KeepTheSun: la piattaforma digitale del fotovoltaico italiano di seconda mano

KeepTheSun: la piattaforma digitale del fotovoltaico italiano di seconda mano

 

L’acquisto di prodottisecond handha preso sempre più piedegrazie ad applicazioni, siti e una crescente consapevolezza dei suoi vantaggi in termini di costo, sensibilmente più basso, e di impatto ambientale, in quanto si acquista qualcosa di già esistente e dunque senza rimettere in moto il processo produttivo. Questo vale sicuramente per ivestiti, per glismartphone, per leauto, ma anche per beni di dimensioni decisamente più rilevante come ipannelli solari. Affinché dei prodotti possano essere scambiati serve però un mercato. Ecco dunque che l’azienda torinese di consulenza per impianti di produzione di energiaCoesa, dopo una prima fase sperimentale, ha lanciato ufficialmenteKeepTheSun, una piattaforma digitale sviluppata in collaborazione conPolitecnico di Torino,UnicrediteFondazione Cottino, per fare incontrare domanda e offerta e stimolare così lacompravendita di moduli fotovoltaici usati. La creazione di unmercato secondario italianoper questa tipologia di prodotti permette infatti di riciclare pannelli solari ancora in buone condizioni a prezzi più bassi, estendendo quindi a sempre più persone la possibilità di installare impianti per la produzione di energia pulita, senza ricorrere quindi ai moduli di nuova produzione provenienti dall’estero (specialmente la Cina). I13.000 pannelliattualmente presenti fra gli annunci del marketplace hanno mediamente11 anni di età, con prezzi che diminuiscono all’aumentare dei moduli richiesti, e unacapacità di produzione energeticain grado di mantenersi ancoraall’80% entro i primi 20-25 annidalla prima installazione. Questi moduli quindi possono avere una seconda vita nelle mani di nuove imprese o persone che intendonoammodernare il proprio impiantocon pannelli ancora efficienti e aminor prezzo, oltre che minori ostacoli burocratici. Specialmente per quanto riguarda gli impianti fotovoltaicioff grid, che producono energia elettrica in maniera completamente autonoma e indipendente, senza la necessità di allacciarsi alla rete elettrica nazionale. Un risparmio in termini di costi, ma anche diimpatto ambientale. Stando alle stime diIrena, agenzia internazionale per le energie rinnovabili, ben78 milioni di tonnellate di pannelliesauriranno la loro vita entro 2050, portando a unincremento della produzione di oltre 2 miliardidi moduli e un valore di 15 miliardi di dollari. Tutto ciò si scontra con lascarsità delle materie primenecessarie a una simile esigenza produttiva di un settore che da solo rappresenta il15% della domanda mondiale di argento. C’è poi il nodo dellacarenza di sabbia silicea, materiale ampiamente utilizzato nella filiera tecnologica per la realizzazione degli schermi di dispositivi elettronici, lenti per fotocamere, fibre ottiche e semiconduttori. Componente essenziale, dunque, anche per la produzione pannelli solari e turbine eoliche, la cui importazione e utilizzo principale è nelle mani dellaCina. L’aumento della domanda registrato negli ultimi anni dovuta allo sviluppo delle energie rinnovabili rischia quindi di allungare di molto i già consistentiritardi nelle esportazionie incrementare i rischi didegradazione ambientale delle aree di estrazione, oltre che legarsi mani e piedi a Pechino e aumentare il suo controllo della filiera. Il quale, attualmente, è piuttosto avanzato dato che «solo nel 2023 in Europa abbiamo importato dalla Cina quantità per 101,5 gigawatt. Vuol dire circa203 milioni di pannelli», commenta Matteo Stoppa, capo del settore innovazione e tecnologie di Coesa, secondo cui il riutilizzo di moduli ancora sani e rappresenterebbe un contributo rilevante anche per garantire ilmassimo recupero dei materiali. Una sfida che ha a che fare con il complessotrattamento e smaltimento dei rifiutiche nei prossimi 30 anni riguarderà, sempre secondo Irena, ben2,1 milioni di tonnellate di pannelli solaritradotti in un enorme ammasso di plastica, vetro, argento e silicio destinati all’incenerimento, con il doppio rischio dirilasciare sostanze inquinantiper terreni, falde acquifere e l’atmosfera, insieme allospreco di risorse ancora utiliper la produzione di energia pulita. Uno scenario di estrema inefficienza che questo nuovo progetto intende scongiurare anche fornendo assistenza per losmaltimento controllato dei moduli, qualora il riciclo risulti impraticabile. Guarda tutte le immagini della gallery>1/4 2/4 3/4 4/4 Rimettendo in circolo questi materiali, affermaFederico Sandrone, amministratore delegato e cofondatore di Coesa, «non solo trasformiamo un rifiuto in una ricchezza, ma tuteliamo i consumatori ed evitiamo di alimentare lafiliera estera del fotovoltaico, che in questi anni, grazie avantaggiosi incentivi fiscali, è cresciuta». Come sottolineato anche dal reportInFotovoltaicocurato daGestione Servizi Energetici (Gse)-società partecipata interamente dal Ministero dell’economia incaricata della promozione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica- che fra le sue statistiche rileva quasi300.000 impianti entrati in esercizionei soli primi nove mesi del 2023 (2,2 volte in più rispetto all’anno precedente). Per un totale dioltre 1milione e 508.000 impianti fotovoltaiciregistrati al 30 settembre, in crescita del 23% rispetto alla fine del 2023 e con una crescita incredibilmente forte rispetto ai dati del 2010, in cui se ne rilevavano appena 160 mila per poi superare il milione solamente a cavallo della pandemia, grazie soprattutto agli incentivi nati per l’efficientamento delle abitazioni come il superbonus 110%. L’espansione del comparto fotovoltaico italiano si riflette anche in termini di capacità produttiva, dato che la potenza di picco del 2023, ossia lamassima potenza elettricache l’impianto può erogare in condizioni standard di irraggiamento solare e temperatura,ha superato i 28.000 Megawattguadagnando un 14% in più rispetto all’anno precedente (che chiudeva con circa 25mila Mw), con il46% di potenza installata legata al settore residenzialee quasi il 70% di impianti montati su tetti e coperture di imprese e palazzi. A livello regionale, sul podio spicca laLombardiacon più di 50.000 moduli installati tra gennaio e settembre 2023 con una potenza che passa da 272 a 648 Mw, per poi passare a Veneto (che cresce di 18.000 impianti, pari a 486 Mw) e Emilia Romagna (con 28.000 impianti, 361 Mw). L’Italia, dunque, dimostra il suo crescente interesse verso la produzione di energia da fonti rinnovabile. Anche se il mercato di riferimento – stando agli sviluppatori del progetto – èglobale, estendendo il suo potenziale raggio d’azione a tutti quei paesi con incentivi pubblici pari a zero e dove la maggior parte delle esportazioni di moduli avviene illegalmente. L’obiettivo è dunque quello di creare una rete che intrecci venditori e acquirenti da ogni parte del mondo, con particolare attenzione per iPaesi africani e quelli in via di sviluppo, che potrebbero trovare nei pannelli di seconda mano un’ottima risorsa per produrre energia pulita a costi moderati.