Essere omosessuale è un crimine in 69 Paesi del mondo

Essere omosessuale è un crimine in 69 Paesi del mondo

 

“Tutti gli esseri umani dovrebbero essere trattati con rispetto e dignità e dovrebbero poter vivere senza paura, non importa chi siano o chi amino”: con questomessaggio,pubblicato suTwittere pronunciato dalPresidente UsaJoeBiden, l’ambasciata statunitense in Kuwait ha deciso di celebrareil mese del Pride, dedicato allacomunità LGBTQ+. Ma non tutti l’hanno presa bene. L’emirato, che si affaccia sul Golfo Persico e confina con Iraq e Arabia Saudita, ha criticato il tweet e l’immagine sottostante, una bandiera arcobaleno con la scritta“PrideMonth” – mese del Pride -, perché “sostiene l’omosessualità”. Il ministero degli Esteri del Kuwait avrebbe poi convocato l’ambasciatoreJames Holtsniderper consegnargli un memorandum che condannava il post, esortandolo arispettare le leggi localie non pubblicare quel genere di contenuti: secondo i funzionari kuwaitiani violerebberole convenzioni internazionaliperché non rispettano le leggi e i regolamenti dello Stato. Le norme kuwaitiane, infatti, prevedono che l’omosessualità sia reato: essere gay è illegale e viene punito con penefino a sette anni di carcere. Fino al 16 febbraio 2022 anche essere unapersona transera un reato penale, ma il 16 febbraio 2022 un tribunale haabrogato l’articolo 198che criminalizzava “l’imitazione del sesso opposto” e prevedeva multa e reclusione fino a un anno,definendoloincostituzionale. Il Kuwait fa parte dei69 Paesi in cui essere gay è un reato:si tratta di circa un terzo del totale nel mondo.Circa la metà sono Paesi dell’Africa. La cifra raggiunge quota72se si considerano anche quegli Stati che, pur in assenza di leggi specifiche, condannanode factol’omosessualità: si tratta diEgitto, Afghanistan e Iraq. Le pene possono essere più o meno gravi, e possono arrivare perfino allacondanna a morte, prevista in Nigeria, Pakistan, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Yemen, Iran, Somalia e Mauritania. Le persone più colpite da queste punizioni sonogli uomini: numerosi Paesi, come per esempio lo Stato insulare di Antigua e Barbuda, nell’America centrale caraibica, ritengono legale l’omosessualità femminile, ma non quella maschile. L’indice dei viaggi in sicurezza per la comunità LGBTQ+riporta idieci paesi migliori e più sicuri al mondo: laSveziaè al primo posto tra i piùgay-friendly, seguita da Canada e Norvegia. I peggiori, invece, sono Nigeria, Qatar, Yemen, Arabia Saudita, Tanzania, Iran, Sudan, Barbados, Malaysia e Malawi. Qui l’omosessualità può essere punita, senza contare reclusione e pena di morte, anche conlapidazione e fustigazione. I Paesi che prevedono la reclusione fino a 8 anni sono 30, quelli che puniscono con il carcere da 10 anni all’ergastolo sono 27: tra loro la Guyana, le Barbados, la Dominica e laGiamaica. Qui vige una legge, “OffensesAgainst the Person Act”, che risale al 1864 e prevede anche i lavori forzati. SecondoWorld Population Review, un’organizzazione indipendente senza affiliazioni politiche,solo il 5% degli Stati membri delle Nazioni Uniteha scritto esplicitamente nelle proprie Costituzioni che la discriminazione basata sull’orientamento sessuale è vietata: la lista include Ecuador, Messico, Portogallo, Bolivia, Sud Africa, Svezia e Nepal. Lo dimostra anche lamapparealizzata daIlga-World, un organismo che riunisce le organizzazioni didifesa LGBT+di tutto il mondo, che colora i Paesi in base al grado di protezione contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale: quelli che offrono una tutela costituzionale a dicembre del 2020 erano 11. Quelli che assicurano un’ampia protezione, 57. Tutele sul luogo di lavoro, 81. Ancora ben pochi, nel 2022.