Barcellona dice basta alle navi da crociera

 

All’inizio del mese il governo dellaCatalognaha annunciato di voler introdurre nuove misure perlimitare l’ingresso delle navi da crociera nelle aree portuali della regione. L’obiettivo è in primo luogo quello di ridurre il traffico che interessa il porto di Barcellona, tra i terminal più frequentati d’Europa. Nel solo mese di maggio sono attraccate circa125 navi da crocierae nel 2019 Barcellona è stata la città europea che ha registrato i più altilivelli di inquinamentodovuti agli ossidi di zolfo e azoto emessi dalle grandi navi. Il problema, però, non riguarda soltanto laqualità dell’aria, ma anche i danni collaterali causati dal cosiddetto“turismo estrattivo”. Sempre nel 2019 la capitale della Catalogna ha accolto oltre 3 milioni dituristi, il 40% dei quali ha trascorso in città appena 4 ore. «Si concentrano molto nel centro della città e generano una sensazione di collasso», ha dichiarato aEl Paísla sindaca di Barcellona Ada Colau. Secondo la prima cittadina, questo «non è un modello sostenibileper il futuro». La misura è ancora in fase di messa a punto e secondo Colau potrebbe prevedere limitazioni sul modello adottato dalleisole Baleari per Palma di Maiorca, dove possono attraccare solo tre navi da crociera al giorno con un carico che per due di loro deve essere inferiore a 5.000 mila passeggeri. Le restrizioni potrebbero essere limitate ad alcuni periodi come i mesi di maggio e ottobre, i più impegnativi per il settore. «Quello che chiediamo è equilibrio. Si tratta di sedersi, valutare e cercare un confine: forse ci sono mesi in cui non è necessario ridurre, ma altri sì», ha concluso Colau. Barcellona non è l’unica ad aver preso iniziative per contenere le navi da crociera. Provvedimenti analoghi sono stati introdotti dalle città di Bruges, Dubrovnik, Amsterdam, Dublino e Santorini. Nel 2021 ancheVeneziaaveva previsto contromisure atutela dellalaguna, ma come da tradizione italiana – questa volta alla lettera – non sono andate in porto. Per ridurre il turismo, la seconda città della Spagna si è mossa anche in altre direzioni. Il Piano urbanistico speciale per l’accoglienza turistica (Peuat) entrato in vigore nel 2017 ha infattivietatola costruzione di nuovi hotel nel centro storico e dopo aspresanzioninel 2018 il comune ha raggiunto unaccordosenza precedenti conAirbnbche permette all’amministrazione di avere accesso ai dati degli host e arginare così il problema degli appartamenti senza licenza. Con lapandemiail turismo ha subito un drastico calo, e ora che i numeri tornano a crescere i residenti sembrano essere indisposti a tollerare oltre quella che l’ex consigliera comunale Gala Pin ha definito «una piaga di locuste». «Non possiamo tornare ai 3,1 milioni di crocieristi. Sono visitatori che non aggiungono valore alla città», ha affermato la vice sindaca all’Ecologia, Urbanistica, Infrastrutture e Mobilità Janet Sanz. «Con la pandemia è cambiata la percezione dello spazio pubblico e non si può tornare agli scenari precedenti.L’impatto è troppo grande per i residenti».

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