Via ai negoziati di adesione Ue di Albania e Macedonia del Nord

Via ai negoziati di adesione Ue di Albania e Macedonia del Nord

 

Un nuovo passo è stato compiuto nell’allargamento dell’Unione Europeacon l’avvio dei negoziati formali perl’adesionedell’Albania e della Macedonia del Nord. Uno sviluppo salutato molto favorevolmente dal primo ministro ceco Petr Fiala, la cui nazione ha in questo momento la presidenza di turno dell’Unione, cheha affermato: «Abbiamo compiuto un passo importante nel portare iBalcani occidentali più vicini alla Ue». Nel corso degli ultimi anni le trattative hanno conosciuto molti momenti di stallo, fin da quando nel 2005 la Macedonia del Nord venne designata con lo status di membro candidato, seguita a sua volta dall’Albania nel 2014. Leprimeopposizioni e vetivennero dalla Greciache pretese il cambiamento del nome della piccola nazione, la rimozione di un particolare simbolo dalla bandiera e altri cambiamenti politico-culturali attraverso l’Accordo di Prespa. Successivamente fu laFranciaa rallentare le procedure richiedendo una nuova metodologia approvata a livello comunitario per la futura espansione della Ue. E, infine,nel 2020 la Bulgariabloccò di nuovo le trattative per una disputa legata a questioni storico-culturali risalenti al periodo dell’ex Jugoslavia di Tito, che avevano provocato diverse ostilità fra i due Paesi. Di fronte all’ennesimo ostacolo e vista la pressione determinata dai cambiamenti degli assetti geopolitici a causa della guerra in Ucraina, nel corso di quest’anno laFranciasi è posta comeintermediariafra le due nazioni, spingendo per un accordo di compromesso. «Skopje e Sofia hanno concordato delle ambiziose misure di breve termine e lungo termine,che praticamente mirano a risolvere molte delle questioni aperte», hadichiaratola ministra degli esteri bulgara Teodora Genchovska. Per favorire la rimozione del veto bulgaro il parlamento dellaMacedonia del Nordha recentemente approvato una proposta per modificare la Costituzione in modo dariconoscere la minoranza bulgara al proprio interno,introducendo il reato d’odio e proteggendo i diritti delle varie minoranze. Una votazione che ha generato diffuse proteste politiche interne al Paese, con il rischio che l’opposizione nazionalista guidata da Hristijan Mickoskisi rifiuti di votaresuccessivamente le modifiche costituzionali. Questi continui stalli e contese fra le nazioni europee hanno inevitabilmente coinvolto l’Albania, la cui procedura di adesione è strettamente collegata a quella della Macedonia del Nord. Una situazione irritante che potrebbe sbloccarsi definitivamente nei prossimi mesi: «Noi sappiamo che questo non è l’inizio della fine, ma solo la fine dell’inizio» haaffermatoil premier albanese Edi Rama. I tempi lunghi richiesti per diventare membri effettivi dell’Unione Europea risentono della particolaresituazione socio-politica dei Balcani,che negli ultimi decenni ha conosciuto notevoli momenti di tensione fra cui diverse guerre civili, oltre che la continua presenza di unacorruzionediffusaa tutti i livelli. Gli sviluppi internazionali inoltre devono tenere conto dell’influenza russa, che ha nella regione una presenza diplomatica plurisecolare.