L’atlante di genere contro le disuguaglianze
«A causa delle persistenti norme patriarcali, ledonnesopportano ancora un onere sproporzionato rispetto allavoro di cura, che sia retribuito o meno». A riportarlo è laFoundation for European Progressive Studies(FEPS) all’interno dell’Eu Care Atlas.Questa è una mappa interattiva che offre un quadro europeo sulledisuguaglianze di generein ambito lavorativo, mostrando come le carenze nel sistema di welfare alimentino ildivario retributivo di genere. La peculiarità di questo atlante è che non analizza solo ilgender pay gap, ma anche altre tipologie didisuguaglianze economiche-lavorative: «Il pay gap è solo uno dei tre fattori principali che spiegano il divario retributivo complessivo – scrive la FEPS – L’Eu Care Atlas guarda anche all’occupazionee alleore lavorativeoltre che allavoro non retribuito,in tuttaEuropa». Questa condizione porta le donne a terminare il loro turno lavorativo quotidiano e a iniziare, una volta tornate a casa, il successivolavoro domestico. «Lacrisi all’assistenza, profondamente radicata nelle disuguaglianze di genere, costituisce quindi una delleprincipali sfideper la ricostruzione del futuro dell’Europa post-pandemica», scrive la FEPS. Employment Gap Tra i parametri da poter scegliere all’interno della mappa interattiva c’è l’Employment Gap, ovvero la differenza traoccupazione femminile e maschile.Nel 2020, il tasso occupazionale medio in Europa era quasi del 67% per le donne e del 78% per gli uomini: in Italia scendeva, con quasi il 53% per le donne e quasi il 73% per gli uomini (le percentuali erano sopra solo alla Grecia). Come suggeriscono i dati,meno servizi alla curasono presenti in un Paesepiù il divario cresce: in generale, il gap occupazionale rappresenta il 38% del generale divario retributivo di genere. «Dobbiamo ripensare alle nostreeconomie assistenziali, così da garantire che avere una famiglia e dei figli non equivalga alla fine di una potenziale carriera e a guadagni insufficienti», commenta la FEPS. Hours Gap Il secondo indicatore(Hours Gap)permette di avere un quadro sulle differenze lavorative in base alle ore, con una visualizzazione del tasso occupazionalepart timeper ciascuno Stato membro. «Nella maggior parte dei Paesi europei, il part time raggiunge livelli più alti tra lemadricon bambini di età inferiore ai 12 anni. E lapandemiaha rafforzato la posizione delle donne come caregivers», si legge sull’atlante. In Europa il tasso medio per il part time ha raggiunto nel 2020 il 24% per le donne e il 7% per gli uomini; in Italia, rispettivamente il 31% e l’8%. Gender Pay Gap Passando alla diversa retribuzione monetaria (Gender Pay Gap, parametro che costituisce il 41% del generale divario economico-lavorativo di genere) è stata registrata una media europea del 13%. «Esistono diverse ragioni: la prima è che le donne tendono a essere più presenti nelleprofessioni orientate all’assistenza[letteralmente, “service-oriented professions”, ndr], occupazioni generalmente meno pagate. Anche il divario per lamaternitàe riguardo l’avanzamento di carriera, nel quale le donne incorrono prima e dopo aver partorito, sono fattori determinanti». In Italia la percentuale registrata è del 4,2%. Questa mappa visualizza il gender pay gap, ovvero la differenza media nella retribuzione oraria lorda tra donne e uominiCredit: Foundation for European Progressive Studies (FEPS) Questa mappa visualizza il gender pay gap, ovvero la differenza media nella retribuzione oraria lorda tra donne e uominiCredit: Foundation for European Progressive Studies (FEPS) Time Use Relativamente alla sezioneWorkings Hours, la seconda macro tematica analizzata dalla FEPS (dopo il divario retributivo di genere), il parametroTime usemostra come le donne e gli uomini utilizzino in modo diverso il loro tempo lavorativo (retribuito e non). Ciò che emerge è chele donne lavorano almeno quanto gli uomini:«Contrariamente all’idea comune, spesso [le donne] portano una quota maggiore del carico di lavoro totale. Tuttavia, una quota elevata del loro lavoro rimaneinvisibileenon compensata. Ciò mostra la necessità di una transizione verso unanuova società della curache riconosca il valore dell’assistenza non retribuita», si legge a margine. Paid and Unpaid Work Infine, gli ultimi due filtri applicabili riguardano ilPaid and Unpaid Work, che mostrano come solitamente siano le donne a ridurre il proprio orario lavorativo per le faccende domestiche e la cura deə figliə (incentivando così la richiesta di turni part time). Selezionando sulla mappa l’Italia, notiamo che le donne passano306 minuti al giorno(circa5 ore) in un’attività lavorativa non retribuita, contro i 127 degli uomini. Questo carico in più porta indicativamenteuna donna su cinquea lasciare il lavoro dopo due anni dalla nascita deə figliə. In conclusione, l’atlante di generedella FEPS può rappresentare una valida guida (non solo italiana, ma europea) per sollecitare ancor di più i governi ad agire riguardo alle disuguaglianze di genere, mostrando loro ciò che è spesso invisibile agli occhi: ovvero cheil lavoro domestico è pur sempre lavoro.