I passi (indietro) e gli sguardi altrove

 

Era ieri di 62 anni fa quando la 26enneRosanna Oliva- dopo aver presentato ricorso alla Corte Costituzionale perché il Ministero dell’Interno non l’aveva ammessa al concorso per la carriera prefettizia -vinse. Cosa voleva fare? Beh, con la sua laurea in Scienze Politiche e Sociali alla Sapienza di Romadesiderava poter accedere a un concorso pubblicoper lavorare in Prefettura. E allora fece una cosa bella, con il suo professore di Diritto costituzionale. Fece causa per sé. Ma vinse per tutte. Perché quel ricorso, votato da tutti e quindici gli uomini della Corte presieduta dal giurista Gaetano Azzariti (classe 1881, morì l’anno successivo a questa storica decisione)aprì le porte non soltanto a se stessa, ma a tutte le donne che volessero accedere a carriere pubbliche. Ho la fortuna di conoscere Rosanna Oliva e non credo di ricordare tra lenonne putativedella mia vita persona più dolce e più aperta. Oggi è una sorta disimbolo italiano della parità di genereanche se forse non abbastanza nota perché tutte le dobbiamo qualcosa. Ha aperto le porte di una carriera inaspettata – per esempio – alla prima donna che entrò a far parte della Corte Costituzionale,Maria Rosaria San Giorgio, che ha appena firmato unpodcastdedicato a questa straordinaria sentenza. IlCorriere della Sera- quel giorno – titolò quasi allo scandalo: “Anche una donna potrà diventare Presidente della Repubblica”. Già. Ancheuna donnapotrebbe diventarepresidente della Repubblica. Noi all’inizio deLa Svoltaci avevamo un po’ scommesso, con ironia. Ma non solo ironia. Solo che invece il mondo va all’incontrario e allora ci tocca, come giornale, fare la cronaca delle decisioni che vanno all’indietro. E invece che raccontare le svolte positive che abbiamo di fronte, o i grandi dibattiti per migliorare il nostro Pianeta e la libertà di espressione, ci tocca raccontare dellaCorte americana e dell’aborto negabile, e del ritorno delburqa in Afghanistan, e diShireen Abu Akleh,ennesima giornalista uccisa in Cisgiordania, diquattro documentaristearrestate in Iran, diMaria Alyokhina,fuggita dalla Russiasotto travestimento da rider. E quante altre cose sono capitate solo questa settimana? Si capisce perché anche un festival storico comeSguardi Altroveabbia deciso di dedicare un largo spazio della programmazione ai diritti, e abbia invitato non soloDrusilla Foerall’inaugurazione delle cinque giornate di cinema e spettacoli, ma abbia dedicato ampio spazio al reading di un romanzo diAnnie Ernaux:L’evento. Un libro che ha ispiratoLa scelta di Anne – L’Événement, film della regista francese Audrey Diwan, premiato lo scorso anno con il Leone d’Oro a Venezia.Un’opera che viene definita come “personale che diventa collettivo”. Proprio come la storia di Rosa Oliva, che da sola ha parlato per tutte. Così la voce – anche – di Sonia Bergamasco, che ha regalato la sua interpretazione di un libro che parla di una storia ambientata pochissimi anni dopo quella di Rosa. Anne, infatti, rimane incinta nel 1963 in una Francia in cui abortire è ancora illegale. E il suo dramma è il dramma di tutte se 50 anni dopo siamo ancora qui a parlarne. AncheSonia Bergamasco- a cui ho telefonato martedì scorso – la pensa così. Ha due figlie, giovani, e quando le chiedo cosa fa sì che Valeria e Maria diventino delledonne liberemi risponde: “Da quando sono bambine, anche attraverso la scuola, ho cercato di far sì che potessero scegliere sempre, per il loro meglio. Spronarle alla consapevolezza, in modo chenon siamo mai succubi delle situazioni e delle persone.Cosa che le generazioni passate hanno subito di più, ecco, per loro no.Che la loro emancipazione le renda più sciolte dai legami che ci trattenevano in passato”. La Bergamasco, attrice che ha interpretato in modo sublime tante storie importanti del nostro Paese, mi dice come se sentisse davvero l’urgenza di affermarlo, che “negli Usa c’è ancora la pena di morte in alcuni stati, ed èun Paese in cui ci sono tanti contrasti, razzismi, violenze. Sembra che si voglia nuovamenterimpicciolire lo spazio intorno alle libertà conquistate dalle donneche sono coloro che più soffrono in questo momento, anche dall’altra parte del mondo. In Ucraina, per esempio. In Afghanistan. In Italiaabbiamo fatto tanti passi avantima il pericolo è sempre in agguato”.