona in Bangladesh questa primavera che le conseguenze del cambiamento climatico hanno bisogno di maggiore attenzione» ha spiegato il politico, annunciando i fondi e ribadendo che è gravemente ingiusto che i paesi più poveri del mondo debbano soffrire di più per le conseguenze della crisi a cui, magari, non hanno particolarmente contribuito. Un chiaro esempio è l’Africa,continente che soffre per fame, siccità, carestie e malattie, spesso tutte innescate dalla crisi del clima, ma che èresponsabile a livello globale solo del 4% delle emissioni climalteranti. Anche per questo, laDanimarcaha aperto la via: secondo il Paese è dunque tempo di«agire e non solo di parole». Dei 100 milioni di corone promesse una parte, circa 35 milioni (pari a quasi 5 milioni di euro) andranno a un’organizzazione con sede a Francoforte, in Germania , che sovvenziona le assicurazioni per i Paesi più poveri. Altri 32,5 milioni di corone saranno invece destinati ad aiutare per esempiola regione del Sahelche si estende nel deserto del Sahara del Nord Africa. Circa 3,4 milioni di euro verranno invece destinati a “sforzi strategici” per i negoziati sul cambiamento climatico in vista dellaCOP27 prevista inEgittoa novembre. Inoltre, più o meno un altro milione di euro sarà destinato a enti, associazioni e attori della società civile già impegnati nei Paesi in via di sviluppo per migliorare la resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici. Quello annunciato dai danesi a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York resta uno dei primi importantissimi impegni, seppur piccoli, nella direzione dei finanziamenti di 100 miliardi di dollari l’anno che i paesi più ricchi dovrebbero destinare a quelli meno abbienti e più esposti all’emergenza clima. Sulla stessa scia, nel frattempo, il segretario generale dell’OnuAntonio Guterresha insistito con l’idea ditassaregli extra profitti delle compagnie di combustibili fossili e di reindirizzare il denaro proprio verso i Paesi che soffrono di perdite e danni.