I funghi magici frenano la dipendenza da oppioidi?

 

Da tabù a speranze. Le “droghe” celebri negli anni Settanta, condannate e vietate, oggi stanno offrendo nuove chance per trattamenti terapeutici di diverso tipo. La comunità scientifica internazionale, dagli Stati Uniti all’Italia, sta svolgendo una serie di ricerche su comepiccole dosi di Lsd, psilocibina, ayahuasca eMdmapossano essere utili per il trattamento di vari disturbi psichiatrici quali ansia, depressione, disturbo da stress post-traumatico e anche per aiutare alcune dipendenze. Proprio in quest’ultimo caso, una nuova ricerca americana apre la strada alla possibilità che i“funghi magici”, con la loro psilocibina(triptammina psichedelica presente in alcuni funghi allucinogeni del genere Psilocybe, Panaeolus, Inocybe, e Stropharia), possano aiutare a sviluppareminori rischi di dipendenza da oppiacei, come l’eroina. In un gigantesco studio pubblicato suScientific Reportsda un team di ricercatori americani emerge infatti come la sostanza psichedelica dei funghi magici a un certo punto della vita di alcune persone che ne hanno fatto uso, abbia significativamente ridotto la probabilità di farli diventare dipendenti dagli oppioidi. I dati disponibili relativi al 2017 indicano chequasi 70.000 persone sono morte in un anno a causa dell’abuso di oppioidinegli Stati Unitie nel prossimo decennio si stima che la dipendenza possa portare a quasi un milione di decessi. Per questo motivo gli scienziati hanno deciso di indagare possibili sistemi utili a frenare le dipendenze. Analizzandoi dati di quasi215.000 personeraccolti tra il 2015 e il 2019 è risultato chel’uso di oppioidi era di almeno il 30% meno probabile fra coloro che nella vita avevano assunto psilocibinarispetto a coloro che non ne avevano mai fatto uso. Lo studio dimostra inoltre che chi ha utilizzato psilocibina in media ha il 17-34% in meno di probabilità di aver sperimentato 7 degli 11 sintomi di abuso e dipendenza da oppioidi. «I nostri risultati suggeriscono chevale la pena indagare sugli effetti protettivi della psilocibinaper tutti i criteri diagnostici correlati per il disturbo da uso di oppioidi, inclusi uso eccessivo e tolleranza, stress emotivo correlato agli oppioidi e problemi sociali e lavorativi correlati agli oppioidi» dicono gli esperti. Quello che hanno osservato i ricercatori è che questa sorta di sistema protettivonon avviene nel caso di peyote, mescalina o Lsd, ma sembra invece che ci sia unlegame tra il composto attivo dei funghi magici e la possibilità di frenare la dipendenza e l’abuso di oppioidi. Per ora, gli esperti si dicono certi della possibile connessione, ma sostengono che saranno necessari altri studi per comprendere meglio la relazione. «La psilocibina era l’unica sostanza psichedelica classica associata alla riduzione delle probabilità di disturbo da uso di oppioidi nell’ultimo anno in un ampio campione rappresentativo a livello nazionale della popolazione statunitense» precisano i ricercatori diHarvard e Yaleche hanno condotto lo studio. Una delle possibilità che gli esperti stanno prendendo in esame per comprendere la relazione fra uso e minore dipendenza da oppioidi è che la psilocibina potrebbeinterferire con la trasmissione di serotonina e dopamina, neurotrasmettitori collegati alla dipendenza nel cervello. Allo stesso tempo potrebbero però avere un valore anchele esperienze “mistiche” e spiritualiche le persone dicono di aver ottenuto attraverso l’uso di funghi magici: questo tipo di vissuti potrebbero aver aiutato le persone a sconfiggere eventuali dipendenze da eroina o altre sostanze a base di oppiacei, che sono responsabili del 70% di tutti i decessi da overdose negli States. Mentre gli studi sulla psilocibina proseguiranno, i ricercatori chiosano ricordando come «esiste una chiara necessità di identificare interventi più efficaci per il disturbo da uso di oppioidi,nonché di esplorare i fattori protettivi che possono aumentare la probabilità di astinenza da questi composti che creano dipendenza. E la psilocibina potrebbe essere uno di questi» .