Razzismo: Mary Poppins non è più un film adatto ai bambini britannici

Razzismo: Mary Poppins non è più un film adatto ai bambini britannici

 

Mary Poppins, il film del 1964 con la magica tata inglese interpretata daJulie Andrews, vive indelebile nell’immaginario dei bambini e delle bambine di tutte le generazioni, dagli anni ‘60 in poi, manon è adatto a tutti.Così ha deciso laGran Bretagnapoco prima della riprogrammazione nei cinema per celebrare il60° anniversario della pellicola. IlBritish Board of Film Classification(Bbfc), l’ente incaricato di classificare i prodotti audiovisivi e di censurare i contenuti inappropriati, ha stabilito che il classico della Disneypuò essere visto dai bambini sotto la supervisione dei genitori. Il film è stato riclassificato nella categoriaparental guidance(Pg),la seconda meno rigida su un totale di 6 rating britannici, per la presenza di“linguaggio discriminatorio”nei dialoghi che potrebbe compromettere la visione da parte dei più piccoli. Secondo lelinee guida delBbfc: “I bambini di tutte le età non accompagnatipossono guardare il film, ma ai genitori viene consigliato di valutare se i contenuti possono turbare quelli più giovani(che hannomeno di 8 anni,ndr) o più sensibili”. La parola incriminata, che compare 2 volte nel film, è “ottentotti”. Il termine, ormai desueto, era un nomignolodato dai coloni olandesi agli abitanti dell’Africameridionale,che è stato poi esteso per parlare degli africani in generale con un’accezione offensiva.L’ammiraglio Boom lo usa per riferirsi agli spazzacamini che hanno il viso nero ricoperto di fuliggine. Non è la prima volta che la storia diMary Poppinsfinisce in un dibattito simile. Un articolo delNew York Timesdel 2019 aveva fatto notare come l’adattamento cinematografico e prima ancora i libri scritti da P. L. Travers fossero pieni dicaricature razziste. Dalle immagini di Mary Poppins in versioneblackfacequando si trucca il viso con la fuliggine a frasi offensive come: “Se quell’ottentotto entra nel camino, esco dalla porta”. C’è chi ha criticato il rating al ribasso della tata perfetta come l’ennesima deriva delpoliticamente corretto;chi ricorda che lacultura popolare anglosassoneha le radici intrise di razzismo, per cui criticare laDisneyper i riferimenti discriminatori significa “ignorare l’elefante nella stanza”, ovvero il suprematismo bianco che fonda la storia dell’Occidente e delle sue colonie. AncheTopolinoera stato protagonista di un cortometraggio nel 1933 in perfetto stile blackface. “Anche se Mary Poppins ha un contesto storico – ha riferito in uncomunicatolaBbfc-l’uso di un linguaggio discriminatorio non è condannatoe in ultima analisi eccede le nostre linee-guida per un linguaggio accettabile al livello ‘per tutti’”.Il rating in ogni caso è un’indicazione e non impedisce a nessuno di guardare ilfilm. Una rivalutazione simile a livelloPgera già stata fatta per il cartone animato della PixarRatatouilleper episodi di“violenza comica” e “lieve volgarità”. Nel 2020 era andata peggio aVia col ventonegli Stati Uniti, temporaneamente rimosso dal catalogoHboperchéaccusato di whitewashing nei confronti dello schiavismo.E diversi episodi di serie televisive, comeScrubse30 Rocks, sono stati rimossi dalle piattaforme di streaming per l’uso di blackface. Come sanno i genitori di bambini in età da cartoni animati, nel catalogo Disney compaiono spessodisclaimer inizialiche mettono in guardiasu alcune scene che oggi non sarebbero accettate.Impossibile saltarli per ben 12 secondi.Accompagnano la visione tra i tanti diPeter Pan,Dumbo,GliAristogattie avvertono della presenza nel film di “pregiudizi etnici e razziali che erano all’ordine del giorno nella società americana”. Un modo per prendere le distanze dal razzismo nelle scelte creative degli autori di decenni prima, senza incappare nella censura.