Il climate change aggrava le malattie infettive

Oltre ad aggravare le condizioni atmosferiche del Pianeta, i cambiamenti climatici hanno un effetto negativo anchesulle malattie infettiveche colpiscono gli esseri umani. Secondo uno studiopubblicatosulla celebre rivista scientificaNature, inondazioni, ondate di calore esiccitàhanno aggravatopiù della metà di quelle conosciutefinora, tra cui malaria, epatite e colera. I ricercatori e le ricercatrici di varie università, tra cui quella delle Hawaii, negli Stati Uniti, e di Göteborg, in Svezia, hanno esaminato decenni di articoli scientifici (circa 77.000 in totale) sui casi accertati di malattie patogene e hanno scoperto che218 delle 375 conosciutesembravano peggiorate da uno dei 10 tipi di condizioni meteorologiche estreme legate al cambiamento climatico: riscaldamento atmosferico,ondate di calore, siccità, incendi, forti precipitazioni, inondazioni, tempeste, innalzamento del livello del mare,riscaldamento degli oceanie cambiamento della copertura del suolo. Il team composto da 11 scienziati e scienziate ha scoperto che il cambiamento climatico influenzapiù di 1000 vie di trasmissione,quindi hatracciatoin una mappainterattiva un database di rischi climatici, vie di trasmissione, agenti patogeni e malattie. Sul sito di informazioneTheConversation, a cui collaborano accademici e ricercatori da tutto il mondo, alcuni autori dello studio, Tristan McKenzie, Camillo Mora e Hannah von Hammerstein, spiegano che, per essere in grado di prevenire le crisi sanitarie globali, “l’umanità ha bisogno di unacomprensione completa dei percorsi e dell’entitàcon cui il cambiamento climatico potrebbe influenzare le malattie patogene”. Hanno rilevato che il maggior numero di malattie aggravate dai cambiamenti climatici riguarda latrasmissione tramite vettori, che possono essere zanzare,pipistrellio roditori. Invece, considerando il tipo di rischio climatico, hanno scoperto che la maggior parte era associata alriscaldamento atmosferico(160 malattie), alleforti precipitazioni(122) e alleinondazioni(121). Queste ultime, a esempio, “possono diffonderel’epatite. L’aumento delle temperature può prolungare la vita delle zanzare portatrici dellamalaria. La siccità può portare roditori infetti dahantavirus(il virus della febbre emorragica,ndr) nelle comunità mentre cercano cibo. Gli oceani riscaldati e le ondate di calore contaminano i frutti di mare di cui ci cibiamo”, spiegano sul sito. Macome fa il clima a influenzare il rischio di agenti patogeni?In quattro modi: avvicinando gli agenti patogeni alle persone e viceversa, aumentandoli, e indebolendo la capacità dell’organismo di reagire. Non è la prima volta che i medici collegano malattie e clima, ma questo studio mostra quanto sia diffusa l’influenza delle condizioni atmosferiche sulla salute umana. Il dottor Jonathan Patz, co-autore dello studio e direttore delGlobal Health Institutedell’Università del Wisconsin-Madison, ha spiegato all’agenziaAssociated Pressche «se il clima sta cambiando, anche il rischio di queste malattie sta cambiando». Le patologie, ha detto, dovrebbero essere considerate comei sintomi di una Terra malata. Oltre a esaminare le malattie infettive, i ricercatori hanno ampliato il discorso anche a quelle non infettive come l’asma, le allergie e persino i morsi di animali: delle 286 analizzate, 223 sembravano essere peggiorate da almeno un rischio climatico, solo 9 erano state ridotte e 63 attenuate. Camilo Mora, analista di dati climatici presso l’Università delle Hawaii, ha specificato aAssociated Pressche lo studionon riguarda la previsione di casi futuri: «Non c’è nessuna speculazione qui, sono cose che sono già successe». Per esempio, nel 2016,in Siberia, una carcassa di renna vecchia di decenni morta per antrace, un’infezione batterica molto rara ma altrettanto grave, è stata portata alla luce quando il permafrost si è scongelato a causa del riscaldamento: un bambino l’ha toccata, è stato infettato e ha dato vita a un focolaio. Per quanto riguardail Covid-19, sono stati trovati casi in cui il clima estremo ha sia esacerbato che diminuito le possibilità di contagio: il caldo estremo nelle aree povere ha fatto radunare le persone per rinfrescarsi e le ha esposte di più alla malattia, ma in altre situazioni i forti acquazzoni ne hanno ridotto la diffusione perché le persone sono rimaste a casa e al chiuso, lontano dagli altri. L’esperta di lunga data del clima e della salute pubblica Kristie Ebi della Washington University ha espresso alcuni dubbi sullo studio: «Gli autori non hanno discusso in che misura i rischi climatici esaminati siano cambiati nel periodo di tempo dello studio e in che misura eventuali cambiamenti siano stati attribuiti al cambiamento climatico». Ma il dottor Aaron Bernstein, direttore a interim delCenter forClimate, Health, and the Global Environmentpresso la Harvard School of Public Health, ha detto si tratta di un buon avvertimento sul clima, sulla salute e il futuro, soprattutto perché il riscaldamento globale e il danneggiamento degli habitat spingono gli animali e le loro malattie a spostarsi più vicino agli esseri umani. Cosa si può fare a riguardo?“A nostro avviso, per ridurre il rischio, l’umanità dovrà porre un freno alleemissioni di gas serracausate dall’uomo che alimentano il riscaldamento globale”, scrivono gli autori.