Il Quarto Stato va in trasferta
A bordo di un furgone lungo 16 metri,IlQuarto StatodiGiuseppe Pellizza da Volpedoha abbandonato la sua dimora presso ilMuseo del Novecento a Milanoper essere collocato nella splendidaSala dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Il dipinto, dalle dimensioni enormi(3 metri per 5) e dal valore simbolico indiscusso, è stato calato dalla finestra e caricato sull’automezzo seguendo la procedura inversa con cui il capolavoro fece il suo ingresso al Palazzo dell’Arengario, dopo lascansione 3Dche ne ha rilevato lo stato di salute. Il quadro, assurto nel tempo a vero e proprio“manifesto pittorico del proletariato italiano”per la folla di braccianti che in segno di protesta avanza compatta, con incedere lento e sicuro, farà da sfondo all’evento presenziato dal Ministro Andrea Orlando e dai sindaci Giuseppe Sala e Dario Nardella, in occasione dellaFesta dei lavoratori.E rimarràfino al 30 giugno a Firenze. Un prestito insolito, quello pattuito tra Milano e la città del giglio, dal momento che l’accordo stretto dalle due amministrazioni, in realtà, non stabilisce con quale opera Firenze dovrà ricambiare Soprattutto quando si tratta didipinti così celebri, i trasferimenti avvengono solo dietro pagamento di uncanone d’affitto oppure in cambio di uncostoso restauroo diun’altra opera. “I rapporti fra le due città sono così buoni, che sono certo ci accorderemo per un prestito all’altezza” ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, che l’anno scorso ha lasciato lo stesso incarico a Firenze per ricoprirlo nel comune di Milano. Opera di altissimovalore iconico, per dimensioni e stato di conservazione,Il Quarto Statoha lasciato raramente la città di Milano,l’ultima volta nel 2008per una mostra alle Scuderie del Quirinale. Ma in passato il quadro è stata spostato più volte.Accolto tiepidamente dal pubblico nel 1902, aveva riscosso successo solo dopo la morte dell’autore. Deve parte della sua fortuna anche alledecine di riproduzionirealizzate per i sindacati e i movimenti socialisti e comunisti nel prima metà del secolo scorso e alle tante versioni parodiate e reinterpretazioni di cui è stata oggetto nella seconda metà. Con una raccolta fondi l’opera era stata prima collocatanella Sala della Balla del Castello Sforzesco,poi a Palazzo Realee infine aPalazzo Marino, tanto che nel corso di uno di questi avventurosi trasferimenti, era stata danneggiata. “Tutti questi spostamenti hanno resoIlQuarto Statouna sorta di poster, un manifesto” spiega aLa SvoltaBarbara Bracco, professoressa diStoria Contemporaneaall’universitàBicoccadi Milano, che coordina all’interno delprogettoMobartechtutte le linee di ricerca dell’ateneo sul quadro, in merito al valore storico-artistico ma anche riguardo allo stato di conservazione dell’opera. La professoressa ha contribuito assieme a un team di ricerca composto da Anna Galli (fisica applicata), Rita Capurro (storia dell’arte e museologia), Aurora Scotti (storia dell’arte) e Gregorio Taccola (storia contemporanea) –ad uno studio inedito e interdisciplinare sul quadro. Il momentaneo trasferimento, inoltre, potrebbe rivelarsi utileper ripensare la collocazionenel Museo del Novecento, al momento giudicata infelice: in una teca vicino alla rampa che porta al museo, in una posizione angusta e un po’ sacrificata, che rischia di non dare giustizia al dipinto. “Ultimamente c’è la tendenza a optare perl’esposizione di una singola opera, totalmentedecontestualizzata”spiega Barbara Bracco. “Gli storici dell’arte sono spesso contrari a queste operazioni sia per la fragilità dell’opera, sia perché il trasferimento di un unico quadro rischia di ridursi aun’operazione culturaleun po’ misera. In questo caso, però, il prestito al comune di Firenze el’inaugurazione in una ricorrenza come quella del 1° Maggio,fa calare l’opera in una cornice di senso molto particolare e reca con sé una serie di riflessioni sulla storia di lungo periodo italiana ed europea, perfettamente sintetizzata dal quadro di Pellizza da Volpedo”.