Bici: il mercato è in recessione, calo di 800.000 pezzi nel 2023
Il mondo dellabike economysi prepara a vivere un periodo piuttosto tiepido. Lo si percepiva già dal forte calo di vendite registrato dal colosso giapponese della componentisticaShimano, che nell’ultimo bilancio segnava uncalo del 29,5% nella divisione bicicletterispetto all’anno precedente, in cui si contava un aumento del13,9% nello stesso settore. Il distacco si fa ancora più ampio se compariamo i livelli attuali con quelli registrati tra il 2020 e il 2021, unvero e proprio biennio d’oro per lebiciclette, dove il timore di prendere mezzi pubblici legato alla pandemia da Covid-19, unito a una crescente sensibilità ambientale, ha indotto migliaia di italiani a optare per le due ruote come scelta di mobilità alternativa all’auto, il tutto spinto a dovere da generosiincentivi pubblici. Un allineamento di pianeti che – stando ai dati diConfindustria Ancma, che riunisce i produttori di due ruote e relativi accessori – ha permesso al mercato nazionale di vendere oltredue milioni di pezzinel 2020,aumentando il proprio fatturato del 300%, per poi replicare la performance nel 2021 con un incremento del 5% di biciclette elettriche vendute. Un giro d’affari che ha fatto lievitare il portafoglio ordini di marchi storici come Bianchi, Atala, Bottecchia, Denver, Pinarello fino al 60-70%. Nonostante i livelli esorbitanti di fatturato el’attenzione dei consumatori verso la mobilità più sostenibile, le aziende più accorte avevano già fiutato la possibilità che labolla delle due ruotepotesse scoppiare da un momento all’altro, dopo il boom registrato durante la pandemia. Motivo per cui la stessa Shimano aveva rinunciato a creare nuovi impianti (con l’effetto di rallentare fortemente la produzione e i tempi di attesa), forse fiutando con leggero anticipo ilcalo del 10% registrato nel 2022, chiuso conappena 1,7 milioni di biciclette vendute dove a soffrire di più è stato il mercato delle bici muscolari (-15%) controbilanciate dalla crescita del 14% di quelle con pedalata assistita, che comunque superano di poco le 300.000 unità. Il trend calante viene confermato ulteriormente nel 2023 dai dati diAncma, che pur non essendo del tutto definitivi riescono a fornire elementi più precisi sullarecessione del mercato delle biciitaliano. In particolare, per la prima volta dopo quasi 50 anni la produzione di due ruote rischia di calare al di sotto di due milioni di pezzi, registrando unoutput(ossia la quantità di beni finali prodotti da un’impresa in un anno)dicirca 800.000 biciclette in menorispetto all’anno precedente. Una riduzione che espande i suoi effetti anche a livello di acquisti dall’estero della componentistica necessaria all’assemblaggio delle biciclette (telai, cambi ecc.) che stando alle più recentirilevazioni Istatha subito nel solo 2023 una contrazione del 30%, pari a250 milioni di euro. Complice sicuramente il calo di domanda e i singhiozzi della supply chain globale, che ha portato i magazzini a riempirsi e molti impianti a ridurre la produzione pur di non ritrovarsi sommersi da pezzi invenduti. È più unacrisi di offertache di domanda: i livelli delle esportazioni verso l’estero sono ancora soddisfacenti. Nonostante il calo del 18%, l’estero mantiene un’ottima tenuta specialmente nella fascia di alta gamma e bici da corsa, di cui è altissima la domanda in Cina grazie alla crescente popolarità delpendolarismo in bicicletta. Il rallentamento del 2023 , dunque, potrebbe rivelarsi unaconseguenza fisiologicaal boom di vendite registrato negli anni passati, motivo per cui già da tempo il presidenteAncmaPaolo Magri chiede un intervento statale per aiutare le aziende ad affrontare losgonfiamentodel mercato, tramite unariduzionedell’aliquota Iva sulle bici e sui prodotti della filiera(come già avvenuto in Portogallo, dove èscesa al 6%) unita a una accortapromozione della cultura della bicicletta. Il tutto in maniera coerente con quanto richiesto dallaCycling Strategy, una risoluzione approvata l’anno scorso dal Parlamento europeo che affida agli stati membri il compito diraddoppiare il numero dei chilometri pedalabilientro il 2030, aumentando anche i punti di ricarica dedicati alle e-bike in città, oltre a incentivare il settore conpolitiche industriali miratein modo tale da accelerare lo sviluppo diEuroVelo, una rete di 17percorsi ciclisticia lunga percorrenza che abbraccia tutto il vecchio continente per più di 90.000 chilometri.