Madonna sadomaso? Rideteci su

Madonna sadomaso? Rideteci su

 

Sembra ieri che Pio e Amedeo raccomandavano allacomunità LGBTQdi prendere a ridere le offese che ricevono. Allora, come sempre, il dibattito si era polarizzato: o si era d’accordo conPio e Amedeo, o si pensava che Pio e Amedeo fossero espressioni di un pensiero chenormalizza l’oppressionee la riduce a un fenomeno inevitabile, a cui si può solo rispondere quando è avvenuta, a livello individuale. Sembra ieri, dico, o sembra cent’anni fa, a seconda della vostra percezione del tempo che scorre. Sta di fatto che poco più di un anno dopo, alPride di Cremonaspunta unmanichino a seno nudo– un manichino, ribadisco, non un essere umano – con due striscette di adesivo in croce lì dove ci dovrebbero essere i capezzoli, un velo in testa e uno intorno ai fianchi. UnaMadonna sadomaso, a occhio. Apriti cielo: titoloni sui giornali, showgirl scandalizzate su Twitter, strali e proteste e alti lai. Il tema ricorrente: se non dai rispetto non puoi pretendere rispetto. Da dove partiamo? Dalle basi: la differenza fra il cartello medio anticlericale al Pride e quel manichino era esattamente zero, anzi, negli anni ho visto roba ben più radicale. Chissà perché proprio quella cosa lì ha colpito lastampaconservatrice, forse perché leggere i cartelli (o ascoltare gli interventi, non sia mai) del Pride è una fatica che nessuno ha voglia di fare. Meglio aggrapparsi alla prima cosastrumentalizzabilee far scoppiare lo scandalo: durerà due minuti (come ogni scandalo sul Pride e non) ma è interessante analizzarlo perché come tutti gli scandali di questo tipo contiene moltitudini. È innegabile che la Chiesa Cattolica abbia svolto e svolga tuttora un ruolo fondamentale nell’oppressione di donne e persone queer.Fra chiamare l’omosessualità “disordine oggettivo” e fare delletimide apertureallacomunità LGBTQ, che però non si spingono mai fino al pieno riconoscimento del loro diritto all’affettività e alla sessualità nella fede (e per estensione, nella società italiana che fatica a scrollarsi di dosso l’influenza del cattolicesimo), non c’è poi questa grande differenza. È come dire: sì, per carità, siete un po’ sbagliati e scordatevi di godere dei più basilaridiritti umani, ma ringraziate che non invitiamo la gente a darvi fuoco o lapidarvi come si fa in altri paesi. Il benchmark, insomma, è bassino. LaChiesa Cattolicasi aggrappa con forza a un’idea dellasessualità e dell’identità di genere che è antistorica, antiscientifica e punitiva, e lo fa perchécontrollare la sfera sessualedelle persone è un ottimo modo per tenerle soggiogate. Il Papa, i Cardinali e i Vescovi potrebbero decidere domani di rinnegare le loroposizioni omofobe emisogine,ammettere le donne alla carriera sacerdotale e liberare i fedeli da restrizioni che non hanno nulla a che vedere con il cuore del messaggio evangelico, che non è certo “Fate sesso rigorosamente senza contraccettivi da sposati e fra persone eterocis”. L’ultima volta che ho controllato – ma era un bel po’ di tempo fa – “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” era un concetto abbastanza ampio ma pure molto chiaro. O lo leggiamo come uninvito a trascendere ogni differenzanel donare il proprio amore al prossimo, o dobbiamo pensare che Gesù la gente l’amasse poco, male e in maniera selettiva: tu sì tu no. Icattolici indignatiper un manichinopretendono per i simboli della loro religione un rispetto che non sono inclini ad accordare alle persone. LaMadonna sadomasoera bruttina e di un gusto discutibile, e tanto per cambiare ha offerto il pretesto per vincolare il rispetto dei diritti e il riconoscimento della giustizia di una lotta alla mitezza, al non disturbare, al non essere visibili, al non offendere chi ti offende. Dice ilVangelo di Matteo:“Voi avete udito che fu detto:Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico: non resistete al malvagio, anzi se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol farti causa per toglierti la tunica, tu lasciagli anche il mantello.” Chissà dove va a finire questaimmensa tolleranza, questa pazienza sconfinata che Cristo raccomandava ai suoi seguaci, quando qualcuno reagisce a millenni di schiaffi (metaforici o effettivi) con un simbolo che può essere giudicato blasfemo. Un manichino al Pride non è un’offesa alla persona,non è uno schiaffo, non è un tentativo di depredare il prossimo, è una metafora visiva (limitata e abborracciata) dellaribellionea un potere millenario che priva le persone della loro libertà e le tratta come esseri fallati, che meritano pietà e perdono ma non uguaglianza. Esseri umani che scelgono di “peccare”, non persone che amano, vivono, a volte sbagliano, ma non certo perché la loroespressione sessualeo la loroidentitànon rientrano fra le uniche due approvate dalla Chiesa. IlPrideè una manifestazione politica,è un momento di comunione, ed è iniziato con una rivolta, non certo con Marsha P. Johnson e Sylvia Rivera che chiedevano scusa e per favore ai poliziotti che avevano fatto irruzione allo Stonewall Inn. E anche se il Pride italiano è sempre stato più gentile e meno rivoltoso, rimane comunque un movimento che difende il diritto alla vita e alrispetto per le persone LGBTQ.C’è in gioco la loro pelle, letteralmente. Se i cattolici mettessero nella difesa di questi diritti basilari la stessa foga che mettono nell’offendersi per unaMadonna fetish, chissà, forse la storia potrebbe finalmente prendere un’altra piega. Dite che sto esagerando? Che non posso dire ai cattolici come si dovrebbero sentire? Verissimo, la smetto subito, ma: chemancanza disenso dell’umorismo. Che suscettibilità esagerata. Davanti a questa provocazione non si poteva ridere? Buttarla in barzelletta? Alla fine, siete quello che siete e nessuno ve lo può togliere. La vostrafedenon dovrebbe essere così fragile. Di sicuro qui in Italia non vi espone al genere di discriminazioni e violenze che subiscono ogni giorno i manifestanti del Pride per il solo fatto di vivere in pace secondo la loro natura. Seguite il consiglio di Pio e Amedeo,rideteci su,i più forti siete comunque voi. *(Grazie a Simone Alliva per l’aiuto e la disponibilità nel correggere la mia visione del Pride italiano, influenzata da una visione parziale della storia.)