World Press Photo 2024: ecco i vincitori

La 67° edizione delWorld Press Photo Contest, che ogni anno riconosce e celebra il miglior fotogiornalismo prodotto nell’ultimo anno,ha annunciatoi suoi vincitori, selezionati tra più di 61.062 scatti di 3.851 fotografi provenienti da 130 Paesi. La giuria indipendente ha selezionato 24 vincitori, sei menzioni d’onore e due menzioni speciali. “Daiconflitti devastantie daglisconvolgimenti politiciallacrisi climaticae alpassaggio sicuro deimigranti, le opere pluripremiate documentano alcune delle questioni più urgenti che il mondo deve affrontare oggi”, si legge sulla piattaforma del premio internazionale. “Nel riunire storie così importanti, la selezione incoraggia una maggiore comprensione e consapevolezza degli eventi attuali, oltre a ricordare la necessità della libertà di stampa in tutti gli angoli del mondo”. Il concorso delWord Press Photo, un’organizzazione indipendente senza scopo di lucro con sede nei Paesi Bassi, fondata nel 1955, è diviso in sei regioni geografiche: Africa, Asia, Europa, America del Nord e Centrale, America del Sud, Sudest asiatico e Oceania. In ognuna si può competere in 4 categorie in base al formato dell’immagine: Singole, Storie, Long-Term Projects e Open Format. Dalla selezione regionale vengono poi scelti i 4 vincitori globali. Il premio per la categoriaWorld Press Photo of the Year, la più importante, è andato alla foto intitolataPalestinian Woman Embraces the Body of Her Niecescattata daMohammed Salem, un fotografo palestinese dell’agenziaReuters. Nell’immagine si vede una donna palestinese che abbraccia il corpo di sua nipote, morta, avvolta in un telo bianco; il fotografo ha descritto lo scatto come un “momento potente e triste che riassume il senso più ampio di ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza”. Ha raccontato di aver trovato Inas Abu Maamar, 36 anni, accovacciata a terra mentre abbracciava Saly all’obitorio dell’ospedale Nasser. Dal 7 ottobre 2023, quando Hamas ha colpito il sud di Israele, uccidendo circa 1.200 persone e rapendo circa 250 ostaggi, i morti tra le fila palestinesi sono oltre 30.000.Le donne ei bambini palestinesihanno rappresentatopiù di due terzi del bilancio delle vittime, secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR). Guarda tutte le immagini della gallery>1/5Una foto della serie “Valim-babena” che ha vinto il World Press Photo Story of the Year.Credit: AwardLee-Ann Olwage/Geo/World Press Photo 2/5Alejandro Cegarra con la serie “The Two Walls” ha vinto il World Press Photo Long-Term Project AwardCredit: Alejandro Cegarra/The New York Times/Bloomberg/World Press Photo 3/5Julia Kochetova con la serie “War is Personal” ha vinto il World Press Photo Open Format AwardCredit: Julia Kochetova/Der Spiegel/World Press Photo 4/5Con “Adrift” Renata Brito e Felipe Dana hanno vinto il World Press Photo Africa Regional Winner Open Format categoryCredit: AP Photo/Felipe Dana 5/5“Afghanistan on the Edge” di Ebrahim Noroozi ha vinto il World Press Photo Asia Series categoryCredit: AP Photo/Ebrahim Noroozi Per la categoriaWorld Press Photo Story of the Year, è stata premiataValim-babenadiLee-Ann Olwage, una visual storyteller del Sudafrica che ha pubblicato il suo lavoro sulla rivistaGEO; gli scatti mostrano la storia di Paul Rakotozandriny, Dada Paul, 91 anni, che ha vissuto conla demenzaper 11 anni. Sua figlia Fara Rafaraniriana, 41 anni, si è presa cura di lui. L’artista ha raccontato che tutti, compresi i suoi dieci figli, credevano che Dada Paul fosse “impazzito” o attribuivano i sintomi al consumo eccessivo di alcol. Ma la demenza, spiega il contest, che ha voluto premiareil progetto sulla stigmatizzazione di questa sindrome in Madagascar, sta diventando un problema a livello globale, man mano che aumenta l’aspettativa di vita: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 55 milioni di persone in tutto il mondo ce l’hanno, e più del 60% vive in paesi a basso e medio reddito. Il terzo vincitore globale, della categoriaWorld Press Photo Long-Term Project Awardè andato aThe Two WallsdiAlejandro Cegarra, fotografo venezuelano delNew York Timese diBloomberg. Attingendo alla sua personale esperienza di migrazione dal Venezuela al Messico nel 2017, il fotografo Alejandro Cegarra ha avviato questo progetto nel 2018: secondo la giuria “documentala situazione delle comunità migranti profondamente vulnerabilicon rispetto e sensibilità. Attraverso la sua fotografia, spera di promuovere una maggiore comprensione, empatia e solidarietà nei confronti di coloro che sono in prima linea nella crisi migratoria globale”. IlWorld Press Photo Open Format Awardè andato aWar Is Personal, di Julia Kochetova,dall’Ucraina. Il progetto “intreccia immagini fotografiche con poesia, clip audio e musica”, si legge sul sito ufficiale del premio. Si tratta di un mix tra lo stile del fotogiornalismo e quello di un diario personale, “permostrare al mondo com’è vivere con la guerra come realtà quotidiana. Uno sguardo intimo sulla vita sotto assedio, ma anche uno sguardo più profondo su come viene elaborata la guerra e su come, nonostante la tragedia, il dolore e il trauma, le esperienze possono essere condivise oltre i confini”. Tra i vincitori delle altre categorie, anche i giornalisti dell’Associated PressRenata Brito e Felipe Dana, che hanno ricevuto il premio Open Format nella categoria regionale dell’Africa con la storia multimedialeAdrift: un progetto incentrato suldestino di un gruppo di migranti provenienti dall’Africa occidentaleche, nel tentativo di raggiungere l’Europa, sono finiti su una nave fantasma, una barca mauritana scoperta al largo di Tobago, nell’Oceano Atlantico. Sempre per l’Associated Press, il lavoro diEbrahim Norooziha vinto il premio Asia Stories:Afghanistan on the Edgeraccontal’Afghanistan da quando i Talebani hanno ripreso il poterenell’agosto 2021. Il 19 aprile si tiene alla De Nieuwe Kerk di Amsterdam, Paesi Bassi, la prima tappa deltour mondialedellaWorld Press Photo 2024, che raccoglie i lavori dei vincitori della 67° edizione.Dall’8 maggio al 9 giugno la mostra sarà a Romaal Palazzo delle Esposizioni.