Guida al Bonus mobilità elettrica

 

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ilDPCM che istituisce in nuovi provvedimenti a favore della mobilità elettricaè l’occasione per provare a fare un punto sulla transizione ecologica in tema di mobilità. Cosa prevede il decreto? Le persone fisiche che acquistano un veicolo elettrico – automobile, moto o veicolo commerciale – entro il 31 dicembre 2022, nel 2023 e 2024, possono accedere agli incentivi del cosiddettoFondo Automotive, la cui dotazione in prospettiva 2030 arriverà a8,7 miliardi di euro. Per ora, c’è una disponibilità di 650 milioni di euro che si ripeterà per i tre anni oggetto del provvedimento. Chi può accedere? La misura è esplicitamente diretta a favore dellepersone fisiche, mentre per le persone giuridiche le quote riservate sono molto minori. In ogni caso, anche per veicoli commerciali si parla di acquirenti PMI, quindisono escluse le grandi flotte aziendali. Per acquistare quali tipi di veicoli? Si parla sempre diEuro 6 nuovi di fabbrica, ovviamente, e quelli coinvolti sono: Categoria L, da L1 a L7secondo la classificazione internazionale; in questo caso si va daiciclomotori alle moto, fino alle microcar. Per le quattro ruote si parla solo dicategoria M1, che in parole semplici sono leautomobili, con massimo 8 posti a sedereoltre al conducente (quindi si arriva fino ai minivan). Per queste due classi di veicoli il criterio di ammissibilità è illivello di emissioniche deve essere compreso tra 0 e 135 g/Km di Co2. Elettriche, ibride plug-insono naturalmente incluse, ma il bonus si estende anche ai motori endotermici con i livelli più bassi di emissioni. Per i veicoli commercialisono ammesse lecategorie N1 e N2, ovvero fino a 3,5 tonnellate e fino a 12 tonnellate. Il contributo per questa classe è riconosciuto solo per veicoli elettricicon obbligo di rottamazione,mentre per le categorie precedenti questa è solo un’opzione che permette di accedere a unmaggior contributo. Che impatto avrà il bonus? Riguardo all’impatto che questo programma potrà avere bisogna tenere conto dei due punti ancora critici per l’Italia (ma non solo per noi) che sono ladiffusione della rete di ricarica- oltre che le stesse tecnologie con cui può essere realizzata – e ilmix energetico nazionale. A settembre 2020 nel nostro Paese risultavano attivi13.077 punti di ricaricamentre, per fare un paragone, nazioni come Gran Bretagna e Olanda vantavano numeri di tutt’altra portata rispetto alla propria superficie: rispettivamente 32.396 e 61.406. Il secondo punto critico èl’elettricità,che in Italia vede ancora un contributo prevalente delle fonti fossili: nel 2021 il contributo delle rinnovabili, incluso idroelettrico, copriva il 36,4% della domanda di energia elettrica. Quindi,acquistando un’auto a zero o basse emissioni si rischia di produrre comunque emissioni climalteranti. Uno scenario n transizione che potrebbe subire una forte accelerazione grazie allanuova strategia europea sull’energiapresentatail 18 maggio dalla presidente Von der Leyen, il pacchettoRePower EU. A che punto è la mobilità elettrica in Europa? Prendiamo leauto elettriche “pure”(o BEV, Battery Electric Vehicle), che con leibride plug-insono le tipologie che nel nuovo provvedimento del governo godono della maggior quota di stanziamento (rispettivamente 220 e 225 mln euro sui 650 totali annui). Dati riferiti al 2021 vedevano, per quanto riguarda l’Europa, largamentein testa la Norvegia, dove le immatricolazioni BEV sfioravano il 64%, in un Paese dove il grosso dell’energia elettrica è da fonte rinnovabile (idroelettrico). Al di sotto della straordinaria performance norvegese si fa un bel salto: al secondo posto risultanoi Paesi Bassi, dove si tocca quasi il 20%.L’Italiadell’era “pre-fondo automotive” si fermava al 4,6% ma con un dato comunque in crescita. Se aggiungiamo le PHEV (Plug-In Hybrid Electyric Vehicle) arriviamo comunque a un significativo9,35% sul mercatototale, ma soprattutto con unbalzo di oltre il 100%sull’anno precedente (+107% per le elettriche, +153% ibride). Quale è il modello BEV più venduto in Europa? Tesla model 3, quindi non proprio un’utilitaria (a listino circa 55.000 euro), dopo che in precedenza in cima alla classifica c’era laRenault Zoe, che è più una citycar. Anche questo è unsegnale di evoluzione del mercato, che testimonia una maggior fiducia del consumatore sulle prospettive dell’elettrificazione del sistema europeo di mobilità. Modelli così costosi sono peròesclusi dall’accesso al bonus, che prevede untetto di prezzo per le BEV di 35.000 euro(iva esclusa), con un contributo di 3.000 euro o di 5.000 se si rottama un veicolo fino a Euro 4, e un tetto di 45.000 euro (sempre iva esclusa) per le ibride plug-in, con contributi rispettivamente di 2.000 e 4.000 euro. A questo punto non resta che aspettare il25 maggio, quando sul sito del Ministero per lo Sviluppo Economicosi riaprirà la piattaformaecobonus.mise.gov.itdove i concessionari potranno prenotare i contributi per l’acquisto dei veicoli che godono dei benefici del nuovo provvedimento.