Usa: le donne rinunciano alla contraccezione per la disinformazione sui social
Quandonel1960 lapillola anticoncezionaleè stata commercializzataper la prima volta negli Stati Uniti,e l’anno dopo inEuropa, in tutto il mondo si è parlato dirivoluzionee diliberazione della sessualità femminile. Le donne potevano finalmente autodeterminarsi e non essere più schiave di rapporti adombrati del pericolo di gravidanze indesiderate. Adessoperò, a oltre 60 anni di distanza da quel momento e dopo decenni di ascesa dei metodi di contraccezione ormonale,qualcosa sembra essere cambiato. In particolare,a rompersi sembra essere stato il rapporto di fiducia tra donne e pillole(ma anchecerotti, spirali e impianti ormonali). A raccontarlo è ilWashington Postin una lunga inchiesta che spiega comele statunitensi stiano decidendo di abbandonare i metodi scientifici per il controllo delle nascite, a causa dipaure nate da una scarsa o, peggio ancora, errata, informazioneproveniente principalmente daisocial network. Basta fare un giro suTikTokper rendersi conto di quanto la situazione sia allarmante. Digitando nella barra di ricerca “controllo delle nascite” ciò che appare è una cascata divideo fuorvianti che diffamano lacontraccezione ormonale. Ci sono persone che attribuiscono la colpa del loroaumento di pesoalla pillola, nonostante da anni questo effetto collaterale (che era una possibilità con le prime tipologie) sia stato completamente eliminato; altre che lamentanodepressione e ansiadopo averla assunta e, addirittura, c’è chi sostiene che alcuni metodi di controllo delle nascite possano portare allasterilità. Insomma, in rete il caos regna sovrano e quella che per le generazioni passate è stata salutata come una manna dal cielo, per laGen Ze non solo si sta trasformando in un pericoloso nemico. In questo quadro poco edificante non è difficile intuire come, parallelamente allastigmatizzazione della contraccezione ormonale, stiano proliferandopresunte soluzioni alternative, che permetterebbero di evitare gravidanze indesiderate in modo naturale. I cosiddetti “metodi della nonna”(con i quali però sono nati milioni di bambini) sono sempre esistiti e nonostante alcuni si basassero sull’assunzione di intrugli di erbe potenzialmente tossici, nessuno si è mai scandalizzato più di tanto perché, fortunatamente, a seguirli erano in pochi. Nell’era deisocial networkperò tutto cambia e si amplifica, tanto che oggi sonomolte le influencer che raccomandano,per esempio,di sincronizzare i rapporti sessuali con i cicli mestruali, un metodo che i medici considerano del tutto inefficaceper scongiurare una gravidanza e che non può certo essere spacciato come valido, soprattutto negli Usa, dove in alcuni Stati ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanzaè difficile se non impossibile. Eppure molte persone ci credono, e anche a causa di algoritmi che propongono sempre più video con teorie fantasiose che fortificano le loro convinzioni,si discostano dalla verità scientifica, negando l’idea che i metodi anticoncezionali ormonali siano non solo efficaci ma anchesicuri, e che glieffetti collaterali, benché gravi, possano verificarsi incasi estremamente ridotti, con molti altri farmaci sui quali però non aleggia alcuno spauracchio. Purtroppo ciò che sta accadendo con la contraccezione ormonale non stupisce più di tanto e si inserisce nel (sempre più dilagante) fenomeno didiffidenza nei confronti della scienza e della medicinache ha toccato l’apice durante la pandemia con l’avvento dicomplottisti e mistificatori della realtàe che trova terreno fertile soprattutto in contesti discarsa alfabetizzazione digitale. Non meno rilevante poi, il periodo storico in cui stiamo vivendo. Con leelezioni presidenziali negli Stati Uniti, in programma tra pochi mesi,il dibattito sui diritti riproduttivi è più che mai acceso e a soffiare sul fuoco della disinformazione è soprattutto l’estrema destra conservatrice, che sostiene che il controllo delle nascite abbiaalterato i tradizionali ruoli di genere e indebolito la famiglia. Desiderosi di riportare il calendario indietro di qualche decade, alcuni esponenti politici e opinionisti di destradescrivono erroneamente, in tv e sui social, la contraccezione ormonale come causa di abortie si avventurano addirittura in teorie fantasiose ma estremamente preoccupanti. Brett Cooper, attrice, influencer e commentatrice politica per il sito conservatoreDaily Wire, classe 2001 e, quindi, molto nota tra i giovani della Gen Z statunitense,ha sostenuto in una clip virale su TikTok che il controllo delle nascite può avere un impatto sulla fertilità, far ingrassare le donne e persino cambiare le persone da cui sono attratte. Il contenuto ha collezionato oltre 219.000 “mi piace” prima che TikTok lo rimuovesse. In un altro video delDaily Wire, Cooper e la commentatrice politicaCandace Owenshanno detto che la pillola anticoncezionale e gli altri metodi ormonali sarebberoinnaturali, cercando di convincere le donne ad abbandonarli. E ancora,Lila Rose, attivista antiabortista con centinaia di migliaia di follower sui social media, che a 15 anniha fondato un’associazione per combattere il diritto all’aborto, ha esortato le donne a rinunciare al controllo delle nascitesostenendo che «essere contro la fertilità significa essere contro le donne, e la proliferazione dei contraccettivi ormonali è solo un altro modo percercare di costringere le donne a essere più simili agli uomini, con conseguenze significative per la nostra salute emotiva e fisica». Agli influencer poco informati si uniscono quindiopinionisti con secondi fini chiarissimi ma ben nascosti, che si rivolgono a un pubblico non sufficientemente preparato per decodificare informazioni errate. E le conseguenze sono molto serie. Secondo un sondaggio federale del 2017-2019, l’ultimo disponibile, condotto su donne residenti negli Stati Uniti di età compresa tra 15 e 44 anni che hanno avuto rapporti sessuali,la percentuale di coloro che hanno riferito di aver usato la pillola è scesa dall’82% al 79% tra il 2002 e il 2015. «Vedo ogni giorno i fallimenti diretti di questa disinformazione», ha spiegato alWashington PostMichael Belmonte, ostetrico e ginecologo di Washington ed esperto di pianificazione familiare presso l’American College of Obstetricians and Gynecologists. Molte donne, infatti, si sono rivolte a lui e ad altri colleghi perabortiredopo aver creduto a ciò che avevano visto online e interrotto l’uso di contraccettivi ormonali. Donne provenienti da Stati che hanno vietato completamente o parzialmente l’aborto, come Texas, Idaho, Georgia, Carolina del Nord e Carolina del Sud, e cheper interrompere una gravidanza indesiderata sono state costrette a percorrere migliaia di chilometri o a ricorrere all’aborto clandestino. Oltre alle ragazze della Gen Z,anche le donne appartenenti a minoranze etniche sono particolarmente inclini a credere alla disinformazioneche passa sul web in tema di controllo delle nascite. Storicamente marginalizzate dal sistema sanitario statunitense, migliaia di loro, principalmente cittadine nere, latine e indigene, nel corso del ventesimo secolo hanno subito unasterilizzazione forzataavvenuta nell’ambito dei programmi del Governo statunitense e ora le figlie e nipoti di quelle generazioninon si fidano più dei medici.Sono invece molto più propense a prendere per vero ciò che viene detto loro dallo schermo di uno smartphone, da persone che ritengono più vicine e quindi affidabili. Sono gli attivisti conservatori ma anche gliinfluencerche hanno capito come questo tema potesse trasformarsi in una miniera d’oro. Tra queste spiccaNicole Bendayan, che ha raggiunto più di 1 milione di follower complessivi su Instagram e TikTok grazie alla sua attività dicoaching di salute olistica. Tra i suoi video, quelli di maggior successo raccontanocome abbia smesso di usare contraccettivi ormonali perché preoccupata per l’aumento di peso, la bassa libido e il sanguinamento intermittentee come ogni effetto sgradito sia magicamente svanito dopo aver abbracciato metodi di controllo delle nascite naturali. Dall’alto della sua esperienzahome made, è diventata “nutrizionista per la sincronizzazione del ciclo” einsegna alle donne come vivere “in sintonia” con i propri cicli mestruali, con contenuti che arrivano anche a10,5 milioni di visualizzazioni. Ovviamente tutto si monetizza e Bendayan lo fa egregiamente,vendendo programmi virtuali di 3 mesiche includono analisi di campioni di sangue per mappare quelli che lei chiama squilibri ormonali.Senza alcuna preparazione medica. E come se tutto ciò non bastasse, ci si mettono anche leriviste.Evie, descritta daRolling Stonecomelaversione conservatrice diCosmodella Gen Z, esorta le lettrici ad abbandonare il controllo delle nascite ormonali con titoli come “Perché così tante femministe tacciono sui reali pericoli del controllo delle nascite?”. Propaganda ma non solo, visto che “stranamente”, si scopre che la fondatrice del magazine,Brittany Martinez, ha co-fondato un’app per il monitoraggio del ciclo mestruale chiamata 28, sostenuta dal miliardario conservatore e magnate della tecnologiaPeter Thiel. Ma i danni che influencer e non solo possono fare diffondendomessaggi di questo tiponon riguardano purtroppo solo le singole persone che a quelle idee confuse e false credono. SecondoAmanda Stevenson, sociologa, demografa e assistente professoressa presso l’Università del Coloradoa Boulder, il loro successopuò indurre anche molti legislatori, forti di un consenso popolare,a introdurre leggi più restrittive sul controllo delle nascite.Una cosa che sta già succedendo inMissouri, dove i legislatori repubblicani hanno tentato, fortunatamente per ora senza successo, diimpedire al programma stataleMedicaiddi coprire le spese per la spirale e i contraccettivi di emergenza. Sicuramente il Missouri ci riproverà e in vista delle elezioni presidenziali di novembre 2024 molti altri Stati potrebbero seguirne le orme, spinti da un’onda conservatrice che negli Stati Uniti si fa sempre più ampia: gli ultimi sondaggi pubblicati dalNew York Timesa inizio marzo dannoDonald Trump in vantaggio sul presidente in carica Joe Biden(il 48% degli intervistati voterebbe lui, contro il 43% di Biden). L’elezione diTrumppotrebbe poipeggiorare ulteriormente la situazione anche in termini di aborto, spingendo sempre più governatori a restringere le opzioni per le donne che vogliono interrompere una gravidanza o a vietarne del tutto la possibilità, come è già accaduto a giugno 2022 con il rovesciamento da parte della Corte Suprema della sentenzaRoe vs Wade. In questo quadro tutt’altro che rassicurante, blindare il diritto alla contraccezione e spingere verso un’informazione corretta, combattendofake news e divulgatori faziosi è quindi più che mai essenziale.