Hawaiani, figli delle stelle

Hawaiani, figli delle stelle

 

Sulla vetta della montagnaMauna Kea, nelleisoleHawaii, sono ben 13 gli osservatori astronomici di altissimo livello, tra cui il telescopio Gemini North e quello Canada-Francia-Hawaii. Il governatore ha siglato una legge che prival’Università delle Hawaiidella facoltà di sovraintendere l’area in cui sono installati gli strumenti per l’osservazione del cielo. Secondo la nuova normativa, tale responsabilità spetterebbe a un gruppo di rappresentanti della comunità che includerà anche un certo numero dinativi hawaiani. Sino a ora il polo universitario ha gestito la maggior parte delle terre intorno alla montagna: è una tradizione che risale al 1968, grazie a un contratto di locazione della durata di 65 anni per la gestione dellariserva scientificaconcesso dallo stato. Mauna Kea, con i suoi4200 metri di altezza, rappresenta un punto di osservazione ideale nelleisole delPacifico. Dopo anni di diatribe, la decisione potrebbe rappresentare un punto di svolta. A partire dal2015un manipolo di nativi ha bloccato periodicamente l’accesso al sentiero che conduce in cima al monte. L’intento era quello di impedire l’inizio della costruzione delThirty Meter Telescope, unosservatorio di ultima generazione, che sarà dotato di uno specchio gigantesco per accumulare la luce. Ad avanzare la proposta è statoScott Saiki, presidente dellaCamera dei rappresentanti dello stato, il quale puntava a dissipare i motivi di tensione sorti tra lacomunità scientificae letribù autoctone. Ha creato un gruppo di lavoro che ha raccomandato cambiamenti nella gestione diMauna Keae ha portato al piano finale per esautorare l’Università delle Hawaii dall’amministrazione della zona. La nuova autorità di Mauna Kea includerà inativi hawaianinelle decisioni su come gestire la montagna con un’enfasi sulla gestione reciproca e sulla protezione di Mauna Kea per le decisioni a venire. La commissione sarà composta da 11 membri votanti tra nativi, studiosi di astronomia, rappresentanti del mondo dell’istruzione, della gestione del territorio e della politica. Mancano ancora molti aspetti da decidere, ma come affermaRich Matsuda, direttore associato delle relazioni esterne presso l’Osservatorio WM Keck di Waimea, Hawaii, «C’è la tendenza a banalizzare tutto come una contrapposizione tra patrimonio culturale e scienza, ma è una sorta di falsa dicotomia. Non è necessario che diversi sistemi di conoscenza e modi di vedere le cose siano in contrasto l’uno con l’altro».