Lavoro: colmare il divario di genere può aumentare il Pil pro capite del 20%

Servirebbero altri360 miliardi di dollari all’annoper raggiungere l’uguaglianza di generenel mondo. Colmare ilgender gapnell’occupazione potrebbe aumentare ilPil pro capite del 20%. Ampliare i servizi con posti di lavoro dignitosi potrebbe creare quasi300 milioni di posti di lavoro entro il 2035. Idatidiffusi dall’Agenzia delle Nazioni Unite per l’empowerment femminileUN Womenin occasione dellaGiornata Internazionale dei diritti delle Donneparlano chiaro: “Il mondo sta affrontando molte crisi, che vanno dai conflitti geopolitici all’aumento dei livelli di povertà e al crescente impatto del cambiamento climatico. Queste sfide possono essere affrontate solo attraversosoluzioni che diano potere alle donne. Investendo nelle donne, possiamo innescare il cambiamento e accelerare la transizione verso un mondo più sano, più sicuro e più equo per tutti”. Quest’anno, infatti, per celebrare l’8 marzo, il tema delle Nazioni Unite èInvest in women: Accelerate progress, ovvero: “Investire nelle donne, accelerare il progresso”. SecondoUN Women“se le tendenze attuali continuano,entro il 2030 più di 342 milioni di donne e ragazze potrebbero vivere in condizioni di povertà estrema. Per garantire che i bisogni e le priorità delle donne siano presi in considerazione, i governi devono dare priorità ai finanziamenti attenti al genere e aumentare la spesa pubblica per i servizi essenziali e la protezione sociale”. Attualmente, secondole stimedelle Nazioni Unite del 2023,più del 10% delle donne nel mondo è in condizioni di povertà estrema, vivendo conmeno di 2,15 dollari (meno di 2 euro) al giorno. Nel complesso, la popolazione femminile è più povera di quella maschile: pesano la “discriminazione nel mondo del lavoro, l’accesso limitato alle risorse e ai beni finanziari e gli stereotipi profondamente radicati che limitano la partecipazione delle donne all’istruzione, all’occupazione dignitosa eal processo decisionale, gravandole di una quota maggiore di lavoro domestico e di cura non retribuito”. Le donne dedicano circa3 volte più tempo degli uomini al lavoro di cura non retribuitoe, se a queste attività fosse assegnato un valore monetario,rappresenterebbero oltre il 40% del Pil. Secondoi datidelGlobal Gender Gap Report 2023delWorldEconomicForumal ritmo odiernoci vorranno 130 anni per raggiungere la piena parità di genere: ilgender gapè tornato ai livelli del2019, ma la data in cui si azzererà il divario tra uomini e donne è rimasta la stessa,2154. Ci sono5 aree chiave, secondoUN Women, che “necessitano della nostra azione congiunta per garantire che le donne non vengano lasciate indietro”: la prima, che dà il nome alla campagna dell’8 marzo 2024, è“investire nelle donne”, un “imperativo in materia di diritti umani e una pietra miliare per costruire società inclusive”;“porre fine allapovertà”, chesi è aggravata a partire dal 2020 e ha colpito altre 75 milioni di persone a causa della pandemia di Covid, i conflitti geopolitici, i disastri climatici e le turbolenze economiche, eventi che entro il 2030 potrebbero portarepiù di 342 milioni di donne e ragazze a vivere al di sotto della soglia di povertà; “attuare finanziamenti che rispondano alle esigenze di genere”, perché l’austerità ha un impatto negativo sulle donne e riduce la spesa pubblica per i servizi pubblici essenziali e la protezione sociale; “passare a un’economia verde e a una società dell’assistenza”, perché il sistema economico a oggi aggrava la povertà, la disuguaglianza e il degrado ambientale, colpendo in modo sproporzionato le donne e i gruppi emarginati; “sostenere le femministe che cambiano le cose”, perché oggi le organizzazioni che si occupano di tematiche di genere ricevono solo lo 0,13% dell’assistenza ufficiale allo sviluppo. “Garantire i diritti delle donne e delle ragazze in tutti gli aspetti della vita” – spiegaUN Women- “è l’unico modo per garantire economie prospere e giuste e un pianeta sano per le generazioni future”.