Bollette dell’acqua, quasi il 18% più care del 2019

 

I dati nell’ultimoRapporto di Cittadinanzattiva sul servizio idrico integrato, organizzazione a tutela dei diritti e della cura del bene comune fondata nel 1978, ha dato luce a uno scenario problematico ed estremamente rilevante per la vita e la salute di tutti. L’emergenza idricanel nostro Paese avanza ogni giorno senza sosta, costringendo sei province siciliane alrazionamento dell’acqua potabilefino alla fine dell’anno nel timore che questa estate i campi soffrano ancora di più per colpa della siccità. Ampliando la visuale, l’Italia svetta fra i Paesi europei con il maggiore prelievo di acqua dolce per uso potabile, anche senon riesce a utilizzarne il 42%per colpa di un sistema idrico in pessime condizioni, che disperde nell’ambiente circa3,4 miliardi di metri cubidi acqua. I dati più recenti dell’Istatraccolti dal rapportodicono che ladispersione idricanei capoluoghi di provincia è pari in media al 36,2%, conBellunoeLatinain testa, con sprechi anche superiori al 70%, e la Basilicata prima fra le regioni (62% di risorse perdute). Di fronte a questi livelli di sprechi ed emergenze, tristemente in occasione della Giornata mondiale dell’acqua il 22 marzo, i numeri raccolti dal report fanno emergere unaumento vertiginoso del costo dell’acqua. Si aggira intorno ai478 eurola cifra media spesa per la bolletta idrica da una famiglia tipo composta da 3 persone nel solo 2023 basandosi su un consumo annuo di 182 metri cubi. Unaumento del 4%rispetto all’anno precedente e del 17,7% se confrontato ai livelli degli ultimi cinque anni, dove la voce che ha maggiormente subito rialzi è stata quella relativa all’acquedotto, sulla quale è calcolata una quota variabile della bolletta in modo proporzionale al consumo effettivo, a cui vengono poi aggiunte altre voci di spesa come la quota fissa, l’Iva e una serie di costi applicati per finanziarie attività di interesse generale (copertura degli aiuti per le popolazioni colpite dal sisma,Fondo garanzia per le opere idricheecc.). Le rilevazioni dell’Osservatorio spaccano l’Italia in diverse zone. Mentre al punto più basso della classifica c’è il Molise con i suoi 226 euro annui (in aumento di oltre il 50% sul 2019), sono le regioni del centro a dominare la classifica dellearee geografiche più costose. Su tutte, laToscana arriva a toccare i 732 eurocon il 2,5% in più rispetto al 2022, con Grosseto e Siena sul podio dei comuni (con entrambi 807 euro), seguito subito dopo da Pisa (801 euro), Livorno (782 euro) e Arezzo (766 euro). Nonostante gli “appena” 583 euro annui di bolletta, è il Lazio a presentare il comune più costoso d’Italia, dato che aFrosinonela spesa media è salitafino a 867 euronell’anno passato. Viceversa, Milano (184), Cosenza (184) e Trento (211) sono i capoluoghi con le bollette più leggere, seppure in aumento di alcune decine di euro rispetto al 2022. Nonostante l’inflazione e le perdite idriche, alla base dell’aumento dei costi si pongono come sempre leabitudini di consumo dei cittadini, i quali sempre più spesso si dimostrano poco consapevoli. Gli oltre 3.000 italiani intervistati daCittadinanzattiva, infatti, affermano di utilizzare molta meno acqua rispetto al consumo medio indicato dall’Istat (215 litri al giorno), mentre circa uno su treignora l’identità del proprio fornitoree ben il 43% di loronon conosce l’esistenza di bonus socialie integrativi messi a disposizione dai rispettivi comuni per far fronte al caro bollette. La conoscenza di questi elementi rappresenta il primo passo verso una maggiore consapevolezza dell’importanza dell’acqua per la nostra vita, e di conseguenza per stimolarne, attraverso piccoli gesti quotidiani, unconsumo più attento e rispettoso. Lo si percepisce immediatamente osservando le bollette che si otterrebbero a seguito di unutilizzo più accorto(pari a 150 mc annui invece che 182), che permetterebbe a una famiglia media dirisparmiare circa il 27%di quanto già paga, fino a scendere di 183 euro in meno nelle zone toscane più costose. A fronte degli incrementi registrati, l’associazione torna a evidenziare la necessità dirafforzare gli strumenti a supporto delle fasce più deboli della popolazione, grazie anche alla nuovadirettiva europea 825/2024sulla Responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde, che può essere un primo importante passo per informazioni più veritiere su cui basare nuove abitudini di consumo.