Expo 2030: un’occasione per la Capitale, per cambiare

Expo 2030: un’occasione per la Capitale, per cambiare

 

Il Comitato promotore diExpo Roma 2030ha consegnato a Parigi il dossier della candidatura al Segretario generale del Bie (Bureau International des Expositions) Dimitri Kerkentzes. Un documento di618 paginedivise in 21 capitoli presentati dal presidente del ComitatoGiampiero Massolo insieme al sindaco di Roma Roberto Gualtieri e al sottosegretario al Ministero degli affari esteri Manlio Di Stefano. A redigere il dossier un team di docenti e professionisti internazionali – tra cui Ian Philion, Richard Burdett, Carlo Ratti, Italo Rota, Michele Costabile, Christian Iaione e Alessandro Mancini – sotto la guida dell’architetto Matteo Gatto, già Chief architect e direttore della Visitor experience di Expo Milano 2015. Iltema sceltoda Roma come filo rosso dell’Espozione èPersone e territori:rigenerazione, inclusione e innovazione. Parole ancora da riempire, e che tuttavia rappresentano un’occasione irrinunciabile perché vengano declinate in primo luogo nei confronti della Capitale, daannibisognosa di essere ripensata. Tra le misure più significative la riqualificazione dell’area diTor Vergataa partire dalleVelefantasma della disabitataCittà dello sport, l’incompiuta di Simone Calatrava che avrebbe dovuto ospitare i Mondiali di Nuoto del 2009. Intorno verranno installati iPadiglioni Tematici permanenti, che funzioneranno da raccordo del sito dell’Expo con la città a partire dal Padiglione Teaser inserito nella cornice dei Fori Imperiali, concepito come ideale porta d’ingresso dell’Esposizione. «La strategia alla base della costruzione dei padiglioni è basata sul principio di circolarità, per garantire lasostenibilitàgenerale dell’evento, progettando l’Expo e il post Expo contemporaneamente, con la possibilità di lasciare il proprio contributo anche per gli anni futuri», si legge nel rapporto. Prevista anche la realizzazione di un grandeparco solarecon una superficie fotovoltaica di 150.000 mq e una capacità produttiva di picco di circa 36 megawatt. «La strategia energetica è tra i progetti che abbiamo maggiormente a cuore», ha affermato Gualtieri, che al tavolo tecnico degli Stati Generali di luglio aveva annunciato: «Non sarà l’Expo del cemento ma del verde». Secondo unsondaggiorealizzato daIpsospresentato in quell’occasione, la maggioranza dei residenti capitolini ritiene che l’Expo rappresenti un’opportunità per laripresa economicadi imprese locali e nazionali (89%), l’attrazione diinvestimenti(88%) e lariqualificazionedei centri urbani (85%). «Il proposito è quello di creare un’esposizione che ambisca a un futuro policentrico everamente inclusivo, che offra a ogni essere umano le stesse opportunità, sia in tema di infrastrutture e servizi, sia per quanto riguarda lo sviluppo culturale e sociale», ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nellaletteraalBieche accompagna il dossier. «È il cappello complessivo di tutta l’operazione per l’unità nazionale che egli rappresenta», ha commentato riferendosi al Presidente Mattarella il primo cittadino di Roma, che ci ha tenuto a rassicurare come «sull’Expo l’Italia è unita, qualsiasi scenario rimarrà condiviso e sostenuto da tutti». Roma dovrà ora competere con lecontendenticittà diBusan, in Corea del Sud, insieme aRiad, capitale dell’Arabia Saudita, eOdessa, dove il comitato ucraino si è dichiarato fiducioso che l’evento possa «attirare l’attenzione del mondo sul nostro Paese e contribuirà alla sua ripresa».