Ricchi o poveri, si torna a viaggiare
Entro il 2030-2035 ilturismodi fascia altain Europa potrebbe generare valore fino a 520 miliardi.È quanto emerge dallostudioHigh-end tourismdellaEuropean Cultural and Creative Industries Alliance(Eccia), che riunisce sei associazioni europee provenienti da Italia, Francia, Germania, Spagna, Svezia e Regno Unito. «L’Europa è laprima destinazione turistica al mondoe il turismo è un comparto strategico per l’economia europea, ma esiste un grandepotenziale ancora inespressonel segmento di alta gamma», ha dichiarato il presidente di Eccia Matteo Lunelli che ha presentato il rapporto nella giornata di martedì. Oggi il turismo di lusso vale 130-170 miliardi, sostiene Lunelli, che sottolinea come «un piano per lo sviluppo del turismo di alta gamma in Europa potrebbe portare a unacrescita del valoredel settore fino a 520 miliardi». Il rapporto suggerisce alcune linee di intervento strategiche in questa direzione come «la creazione di unaproposta turistica sostenibilee naturalistica, ilmiglioramento delle infrastrutture dimobilitàdi alta gamma, la semplificazione dellapolitica di rilascio dei vistie un sistema formativo focalizzato sull’ospitalità d’eccellenza». Secondo lo studio, il turista in cerca di esperienze esclusive spende 8 volte più della media. Pur coprendo solo il 2% delle strutture ricettive, il turismo di alta gamma genera il22% della spesa turistica europeacomplessiva e garantisce un effetto moltiplicatore con ricadute sul 33% della spesa per cultura, intrattenimento e shopping. Ma le buone notizie arrivano anche dal resto delcomparto italiano. Secondo lostudiopubblicato il 16 maggio dall’Osservatorio Confturismo-Confcommercio, infatti, l’indice di propensione al viaggio è tornato ailivelli pre-pandemia(al 67%) e 23 milioni di italiani tra i 18 e i 74 anni sono intenzionati a partire nel periodo estivo. Di questi però solo il 40% ha già prenotato un viaggio, segno di una certavolatilità del mercatoche risente delle preoccupazioni legate all’inflazione e al caro energia. Ilmareresta lameta preferita, seguito dallamontagnae da città eluoghi d’arte. Crescono anche le distanzecoperte, con l’aumento del raggio degli spostamenti, spesso indice di una maggiore propensione alla spesa. Secondo il rapporto, l’85% degli italiani sceglieràmete nazionaliche in 6 casi su 10 saranno al di fuori della propria regione, mentre il restante 15% programma un viaggio all’esteroche in oltre due terzi dei casi avverrà in Europa. Gli intervistati dichiarano che spenderannoin media1.080 europer la vacanza standard diuna settimana o più, cifra che si riduce a circa 600 euro per le pause da 3 a 7 giorni. Per quanto riguarda la scelta dellestrutture ricettivesi registra un’inversione di rotta: se ad aprile del 2021 il 34% degli intervistati optava per l’affitto di una casa mentre il 26% sceglieva un albergo, oggi il 31% andrà in una strutturaalberghierae il 21% in case in affitto. «Superato quindi il timore di trascorre molto tempo in un contesto frequentato da altre persone che non si conoscono, si riaffaccia l’attenzione per la comodità e il servizioche in una struttura turistico-ricettiva è di norma al centro dell’offerta», sostiene il rapporto. «Dopo due anni di profonda crisi,il turismo sta tornando ai livelli pre-Covid. Le prospettive per l’estate sono positive anche seguerra, inflazione e caro energia preoccupanoancora fortemente. Per questo le nuovemisure di sostegnosono fondamentali anche per le imprese del turismo, che è il settore da cui davvero può ripartire tutto il nostro sistema economico», ha affermato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.