Il guru centauro contro la desertificazione
Jaggi Vasudev, meglio noto come Sadhguru,ha inforcato una motocicletta per unviaggiodall’Europa all’India che lo ha portato anche in Italia. L’obiettivo dell’iniziativa è contrastare ladesertificazione. Se immaginiamo unmondo post-apocalitticoè facile figurarselo desertico e abitato da bande di nomadi costrette a migrare a causa della scarsità di risorse idriche e alimentari. Un cliché piuttosto scontato dafilm distopicodi quarta categoria, che purtroppo però rischia di diventare unoscenario futuribile. A lanciare l’allarme è il movimentoConscious Planetfondato da Jaggi Vasudev, meglio noto col nome di Sadhguru,yogi indiano premiato delPadma Vibhushan(la seconda più alta onorificenza civile indiana), autore di best seller per ilNew York Times, nonché grande comunicatore con migliaia di seguaci in tutto il mondo e un canaleYouTubecon oltre 9 milioni di iscritti. Il 21 marzo, alla rispettabile età di 64 anni, il dinamico guru ha lanciato la campagnaSave Soil (Salva il suolo)e in sella a una motocicletta ha intrapreso un viaggio di 30.000 chilometri in solitario cheda Londra lo porterà a visitare le capitali di 26 nazioni. In Italia ha fatto scalo il 30 marzo aVeneziaper una conferenza presso l’Università Ca’ Foscari, e il 2 aprile aRomaper un evento che ha raccolto all’Auditorium Parco della Musica circa 1.500 persone.Il 6 era era a Ginevra. il 9 a Parigi. L’obiettivo di Conscious Planet è sensibilizzare media e leader politici, ma soprattutto la popolazione mondiale sullanecessità di un’azione congiuntae immediata per salvare il suolo dal progressivo inaridimento. Secondo le Nazioni Unite, infatti, circa un terzo dei terreni agricoli presenti sulla superficie del Pianeta è già degradato,ha cioè perso quel 3% di contenuto organico indispensabile per la coltivazione.Il risultato è che oggi il valore nutrizionale della frutta e della verdura di cui ci cibiamo è otto volte inferiore di quanto lo era 100 anni fa. Etra 45 – 50 anni quello che gli agronomi chiamano “soprassuolo”, potrebbe estinguersidefinitivamente con conseguenze drammatiche quali siccità, inondazioni, specie animali estinte, abbattimento delle fonti di sostentamento per la popolazione mondiale, quindi migrazioni di massa, crisi economiche e conflitti. La soluzione, sostiene Sadhguru, c’è e consiste nell’intraprendere politiche concrete volte aarricchire il suolo di contenuto organico. È una situazione drammatica ma ancora reversibile, perché se è vero che togliendo sostanze nutritive alla terra questa diventa sabbia, è vero anche che aggiungendo sostanze nutritive alla sabbia,questa torna a essere terra. «La natura del nostro progetto – ha spiegato Sadhguru – non va contro nessuno. Negli ultimi due anni ho parlato a diversi Ministri dell’ambiente, dell’agricoltura, burocrati, capi di Stato e di Governo, scienziati, attivisti, industriali enon ho trovato una sola persona che si è detta contraria, perché Conscious Planet non punta il dito; siamo tutti compartecipi del danno che abbiamo generato. La nostranon è una guerra, né una protesta, ma un movimentovolto a estendere la responsabilità del problema; il nostro obiettivo è diventare la generazione che è riuscita atornare indietrodalla minaccia del disastro”. È indispensabile, sottolinea ripetutamente il celebrecapo spirituale,che vi sia diffusa consapevolezza del problema perché nei Paesi democratici sono le singole persone ad avere il potere di avviare un cambiamento, non con le barricate ma col peso del proprio voto. La posta in gioco è salvare il Pianeta e tutte le specie che lo abitano, compreso l’uomo.“Let’s make it happen”, recita lo slogan di Conscious Planet, “Facciamo sì che accada”.