Censura, blocco internet: record di casi nel 2023

Con283 interruzionidiinternetin39 Paesinel mondo,il 2023 è stato l’anno peggiore per la repressione dei diritti umanifondamentali tramite il controllo dellaconnessione online. L’ultimo reportdell’organizzazione no-profitAccess Nowevidenzia una tendenza allarmante che dalla prima documentazione, avvenuta nel 2016, mostra unacrescita netta dei casi in cui regimi autoritari e democratici hanno bloccato l’accesso pubblico alla rete.L’obiettivo di entrambi è quello di isolare gli utenti favorendo lacensurae limitando la voce di chi protesta contro i loro Governi, diceAccess Now. Proprio mentre la Francia decide divietare TikTokin Nuova Caledonia schierando l’esercito per fronteggiare le violente proteste scoppiate sull’isola da alcuni giorni, il report fa luce sul crescentecontrollo di internete delle piattaforme online come strumento direpressione dell’opinione pubblica nel mondo. Access Nowha contato82 blocchi a internet in più rispetto al 2022,ovvero un aumento del41%che rende il 2023 l’anno con il più altro record negativo mai registrato, dopo le 221 interruzioni del 2019. Per la prima volta, poi, i conflitti e le proteste sono emersi come principale causa della sospensione di internet, soprattutto in Asia, mentre le interruzionilegate ai disastri climaticisono emerse come una nuova tendenza preoccupante. “Sempre più eserciti stanno utilizzando le chiusure come parte di una strategia deliberata per isolare le popolazioni dal resto del mondo, sia come precursore di atrocità e violenza contro i civili sia come parte di uno smantellamento continuo e sistematico delle infrastrutture civili. L’utilizzo della chiusura di internet come arma durante i conflitti attivi ha portato ad aggravare le crisi umanitarie”, ha spiegato l’organizzazione. InKenya, Mozambico, Nepal e Suriname si sono verificati per la prima volta casi di manipolazione di questo tipo, rivelando come questo fenomeno si stia espandendo geograficamente. Lo spostamento globale è visibile anche nel fatto che le interruzioni non riguardano più soltanto blocchi altamente localizzati, ma anchearee geografiche più ampie. Le interruzioni della rete, spiegaAccess Now, vengono inoltre “utilizzate comearma di guerra o meccanismo per interrompere il libero flusso di informazioni a Gaza e in Ucraina”.In altri casi documentati, poi, la connessione è stata spesso negata anche con l’obiettivo dichiarato di“prevenire brogli durante gli esami e le elezioni”a livello nazionale. Di recente, India, Myanmar e Iran sono stati i 3 Paesi dove la chiusura di internet a questo scopo è stata più intensa. D’altra parte, anche idirittiLgbtq+sono stati investiti dalla censura.Tra le piattaforme social che sono state più bloccate al pubblico ci sonoFacebooke l’app di incontriGrindr: il blocco di queste applicazioni ha avuto in particolare lo scopo diisolare le persone queer in Cina, Indonesia, Iran, Giordania, Libano, Oman, Pakistan, Qatar, Arabia Saudita, Tanzania, Turchia ed Emirati Arabi.