Crisi climatica: per 9 italiani su 10 minaccia la salute
Il 90% degli italiani viveil cambiamento climaticocome una grave minaccia per il mondo intero e soprattutto perla salute globaledegli individui. La nuova ricerca realizzata daIpsosperAmrefItaliaindaga proprio la percezione dei nostri connazionali rispetto alclimate change, oltre che il suo impatto sulla salute in Africa e nel Pianeta. La terza edizione dell’indagineAfrica e salute: l’opinione degli italianiè stata condotta in vista del primoHealth Dayall’interno della Cop28 di Dubai, previsto per domenica 3 dicembre: sarà una giornata speciale perché per la prima voltala saluteentrerà a far parte del programma ufficiale dellaConferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Questo evento vedrà così la partecipazione deiministri della Salutedi tutta la Terra per parlare del tema della salute globale in relazione ai cambiamenti climatici. In qualità di portavoce delle istanze del continente nero sarà presente ancheAmref Health Africa, la principale Ong sanitaria no profit nata nel Paese, dove opera dal 1957 con oltre 140 progetti di sviluppo, portando acqua e salute e promuovendo l’approccioOne Healthche integra salute umana, ambientale e animale. L’organizzazione non governativaavanzerà così alcune proposte perl’Africa, come migliorare l’accesso ai servizi sanitari preventivi, informativi e curativi per le comunità e aumentare la capacità delle infrastrutture di affrontare le crescenti sfide sanitarie innescate dalla crisi climatica. Una delle priorità sarà poi stimolare i Paesi del Nord del mondo affinché intensifichino le loro azioni di mitigazione delle cause e degli effetti dei cambiamenti climatici, in particolare con impegni concreti diriduzione delle emissioni. Tornando alla ricerca, secondo gli intervistati, la manifestazione delcambiamento climaticoche avrà le peggiori conseguenze nel nostro Pianeta è rappresentata dall’incremento delleondate di caloreeinnalzamento delle temperature: raccoglie il 46% delle preoccupazioni riversate sul nostro Paese, una percentuale che l’anno scorso era di 12 punti percentuali più bassa. Al secondo posto ci sono la crescita dellasiccitàe la diminuzione delladisponibilità di acqua(44%), seguite dallariduzione delcibodovuta agli impatti sull’agricoltura (37%) e dall’aumento dellealluvioni(33%). Inoltre per il 69% delle persone intervistate le cause delcambiamento climaticomettono molto a rischio la salute di tutto il mondo: sei cittadini africanisono molto a rischio per il 68% dei rispondenti del campione, perglieuropeila soglia di preoccupazione massima scende leggermente al 65%. Sei persone su dieci credono che sia ormai troppo tardi per attuare misure risolutive sul piano delclimate change. Le problematiche legate al cambiamento climatico infatti sono spesso associate alla direttaattività umana(86%), che potrebbe essere andata già troppo oltre; dato che non sono state messe in atto soluzioni efficaci e tempestive, oggila popolazione mondialesi ritrova a pagarne le conseguenze. Solamente il 33% è convinto al contrario che in merito al cambiamento climatico ci sia un allarmismo esagerato e la situazione non sia così grave. Siccomei problemi sanitarinon hanno confini, i Paesi a medio e alto reddito dovrebbero contribuire di più per cercare ditutelare la salutedei Paesi a basso reddito. Questa opinione è condivisa dal 68% degli intervistati nel 2023, in linea con il dato del 2022 e 2021. L’84% del campione crede che la propria salute sia legata a quella delresto del mondoe il 79% ritiene che sia collegata a quella deicittadini africani. È interessante analizzare le differenti percezioni. Leprincipali minacceavvertite rispetto allasalute degli europeisono rappresentate dallemalattie croniche(45%), dallacrisi economica(33%) e solo per il 26% dagli effetti delcambiamento climatico. Invece principali minacce percepite per la salute deicittadini africanisono rappresentate dallemalattie infettive(56%, di cui solo il 7% è dovuto alla pandemia di Covid19), dallecondizioni di vita(52%) e dalla scarsa disponibilità di strutture eoperatori sanitari(41%). «Abbiamo il dovere di rispondere a chi dice che è troppo tardi per fare qualcosa – dichiara il Direttore diAmref ItaliaGuglielmo Micucci -È vero,la salute del Pianetaè a rischio. A minacciarla il cambiamento climatico e l’insorgenza di nuove malattie infettive. Negli ultimi dieci anni secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è avuto un aumento del 63% dellemalattie infettivetrasmesse tra animali e uomini. In attesa di scoprire le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, questi dati ci indicano che dobbiamo fidarci della comunità scientifica, che ci dice che la salute dell’uomo non può più prescindere dalla salute dell’ambiente e degli animali. Vedila malaria- trasmessa dalle zanzare – che, a causa del cambiamento climatico, potrebbe intensificarsi e riemergere in regioni dove era stata eliminata. Il 96% dei decessi per malaria nel 2021 si è avuto in Africa, l’80% di essi erano bambini. Di fronte a malattie attuali e alla minaccia di quelle future abbiamo il dovere di credere che non sia mai troppo tardi. Per questo l’operato di Amref sarà quello di portare a Cop28le istanze dell’Africae, in Italia, ribadire che salute e ambiente non possono più viaggiare su percorsi separati. Ribadire che è falso e dannoso pensare che la salute dell’uomo venga prima di tutto e sopra a tutto. Che esiste una sola salute e che essa non guarda nemmeno ai confini».