L’Egitto contro gli attivisti ambientali

L’Egitto contro gli attivisti ambientali

 

Continuano a emergere nuovi problemi riguardo la prossima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27) che si svolgerà in Egitto a Sharm el-Sheikh, dal 6 al 18 novembre. UnrapportodiHuman Rights Watchha denunciato le azioni delgoverno egizianodi Abdel Fattah al-Sisi, che da tempo starebbe limitando e impedendo l’agire delleOng indipendenti sulle questioni climatiche-ambientali, perseguitando arbitrariamente gli attivisti residenti nella nazione egiziana. Secondo ledenuncedi Richard Pearshouse, direttore dell’ambiente pressoHumans Rights Watch«Le autorità egiziane hanno impostoostacoli arbitrari ai finanziamenti,alla ricercae alla registrazione che hanno minato i gruppi ambientalisti locali, costringendo alcuni attivisti all’esilio.Queste restrizioni violano i diritti alla libertà di riunione e di associazione, e minacciano la capacità dell’Egitto di mantenere i suoi impegni ambientali e di azione per il clima». Da tempo il regime di Al-Sisi è sotto osservazione e accusato di aver avviato, fin dal 2013, una violenta e sistematicarepressionedei dissidenti con ampi abusi deidiritti umani. Migliaia di oppositori o semplici civilisono statiesiliati, uccisi, incarceratisine dieo fatti sparire nel nulla. Una realtà che ha toccato da vicino l’Italia con la tragica fine diGiulio Regenie le persecuzioni controPatrick Zaki. Nel2019il governo egizianoha approvatoun ulteriorelegge che limita fortemente le attività delle Ong,permettendo un’azione illimitata da parte delle forze di sicurezza su qualsiasi aspetto. Una legge che sta venendo utilizzata in queste settimane per fermare le associazioni ambientaliste, specialmente in prossimità della COP27, senza particolari proteste da parte dell’Onu. «Non si può permettere che un governo dica all’Onu chi è o chi non è una Ong, di sicuro non il governo egiziano. Ci si aspetterebbe dalle Nazioni Unite una maggiore attenzione quando si tratta di un luogo come l’Egitto, in modo da garantire che le organizzazioni indipendenti abbiano le stesse possibilità di candidarsi e quindi di esaminare la situazione. Ma non stanno avendo questa attenzione. Stanno trattando con l’Egitto come se fosse la Svezia. Il risultato è che l’Onu è in collusione con il governo egiziano per ripulire questo regime», haaffermatoAhmad Abdallah, della Commissione egiziana per i diritti e le libertà (ECRF). Moltiattivistitemono che in novembre le manifestazioni e le proteste saranno represse immediatamente, tanto che in unadichiarazione congiuntasottoscritta da 36 gruppi, fra cuiAmnesty InternationaleHuman Rights Watch, si esprimono forti preoccupazioni verso l’agire del governo egiziano. Laconferenza internazionale dedicata alla crisi climatica-ambientalerischiaseriamente di diventare unavetrina per il regime di Al-Sisi, facendo calare una cappa di silenzio sugli orrori in corso all’interno del Paese.