Che cos’è la telefonofobia, la paura di ricevere chiamate?

Che cos’è la telefonofobia, la paura di ricevere chiamate?

 

Il telefono squilla. Guardi lo schermo dellosmartphonee improvvisamente ti coglie una certa apprensione. “Chi è? Cosa vuole? Perché invece di chiamarmi non mi ha scritto un messaggio?”, ti chiedi e alla fine decidi di ignorare la telefonata, di aspettare che il telefono smetta di squillare. Questo potrebbe essere un attacco ditelefonofobia,una forma diansia socialeche può diventare particolarmente invalidante, perché chi ne soffre tende a evitare le persone,non rispondendo alle telefonate, procrastinando o preferendo messaggi o email. Può manifestarsi attraverso vari sintomi:sudorazione, accelerazione del battito cardiaco e mancanza del respiro. Come riportaThe Irish Times, infatti, un sondaggio diSky Mobiledel 2023ha rilevato cheoltre il 26% dei giovani della Generazione Ztende a ignorare le telefonate, mentreil 20% crede sia “strano” ricevere chiamate. I Millennial non sono da meno:lo studio condotto daOpen Marketha rilevato che il 75%di loro preferisce inviare messaggi piuttosto che sollevare la cornetta. Sembra paradossale: trascorriamo sempre più tempo sui nostri telefoni, ma li usiamo sempre meno per la loro funzione originaria, ovvero chiamare.Il professor Duncan Brumby che si occupa di Human-Computer Interaction presso l’University Collegedi Londraha realizzato uno studio sull’impatto che ha ricevere oggiuna telefonata al cellulare. «È divertente – ha dichiarato aThe Irish Times- che continuiamo a chiamare questa cosa telefono quando in realtà non lo è. È unpiccolocomputer». L’ansia di fare e ricevere telefonatenon è un problema legato alle nuove generazioni.Dalì, seppur all’apice del proprio successo,non riusciva a chiamare un ristorante per prenotare un tavolo, mentreil poeta britannico Robert Graves scrisse nel 1929 della sua paura di usare il telefono. Secondo gli esperti, sono le modalità stesse della telefonata a mettere a disagio le persone che soffrono ditelefonofobia. L’assenza del contatto visivo, e quindi diespressioni facciali e linguaggio del corpopossono generare confusione e rendere insicuri. Fino a 20 anni fa usare il telefono, nella vita professionale e privata, era inevitabile e bisognava farci per forza i conti. Ora, invece, esistonodecine di modi per evitare una chiamata. Si può inviareun’email,un sms o un messaggio diretto suisocial media. Di conseguenza, si parla molto più apertamente del fenomeno. Sono migliaiai video sull’argomento su TikTok, conhashtag tra cui #phoneanxiety, #howphoneanxietyfeels e #phoneanxietyismybitch. La ricerca del professor Brumby ha rivelato chequando una persona riceve una chiamata, solo nel 10% dei casi riaggancia. Molto più frequente è la scelta di ignorare la telefonata. Tendenzialmente una chiamata viene percepita comeun’intrusione e nella maggior parte dei casi lancia un messaggio di “possibile emergenza”. Qualcuno racconta che fatica a esprimersi correttamente per il disagio; qualcun altro dice di trovarsi in difficoltà a parlare senza vedere l’interlocutore in faccia e altri ancora temono di venire colti alla sprovvista da domande a cui non sa rispondere. Meglio un messaggio, che consente di metabolizzare e riflettere su ciò che intendi dire. InGiappone, il fenomeno sta raggiungendo proporzioni notevoli, con il 70% dei ragazzi tra i 20 e i 30 anni che ha una vera e propria fobia delle telefonate. Nel sondaggio condotto dallasocietà di informazione e telecomunicazioniSoftsu Co, Ldtcon sede a Tokyo, alla domanda:“Le telefonate ti mettono a disagio?”,il 57,8% ha risposto “molto” o “abbastanza” e in generale il 74,8% dei ventenni ha risposto affermativamente. Il 44,8% degli intervistati ha ammesso di sentirsi a disagio soprattutto con i telefoni fissi al lavoro. L’ansia, a volte, è talmente forte nei più giovani da spingerli a non rispondere alle chiamate neppure in situazioni di emergenza. Un consiglio pratico: oltre alla psicoterapia, per imparare a gestire il problema, secondo gli esperti, potrebbe essere utile dedicare alcuni minuti al giorno a una telefonata a una persona con cui hai confidenza. Che sia una chiamata alla mamma o a quell’amica/amico a cui rifili sfilze di note vocali ogni giorno, l’importante è farlo tutti i giorni.