L’Artico si fonde sempre di più

L’Artico si fonde sempre di più

 

Le condizioni dell’Articostanno peggiorando drammaticamente, mentrenuovi studi scientificirivelano che negli ultimi 43 anni le temperature della regionesono aumentate quattro volte più velocementerispetto alla media globale, a causa dellacrisi climatica-ambientale. La ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori dell’Istituto meteorologico finlandese, che ha esaminato la velocità del fenomeno conosciuto come “amplificazione artica” rivedendo le precedenti stime: «I nostri risultati dimostrano che i modelli climatici tendono a sottostimare l’amplificazione artica nell’arco temporale 1979-2021»,hanno scrittogli scienziati nel loro studio. L’accelerazione del riscaldamento globale alPolo Nordnon è distribuita in maniera omogenea, ma presenta addirittura aree come il Mare di Barents dove l’aumento delle temperature è stato sette volte più veloce. Questi daticonfermanoche mentre nel corso degli ultimi decenni la media planetaria ha raggiunto un aumento di temperature di circa 1,1 gradi, nell’Artide si è arrivati addirittura a + 3 gradi rispetto al 1980. L’impatto della crisi climaticasta determinandol’accelerazione dellafusionedei ghiacci articiche hanno visto un assottigliamento del 66%, quasi 2 metri, dalla metà del XX secolo. La stessa loro estensione è declinata del 13%, per ogni decade, nel mese di settembre, come se fosse scomparsa un’area grande come lo Stato americano del Sud Carolina. Più le temperature salgono a causa delle emissioni prodotte dal nostro modello di sviluppo, più accelera la loro scomparsa con pure la diminuzione della loro capacità di riflettere la luce del Sole, aumentando ulteriormente le temperature in rialzo. Le conseguenze di questa catastrofe, considerato il ruolo fondamentale dell’Artide nell’ecosistema planetario, si stanno propagando a cascata: «Ciò che sta succedendo nell’Artico non resta confinato nell’Artico», haaffermatoRichard Davy, climatologo del “Nansen Environmental and Remote Sensing Center” in Norvegia. Oltre al rialzo del livello dei mari, vi è un progressivo condizionamento dei processi chiave che guidano lacircolazione generale degli oceani, fra cui l’importantissima Corrente del Golfo, conalterazionidella circolazione oceanica termoalina (Amoc). Le terre circostanti al Polo Nord stanno registrando anomalie sempre più forti, con ondate di calore etemperature recordin Siberia, e una generalecompromissionedel permafrost con il rischio concreto del rilascio di miliardi di tonnellate di metano, un gas serra con potere climalterante 80 volte superiore a quello della CO2. Di fronte a questi enormi pericoli diversi scienziatisi stanno interrogandosu possibili soluzioni che vadano oltre i piani di mitigazione e di riduzione drastica delle emissioni, dalla geoingegneria a nuove tecnologie, che però sono ancora allo stadio preliminare e necessitano di imponenti ricerche. Sicuramente la regione artica rimane il punto di osservazione prioritario per capire il futuro: «Dall’Artico possiamo imparare cosa potrebbe succedere al mondo nelle prossime due decadi. Per questo c’è una ragione per cui tutti lo stanno osservando», hadichiaratoPetr Chylek, ricercatore alLos Alamos National Laboratory.