Pronto chi parla? Risponde la dizione perfetta

Pronto chi parla? Risponde la dizione perfetta

 

Una startup della Silicon Valley si è inventata una tecnologiaper superare i pregiudizi e ridurre gli abusi razzialisubiti dal personale dei call center per via del loro accento. Sanas, che avrebbe ricevuto32 milioni di dollaridi finanziamenti da giugno 2022, descrive questa tecnologia come uno strumento di traduzione degli accenti. Ma, come spiega l’emittente britannicaBbc,alcuni credono chela diversità linguistica dovrebbe essere celebrata: il sito di notizieSfgatecon sede a San Francisco, in California, ha accusato Sanas difar “sembrarebianchi”i suoi dipendenti, molti dei quali provengono dal Sud del mondo. ”The future sounds like you” recita lo slogan dell’azienda nata nel 2020, che offre unademoin cui invita gli utenti a “sentire la magia”: cliccando play, si sente la registrazione di una persona con un accento apparentemente asiatico che fa la parte dell’impiegato di un call center. Attivando Sanas, che attualmente viene utilizzata da circa 1.000 persone, principalmente nelle Filippine e in India,l’accento originale scomparee viene sostituito da quello americano, un po’ robotico. È così che “Sanas sta creandoun mondo più connesso, amichevole ed empaticorivoluzionando il modo in cui comunichiamo”, spiega sul sito la startup che utilizzal’intelligenza artificialeper “ridurre l’accento”. Alcune aziende starebbero testando la tecnologia per uso interno, per facilitare la comunicazione tra i team in Corea e negli Stati Uniti o tra i team nel nord e nel sud dell’India. Sharath Keshava Narayana, uno dei quattro fondatori di Sanas, ha respinto le accuse di Sfgate, spiegando allaBbcche tutti loro sono immigrati, così come l’80% dei dipendenti dell’azienda. Lo strumento avrebbe preso ispirazione dall’esperienza di un caro amico comune, uno studente al terzo anno di ingegneria dei sistemi informatici alla Stanford University negli Stati Uniti. Originario del Nicaragua, è statolicenziato da un’azienda di call centerdopo tre mesi proprio a causa della discriminazione che ha dovuto affrontare a causa del suo accento. Narayana ha detto che i call center esistono da 45 anni e «ogni giorno qualcuno subisce questa discriminazione su ogni singola chiamata». Alcuni ex dipendenti di call center raggiunti dallaBbchanno spiegato che i loro datori di lavoro si aspettavano che usassero un accento americano e che vari clienti si eranolamentati della loro pronunciae della grammatica sbagliata. Ma Sfgate non è l’unica a essersi schierata contro il servizio di Sanas: Ashleigh Ainsley, co-fondatore dell’organizzazioneColor in Tech, che si impegna a rendere l’Europa l’hub tecnologicopiù inclusivoal mondo, si è chiesto: «Dovremmo semplicementealterare il colore della pelledelle persone perché ad alcune potrebbe non piacere perchésono razziste? Non possiamo muoverci in questa direzione. Dobbiamo costruire tolleranza». Ainsley ha spiegato allaBbcche «il problema sonole persone che ritengono accettabile abusare[il personale dei call center], non che qualcuno abbia un certo accento», quindi bisognerebbe impegnarsi per garantire che la diversità nella lingua venga celebrata, e il razzismo non tollerato.