I numeri dell’aborto illegale nel mondo
“Non c’è niente di più speciale, straordinario e meritevole di lotta che il miracolo della vita”,hanno dichiaratoideputati repubblicaniKevin McCarthy, Steve Scalise ed Elise Stefanik all’indomani della divulgazione dellabozza della sentenza della Corte Supremache molto probabilmenteribalterà laRoe v. Wade,la sentenza con cui nel 1973 la stessa corte sancì la legittimità dell’aborto negli Stati Uniti. Se la bozza verrà confermata,il diritto all’aborto non sarà più protetto dalla Costituzionee in 26 Stati diventerà quasi o del tutto illegale. Peccato che una decisione simile, anziché proteggere il miracolo della vita, non farà altro che metterne in pericolo milioni. L’illegalità dell’aborto non diminuisce il numero degli aborti È stato ampiamente provato che la criminalizzazione dell’aborto non serve a ridurre il numero assoluto delle interruzioni di gravidanza (Ivg). Come spiega ilGuttmacher Institute, tra le massime autorità sul tema, ogni anno si verificano nel mondo 121 milioni di gravidanze indesiderate, di cui il 61% si conclude con un’interruzione (per un totale di 73 milioni di aborti l’anno). Circa25 milionidi queste operazioni sono illegali e portanoalla morte di 39.000 donne ogni annoe all’ospedalizzazione di 7 milioni per complicanze. Anziché dissuadere le donne dall’abortire, negli ultimi 30 anni il numero di aborti clandestiniè aumentatodel 15% nei Paesi dove vigono delle restrizioni. Se siconfrontala percentuale di gravidanze indesiderate che si concludono con un’Ivg nei Paesi dove essa è legale e illegale, si può notare come non ci sia una grande differenza: è del 41% nel primo caso e del 39% nel secondo. Quello che cambia è invece il numero dellegravidanze non pianificate: nei Paesi dove l’aborto è illegale, sono molto più frequenti (quasi l’80% del totale). Questo accade perché dove ci sono restrizioni sull’aborto, c’è anchescarsa diffusione dei contraccettivi e dell’educazione sessuale. In uno studio condotto in Sri Lanka,solo il 4,2%delle donne ha citato l’illegalità dell’aborto come motivo per cui ha deciso di proseguire una gravidanza indesiderata. L’aborto illegale alimenta il mercato nero e gli aborti fai-da-te Se il 39% delle gravidanze nei Paesi dove l’aborto è illegale si conclude comunque con un’interruzione di gravidanza, è perché si ricorre all’aborto clandestino. Solonel 20,5% dei casil’operazione è condotta da personale sanitario. In tutti gli altri casi, ci si rivolge a persone non qualificate o si utilizzanorimedi casalinghi, con gravi conseguenze dal punto di vista medico. L’illegalità della procedura, poi, espone le donne al rischio di trovarsi in situazioni pericolose, cometruffe, ricatti economici o di natura sessuale,come è stato osservato in Cile. Questi crimini restano impuniti perché le vittime evitano di denunciarli alle autorità per timore di eventuali ripercussioni rispetto all’aborto. L’aborto illegale mette a rischio la salute (e la vita) delle donne L’aborto, sia chirurgico che farmacologico,è una procedura sicurae a basso rischio, purché eseguita o monitorata da personale sanitario e in condizioni igieniche adeguate. Al contrario, la criminalizzazione dell’aborto espone le donnea maggiori pericoli per la loro salute, sia perché le costringe a portare avanti gravidanze che possono mettere a rischio la loro vita,sia per il rischio di infezioni e complicanze. Secondo l’Oms, il 4,7–13,2% dellemorti materneogni anno è causato dall’aborto clandestino. Al contrario, lalegalizzazionedell’aborto è associata aminori tassi di mortalità materna(che arrivano al -30% fra le adolescenti) e a unminor numero di complicanze post-aborto. L’aborto illegale inoltre criminalizza le donne eaumenta le disuguaglianze:l’85% delle donnedenunciate per aver abortito a El Salvador ha meno di 30 anni, l’80% è povera e il 46% è analfabeta. Nel 2016in Italial’aborto clandestinoè stato depenalizzato, ma sono aumentate le multe amministrative, che sono passate da 51 euro a 10.000. Se laRoe v. Wadeverrà ribaltata, a soffrirne sarannosoprattutto le donne nere e ispaniche, tra i gruppi sociali più poveri e, di conseguenza, quelli che hanno meno possibilità di viaggiare in uno Stato dove l’aborto è legale. Anche la mortalità dell’abortoè legata alle disuguaglianze: nelle regioni in via di sviluppo, 220 donne muoiono ogni 100.000 aborti clandestini; nei Paesi sviluppati, sono “solo” 30. L’aborto illegale mette in difficoltà il personale medico La criminalizzazione dell’aborto ha un impatto negativo anche per imedici. Non solo è stata associata a unaminore preparazione professionale, a causa dell’assenza di opportunità di formazione, ma fa ricadere sulle loro spalle la responsabilità di un’eventualedenunciaalle autorità. La criminalizzazione dell’aborto induce inoltre il personale medico anon assisterele donneper timore di ripercussioni legali, come è accadutoin Poloniaa novembre dello scorso anno, dopo che una donna di 30 anni è morta di sepsi perché i medici non hanno voluto rimuovere il feto privo di vita dal suo utero per paura di essere denunciati. L’aborto illegale ha costi sociali Secondo le stime dell’Oms, i trattamenti dellecomplicanzedovute agli aborti clandestini costano ogni anno alla collettività 553 milioni di dollari. A questo si aggiungono i 922 milioni di dollari persi dalle donne a causa delleconseguenze sulla salutedopo un aborto clandestino. Al contrario, la regolarizzazione dell’aborto è stata associata a unamaggior partecipazioneal lavoro e alla vita pubblica, insieme a un maggior investimento da parte dei genitori nella crescita dei figli. Se non bastassero i dati, c’è anche una prova storica Negli ultimi trent’anni,solotre Paesial mondohanno reintrodotto restrizioni sull’aborto dopo averle sollevate:El Salvador, Polonia, e Nicaragua. Ma c’è un precedente storico: nel 1965, laRomaniadi Ceaușescu vietò l’interruzione di gravidanza per aumentare la popolazione. Se nei primi cinque anni il tasso di natalità raddoppiò, la Romania diventò anche il Paese conil più alto tasso di mortalità materna in Europa(159 decessi ogni 100.000 parti), causato nell’87% dei casi da complicanze dovute agli aborti clandestini. Vietare l’aborto,un servizio di salute essenziale secondo le Nazioni Unite, non diminuisce il numero degli aborti, ma aumenta soloi rischi per la salute e l’integrità delle donne. L’unico modo per salvare “il miracolo della vita” è rendere l’abortosicuro, gratuito e legalee accompagnarlo all’educazione sulla salute sessuale e all’accesso alla contraccezione.