Diffondere la conoscenza deisegreti e delle meraviglie della laguna di Veneziagrazie a un contatto diretto con gli ecosistemi della Serenissima che inizia tra i banchi discuola. Il progetto, ora nella sua fase pilota, si chiamaAsilo della Lagunae, da settembre, vedrà impegnate due classi materne della città in una interazione a stretto contatto con la natura, tra le isole di Sant’Erasmo, conosciuta come l’isola dell’orto – è qui che si coltiva il celebre carciofo, presidio slow-food – ma anche Torcello e Lido.Non sarà però escluso il centro città. «Si tratta di un elemento fondamentale – specifica Santoro – Stiamo ragionando con le biblioteche locali per far acquistare libri che possano entrare nel progetto nella sua parte indoor. Con le associazioni urbane,vogliamo potenziare il concetto dioutdoor education, per assicurare ai bambini una scuola aperta e in connessione con la comunità». L’idea, nata da Francesca Santoro, coordinatrice Unesco del programma internazionale di educazione all’oceano, nasce 3 anni fa, guardando proprio agli esempioutdoor education, tanto diffusi in Nord Europa quanto poco sviluppati nel Sud. «Il concetto – ha spiegato Santoro ai nostri microfoni – è portare, regolarmente, i bambini ad apprendereall’aperto. Facendolifamiliarizzare con il mondo che li circonda, prendendo spunto dalla natura per affrontare i grandi temi della contemporaneità». Una proposta che, però, non deve essere confusa con quella della gita, sporadica ed estemporanea. Diversi studi scientifici, suggerisce Santoro, raccontano che anche gli insegnanti beneficiano dell’attività didattica fuori porta, cheincentiva il benessere fisico e mentale. «La laguna di Venezia è un luogo ideale, perché offre tutta una serie di metafore, comeambiente di connessione tra terra e mare, un luogo estremamente simbolico di contatto tra esseri umani e ambiente naturale. È una storia di centinaia di anni in cui le persone che hanno abitato qui si sono adattate e unite indissolubilmente all’ambiente in cui vivevano, trasformandolo ma in modo sostenibile». In Italia esistono esperienze didattiche simili, come gli“asili del bosco” o quello del mare,a Ostia. A questi Francesca si è ispirata, decidendo di parlarne conGruppo Prada, con cui come Unesco collabora da qualche anno alprogettoSea Beyond, iniziativa per diffondere l’educazione all’oceano.«L’idea è stata da subito molto apprezzata. Avendo poi loro una sede proprio nella Serenissima, la proposta non ha avuto difficoltà a radicarsi». «Con Asilo in Laguna abbiamo creato un comitato scientifico, coinvolgendoecologi della laguna, pedagogisti ed esperti dioutdoor education». Questo gruppo di specialisti sta sviluppando un programma didattico, per stabilire date e destinazioni delle uscite, con un percorso lungo tutto l’anno. Il tema centrale èl’interconnessione tra terra e mare, per sottolineare quanto l’intero Pianeta sia, alla fine, un unico luogo. Dove ambiente e salute sono interdipendenti. «Utilizzeremo la laguna di Venezia per prendere spunto eparlare ai bambini. Vista la loro giovane età, dai 3 ai 6 anni, molto sarà basatosull’osservazione della flora e faunaveneziana. Parleremo anche diattività economiche, spiegando che è possibile praticare la pesca in modo sostenibile, seguendo i cicli della natura. Faremo osservare loro come si svolge il trasporto a Venezia, iniziandoli alla tradizione marinara». In tutto questo, gli educatori non saranno lasciati a loro stessi. «Li aiuteremo a collegare lelezioni outdoor e indoor:prepareremo dei corsi di formazione a hoc». Il 27 e 28 maggioUnesco e Fondazione Prada si incontreranno con il comitato scientifico per finalizzare il programma scolastico. Una volta confezionato, verrà presentato alle scuole materne di Venezia, per poi capire quali intenderanno aderire al progetto. «Selezioneremonon più di due scuole- d’altra parte si tratta di un progetto pilota – e lavoreremo con dei facilitatori, che si occuperanno di organizzare la parte outdoor». Immaginando una giornata tipo, i bambini verranno radunati e accompagnati con un vaporetto, spingendoli già in quel momento aragionare sul tipo di trasporto pensato specificatamente per la Serenissimae sul suo impatto sull’ambiente. Dopodiché, l’esplorazione della laguna e le attività di osservazione della flora, fauna, e della morfologia del territorio. «Li impegneremo in un’attività chiamatafrattage, che consiste in applicaredei fogli su alberi e altri elementi naturali per riproporne le figure e i contorni, familiarizzando con le forme della natura. Ritornati in classe, chiederemo loro cosa si ricordano. Il sogno di Francesca Santoro sarebbe di espandere questo progetto, creandouna rete di tutte le lagune del Mediterraneo. «Questa iniziativa non si fermerà a Venezia». «Ciò che tengo a far capire è che questo progetto confluisce inuna più grande riflessione sulla scuola del futuro. Attiveremo un monitoraggio scientifico del prima e dopo. Individueremo degli indicatori scientifici per dimostrare scientificamente che queste iniziative fanno bene agli studenti, agli insegnanti. E alla società».
Lascia un commento