Giovani e futuro: la generazione sospesa in cerca di riscatto

Ilfuturo dei giovaniè un tema che in questo momento preoccupa e lascia ancora con l’amaro in bocca. A capire quanto i giovani siano in difficoltà in questo momento sono davvero tutti: i diretti interessati, le istituzioni e le aziende, chi cioè dovrebbe vedere in loro quel futuro lavorativo che oggi purtroppo non si riesce a mettere a fuoco come si dovrebbe. I giovani oggi, più di altre generazioni passate, si sentono davvero senza un guida e senza la certezza che, impegnandosi, si può raggiungere quello che si vuole. Unagenerazione sospesa,che non sa quando entrare a far parte della categoria dei “giovani”, quelli cioè che sognano il proprio futuro. Il futuro dei giovani come tema Il temagiovani elavorooggi rappresenta quasi un paradosso del nostro Paese: quello di essere o voler essere la colonna portante della forza lavoro futura e allo stesso tempo una parte della società tra le più svantaggiate nel mercato del lavoro. Molti per questo, tra aziende e cittadini, invocano una politica che torni ainvestire sulle personee asostenere i processi di formazione.Servono politiche di inserimento nel mondo del lavoro, anche in relazione al contesto europeo, per ricercare la conseguente realizzazione personale per i giovani italiani. Gli imprenditori, oggi più che mai, si rendono conto che mancano le persone con le competenze adatte ad affrontare questo mondo del lavoro, enormemente cambiato rispetto a solo qualche anno fa. Si accentua invece il paradosso italiano di avernuove generazioni meno inclusee valorizzate all’interno dei processi di sviluppo del Paese. Questo per l’Italia significa restare al margine del mercato, dell’economia e dello sviluppo. In Italia non c’è futuro per i giovani Come vedono igiovani il loro futurooggi? Secondo un’indagine realizzata nel 2021 su 3.023 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 19 anni della scuola secondaria di II grado dall’osservatorio politiche giovanili dellaFondazione Bruno Visentini,quasitre giovani su diecivedono il proprio futurofuori dall’Italia. Il principale fattore di angoscia risiede nel ricercare un lavoro soddisfacente. Cresce l’attenzione sui percorsi di scuola-formazione e lavoro, considerati sempre più prioritari con un (+10%) rispetto all’anno precedente, aumenta anche l’interesse per l’equità di genere (+7,6%) e l’inclusione sociale (+7,2%). I temi principali fonte di ansia e preoccupazioni sono, secondo l’indagine, la ricerca di un lavoro che risulti soddisfacente, ilraggiungimento dell’autonomia finanziariaindividuale e il benessere del nucleo di appartenenza o alla costruzione di una propria famiglia. Alla domanda su dove vedono il loro futuro e dove si vedono nel 2030, il 71,5% dei giovani si immagina in Italia, in un’altra regione italiana (33,6%), nella propria città (22,2%), nella propria regione ma in un’altra città (15,7%). Il 28,5% del campione intervistato vede il proprio futuro all’estero, in un altro Paese europeo (17%) o fuori dall’Europa(11,5%). I numeri del IV Rapporto 2021 confermano le difficoltà accentuate daldivario generazionaleche rileva il ritardo accumulato dei giovani oggi rispetto ai loro predecessori nel raggiungimento dell’indipendenza economica e sociale. Alla fine i giovani che pensano al futuro restano comunque in parte ancora positivi, quasiotto ragazzi su diecisi diconofiduciosinel futuro, più della metà del campione di intervistati si sente tendenzialmente ottimista e il 25% è assolutamente positivo sul proprio avvenire, quota pari a coloro che sono tendenzialmente e assolutamente negativi. L’ottimismo dei giovani, però,non è ancora ritornato ai livelli pre-pandemicidel 2019 dove l’82% di loro si diceva fiducioso. Il futuro dei giovani dopo la pandemia Sicuramenteil futuro dei giovani dopo la pandemiaresta oggi ancora incerto. I dati Istat confermano gli effetti collaterali dell’emergenza sanitaria pesano sulle nuove generazioni, con 34 mila tra ragazzi e ragazze a rischio abbandono scolastico e con un tasso di disoccupazione giovanile quasi al 30%. Tra le questioni emerse, ladisoccupazione giovanile, dispersionescolastica,incertezza per il futuro ecambiamenti climatici. Gli adolescenti e giovani stanno pagando il prezzo più alto di questa pandemia dal punto di vista sociale, culturale ed economico. Crescono in modo preoccupante i cosiddettiNeet,ragazzi che non studiano, non seguono una formazione professionale e non lavorano. I giovani dopo la pandemia sono diventatisempre più attenti alla questione ambientalee climatica e chiedono che venga rafforzata la crescita economica locale e la ricerca di più spazi dedicati. Giovani e lavoro Leriflessioni sui giovanisono molte oggi, ma una delle emergenze principali legate alle nuove generazioni è sicuramente la questionegiovani e lavoro. Le aziende che non trovano nuove risorse perché non c’è abbastanza formazione per il mondo del lavoro, soprattutto nelle materie che oggi servono per riuscire nel mercato economico. L’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha stimato che l’Italia è il Paese dell’Europa dove l’età pensionabile aumenterà di più nei prossimi anni: si passeràda una media di 61 anni a una di 71,con un aumento di ben 9 anni. Il report dell’OcsePensions at a glance 2021stima inoltre che mediamente in Europa l’età pensionabileverrà aumentata di oltre 2 anni nel prossimo futuro. A essere colpite soprattuttole generazioni più giovanie in particolare quelle che entreranno al lavoro in questi anni. A dare l’idea che in Italia per i giovani non ci sia futuro, se non cambiano molte cose, arrivano le conseguenze della pandemia, specialmente per le nuove generazioni, che sono state costrette a lavorare meno e in condizioni difficili. Oppure, a non lavorare affatto. I giovani quindi, una volta giunto il momento, andranno pensione più tardi e conassegni molto più risicati, invertendo la tendenza consolidata tra 2008 e 2020, quando la quota di Pil dei variPaesi Uededicata ai pensionati è aumentata considerevolmente, passando dal 4,4% nel 2010 al 9,8% nel 2020.