Se ai minori irregolari manca il pediatra di base
Nel1989l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò laConvenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, per la tutela della crescita e dello sviluppo dei bambini e delle bambine. Tra i suoi principi fondamentali, il diritto alla vita del minore e all’assistenza medicasenza alcuna distinzione sociale, culturale, etnica o religiosa. L’Italia haratificatola Convenzionenel 1991ma, come riportaEmergency, nel nostro Paese esistono ancora delle lacune al riguardo. Il diritto allacura dei figli dei cittadini stranieri irregolari, infatti,non sempre viene garantito. Per questo motivo negli anni, l’associazione umanitaria si è battuta per sollecitare l’adozione diprovvedimenti nazionalia tutela dei minori irregolari in Italia. Secondo l’organizzazione, in alcune regioninon è possibile iscriverequesti bambini al Servizio Sanitario Nazionale,negando ai genitorila scelta del proprio pediatra. Spesso sono costretti a recarsi al pronto soccorso anche per casi non gravi (che quindi non richiederebbero un intervento simile), «aumentando così unadisparità di accesso alle curerispetto ai bambini italiani o ai figli di genitori con i documenti», scrive l’organizzazione. In alternativa, è possibile ricorrere agli enti del terzo settore, come le associazioni di volontariato o di promozione sociale. Ma recentementequalcosa si è mosso. Dal 17 marzo inCampania, i figli fino a 14 anni di cittadini stranieri irregolari hannodiritto all’assegnazione di un pediatradi libera scelta, proprio come tutti i bambini nati in Italia: basterà solo recarsi all’anagrafe con il codice di identificazione “Straniero temporaneamente presente (STP)”. Nella regione la cura di questi minori eragià garantita gratuitamente dall’ambulatorioEmergencydi Castel Volturno: non solo servizi pediatrici, ma anche un ambulatorio infermieristico e uno sportello di orientamento sociosanitario per i migranti e le persone in stato di bisogno. «In questi anni l’ambulatorio ha offerto la disponibilità di un pediatra, chiedendo però alle istituzioni disopperire a tale vuoto normativoe assistenziale nell’ambito pediatrico», ha spiegatoSergio Serraino, coordinatore dell’ambulatorio diEmergencydel comune campano. Come lui stesso ha specificato, questo è un traguardo significativo ma temporaneo: unasoluzione “tampone”, da dover sostituire (in fretta) con un provvedimento duraturo. AncheAlessia Mancuso, coordinatrice dell’area legale diEmergency, si trova d’accordo. «Siamo soddisfatti ma si tratta comunque dimisure parziali, che rendono ancora più urgente l’adozione di un provvedimento nazionale,capace di rendere la procedura uniforme tra le Regioni, e di assicurare a tutti i minori (europei e non) l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e la garanzia dell’assegnazione di un pediatra di libera scelta», ha dichiarato. Nonostante in Italia lecure urgenti ed essenzialisiano sempre garantite, in alcune regioni viene fornita un’assistenza pediatrica più completaper i figli di cittadini irregolari. InLombardia ed Emilia-Romagna, a esempio, la figura di un pediatra è garantita a tutti i minori anche se non in possesso del permesso di soggiorno. NelLazio, invece, i figli di genitori non appartenenti alla Unione Europea e non in regola, ma in possesso del proprio codice fiscale, possono iscriversi al servizio sanitario regionale e ottenere l’assegnazione del pediatra di libera scelta. Infine, ilVenetoha recentemente approvato un provvedimento che istituisce un servizio territoriale di pediatria di base aperto a tutti i minori irregolari, anche grazie all’impegno diEmergencyal riguardo. E se prima l’urgenza sanitaria pediatrica più importante riguardava il contagio da Covid-19, ora è laguerra in Ucrainaa spaventare di più, le cui conseguenze sono già visibili con l’arrivo di numerosi bambini in fugadal Paese, più che mai bisognosi dicure immediate, accessibili e gratuite.