Il difficile percorso dell’Ucraina verso la Ue

Il difficile percorso dell’Ucraina verso la Ue

 

Nella giornata di giovedì 23 giugno i leader dei Paesi dell’Unione europeahannoapprovatola richiesta di adesione dell’Ucraina, dandogli lo status di Paese candidato. Un successo importante perOlga Stefanishyna, Vice Prima Ministra ucraina per l’integrazione europea ed euro-atlantica, che ha condotto in modo rapido e serrato le trattative. «Oggi è un buon giorno per l’Europa. La decisione rafforza Ucraina, Moldavia e Georgia contro l’imperialismo russo», ha affermato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. La prospettiva di avviare il percorso di ingresso era statacaldeggiataanche dai leader europei in visita a Kiev nei giorni scorsi, fra cui il presidente del consiglio Mario Draghi. L’Italiainfatti è una delle nazionipiù favorevolial processo di adesione,entrando spesso in contrasto con gli altri principali membri della Ue che nei mesi scorsi si sono mostrati più scettici. Uno scetticismo non condiviso dal presidente ucrainoZelenskyche sta cercando in tutti i modi di accelerare l’entrata nella Ue, visto l’incedere della guerra euna possibile escalation russain seguito alle decisioni prese a livello comunitario: «Ovviamente questa settimana ci aspettiamo un’intensificazione delle ostilità da parte della Russia. Ci siamo preparando. Siamo pronti». Ma dietro le procedure burocratiche di rito si nascondono innumerevoli problemi legati allecondizioni in cui versa l’Ucraina,che potrebberorallentare ulteriormente le tempistiche,mediamente lunghe, per diventare un membro comunitario. Nonostante alcuni progressi rimane una dellenazioni piùcorrotteal mondo, tanto che l’ultimoreportdi Transparency International la piazza alla 123esima posizione su 180. Come haaffermatoCristian Nitoiu, esperto di diplomazia e governance internazionale alla Loughborough University, «Sfortunatamente questo tipo di corruzione sistemica diffusa ècomplicata da fronteggiaree richiede sforzi sostenuti per una generazione o anche di più». Allo stesso tempo l’Ucraina non è considerata una nazione pienamente democratica dove le libertà civili sono protette adeguatamente, secondo larecente analisidella Freedom House. Più volte i governi in carica sono stati accusati dilimitare la libertà di espressione,espellendogiornalisti e attivisti dal Paese, oppure diconsentirelapersecuzione sistematica delle minoranzeall’interno dei propri confini. Una tolleranza che ha permesso anche la diffusione di numerose milizie paramilitari, fra cui i neo-nazisti di Azov, lecui forzesi sono legate a certi apparati di sicurezza della nazione. Altrettanto grave è ilproblemadellacriminalità organizzata,instretta connessionecon le mafie russe, considerata una delle più potenti a livello globale. Questa rete criminale è al centro dell’immenso traffico d’armi internazionale, favorito anche dal caos bellico e dalla quantità di forniture provenienti dai Paesi occidentali, Italia compresa. Numerose preoccupazioni continuano a venire sollevate temendo il drastico aumento delcommercio illegale: «Possiamo aspettarci un flusso di armi in Europa e oltre. Dovremmo essere allarmati e dobbiamo aspettarci che queste armi saranno esportate non solo nelle nazioni vicine, ma anche in altri continenti», haammonitoil capo dell’Interpol Jürgen Stock. La combinazione di queste problematiche potrebbero rendere veramenteardua, se non impossibile,l’effettiva adesione all’Unione europea. Un processo che richiederà anni di valutazioni e riforme. Inoltre la guerra in corso, il collasso economico e i possibili costi della ricostruzione,stimatioltre i 1100 miliardi di euro, potrebbero alimentare ulteriori resistenze di vari governi europei nel prossimo futuro.