Francesca Cavallo e la libertà di essere chi vogliamo
“Forse me lo chiese perché mi ero appena rasata i capelli a zero. E ogni scelta diversa, ogni scelta che deviava dalla norma, doveva essere vagliata, passata ai raggi x, per assicurarsi che la norma non fosse realmente messa in discussione. Io sapevo solo che mi piaceva l’idea di avere i capelli corti. Che mi piaceva la mia ombra con i capelli corti”. Romanzo autobiografico sull’inesauribile ricerca di sé,Ho un fuoco nel cassettodiFrancesca Cavallo(Salani) ripercorre le tappe di un viaggio introspettivo e non solo, che inizia nel paesino diLizzano, in provincia di Taranto, famoso per “i furti d’auto e il traffico di eroina”, nella “casa missile” (lunghissima e stretta) dei suoi fino all’appartamento enorme, ultramoderno e vuoto diLos Angeles. Figlia di un venditore d’auto e di una casalinga, nel giro di qualche anno è riuscita a fondare un’aziendamultimilionariainCalifornia. “Allora non lo sapevo, ma sono cresciuta in un mondo di uomini. Un mondo cattivo. Ledonne, in quel mondo, lucidavano gli interni di case non finite.Esasperate senza saperlo dalla ripetitività dei lavori domestici e dalla cura dei bambini, isolate, prive di qualsiasi prospettiva di realizzazione personale o professionale che non passasse dalla famiglia, non andavano al bar, non lavoravano, uscivano solo per fare la spesa”. Da una cittadina del Mezzogiorno allaSilicon Valley, dai primi amori, per la piccola Teresa, poi per l’amica Giulia,tra sensazioni e sentimenti confusi, dissimulati ed etichettati nel modo sbagliato pur di renderli socialmente accettabili, alla scoperta della propriaidentità queere allo scontro incessante con unmondo del lavoroescludente, che tuttora relega ai margini donne e minoranze. Una storia personalissima, fatta diconquiste e fallimenti,salti nel vuoto e prese di coscienza, ma anche un appello universale e spassionato a non avere timore di deragliare, di “dar fuoco alle polveri” per demolire i muri che ci impediscono di essere davvero liberi e un invito a ripensare i sistemi e i valori esistenti e interiorizzati. La libertà, infatti, è come il fuoco e quando si accende non si sa dove possa arrivare. “Per noidonne, per noilesbiche, per noiqueer, per noi con lapelle scura, per noidisabili, per noitransgender, il primo passo verso l’evasione è coltivare il desiderio di vedere quello che c’è fuori. Oltrepassare i confini che qualcuno ha disegnato per noi. Scavalcare le aspettative che hanno incanalato le nostre vite fin da quando siamo nate. Per me,prendersi la libertà vuol dire appiccare il fuoco. Anche se non abbiamo un’idea precisa della direzione in cui andranno le fiamme, di quello che troveranno sulla loro strada, dei varchi che apriranno, dei corridoi che renderanno impraticabili”. Dopo lo straordinario successo diStorie della Buonanotte per bambine ribelli(6 milioni di copie vendute in tutto il mondo) – scritto a 4 mani conElena Favillie tradotto in 48 lingue – Francesca Cavallo torna in libreria a partire da oggi per raccontarci con la sua scrittura lieve e ironica la propria personale battaglia contro gli stereotipi di qualsiasi tipo. Scrittrice, regista teatrale, imprenditrice e attivista, ha fondatoSferracavalli, il festival internazionale diimmaginazione sostenibilee nel 2011Timbuktu Labs, sempre con Elena Favilli, una startup media dedicata all’infanzia. Nel 2018 ha vinto il premioPublisher’s Weekly Star Watch Award a New Yorke l’anno successivo ha scritto il suo primo romanzo per bambini,Elfi al quinto piano. Dal 2021 vive a Roma con la suagatta Dopaminae con lei acciambellata sulle gambe, ha scrittoHo un fuoco nel cassetto.