Crsd e Csddd: come le direttive Ue esortano le Pmi a tracciare la filiera produttiva
Ladirettiva europea sul report di sostenibilità(Corporate Sustainability Reporting Directiv – Csrd)prevede l’aggiornamento della normativa entrata in vigore in Italia con il Dlgs 254/2016. Il riferimento al concetto dicatena di fornitura (supply chain)porta lePmi – piccole e medie imprese, ancora non vincolate alla rendicontazione, a confrontarsi con le organizzazioni nelle fasi della filiera produttiva. Il focus sulla catena di fornitura è contenuto, inoltre, nella proposta diCorporate sustainability due diligence directive(Csddd) che, per limitare violazioni dei diritti umani e per tutelare l’ambiente, richiederà agliamministratori maggiore trasparenzasui processi delle imprese, con attenzione alla filiera di appartenenza. Ciò porterà a una sempre più virtuosaselezione dei soggetti con cui le imprese entreranno in rapporti commerciali. Sarà coinvolto anche il mondo finanziario, tenuto a tracciare la sostenibilità delle imprese presenti nel portafoglio clienti, per ottenere informazioni affidabili sulla loro progettualità sostenibile. LaCsrd, che saràadottata dai Paesi Ue entro il 6 luglio 2024,prevede l’inclusione delleinformazioni di sostenibilità nella relazione sulla gestione. Il revisore sarà chiamato a esprimersi su questa informativa, con graduale passaggio da una revisione limitata (limited assurance) a una completa (reasonable assurance), come previsto per il bilancio d’esercizio. Macos’è la tracciabilità di un prodotto? La “tracciabilità” descrive il percorso e gli eventuali controlli di un prodotto, a partire dalle materie prime, attraverso lotti e codici prodotto assegnati durante ogni fase del processo; differisce dalla “rintracciabilità”, che è invece la ricostruzione a ritroso del processo produttivo attraverso la documentazione precedentemente raccolta. Nel 2005 è stata resa obbligatoria latracciabilità alimentarein tutta l’Unione Europea, in applicazione del Regolamento Europeo 178/2002, che impone a tutte le aziende alimentari e mangimistiche che operano sul territorio europeo di disporre di un sistema di rintracciabilità di alimenti e mangimi, che tenga conto di ogni alimento o sostanza facente parte del prodotto stesso. La disciplina sanzionatoria per ilmancato rispetto della tracciabilità alimentare, fissata con Decreto Legislativo n. 190 del 5 aprile 2006, è proporzionata alla gravità delle violazioni. I destinatari sono glioperatori del settore alimentare e mangimisticoche non predispongono il sistema di tracciabilità o non ottemperano agli obblighi di una corretta rintracciabilitàdei prodotti. Uno strumento divenuto molto utile in questo ambito è lablockchain: estesosi in gran parte del mercato, consente mediante crittografia di raccogliere in un database tutte le informazioni sulla catena produttiva. Ciò permette a tutti gli attori facenti parte della filiera di rintracciare ogni parte del processo attraverso un QR code, grazie al quale anche i consumatori possono verificare l’autenticità del prodotto, nonché rintracciarne le fasi di produzione. E anche nel settore dellamoda, responsabile del 10% di emissioni di gas serra, la tracciabilità è un fattore sempre più richiesto. Il colosso dell’e-commerce asiaticoAlibabaha introdotto un sistema basato sulla combinazione delle tecnologie chipRFID (Radio Frequency Identification)e blockchain per favorire la tracciabilità del prodotto in tutte le fasi distributive per individuarne la localizzazione. Approccio simile è stato applicato dal brandMartine Jarlgaard, che ha proposto nel 2017 la primasmart label(etichetta intelligente)che combina tracciabilità, sostenibilità, tecnologie e moda, coinvolgendo il consumatore in tutto il processo realizzativo del capo, sia nello spazio, sia nel tempo. La sfida per i professionisti e le imprese con il nuovo regolamento è pianificare, sviluppare le attività d’impresa e la rendicontazione di impatti, rischi e opportunità connessi, senza cadere nella trappola delgreenwashingo del socialwashing. L’evoluzione prospettata per le imprese rappresenta indubbiamente un’opportunità per le diverse categorie professionali che possono vivere da protagoniste questo momento di cambiamento, attraverso un necessario ampliamento delle competenze e la costruzione di fruttuose sinergie. E la tecnologia, può essere senz’altro di grande aiuto.