Perché l’invecchiamento rappresenta una sfida per l’Ue?
Il ruolo che giocano le dinamiche demografiche in ambito politico, sociale ed economico è enorme: l’aspetto delle nostre città, il funzionamento delle infrastrutture, il sistema sanitario e previdenziale. Tutto si basa sulleesigenze della popolazionee, pertanto, se queste subiscono cambiamenti, anche le politiche devono sapersi adeguare. Igiovani tra i 15 e i 29 anni, secondo la Commissione europea,sono in fortediminuzione:nel 2011 erano il 18,1% della popolazione europea, nel 2019 il 16,6% e lo scorso anno hanno raggiunto il 16,3%. Al tempo stesso,aumentano gli over 65che, nel 2022, rappresentavano quasi il21%della popolazione e che, secondo le stime, potrebbero arrivare alla soglia del30% entro il 2030. Una popolazione, dunque, sempre più anziana e che, di conseguenza, richiede una maggiore attenzione alfunzionamento del sistema previdenziale e sanitario.Se in un mercato del lavoro ottimale ilricambio generazionalepermette di garantire ilpagamento delle pensioniagli ex-lavoratori, ci saranno maggiori difficoltà nelle aree dove la percentuale di pensionati supera quella degli occupati. InEuropa, dove lapercentuale di giovani è in discesa, questo potrebbe presto diventare un ostacolo alla sostenibilità dei conti pubblici, oltre che alle strategie di crescita economica. Un aspetto fondamentale nell’allungamento delle aspettative di vita l’ha avuto lamedicina, che ha contribuito all’aumento dell’età media della popolazioneeuropea. Se questo fattore è in grado di incentivare la cosiddetta “economia d’argento”, ovvero losviluppo di settori economici legati alla vecchiaiache già nel 2025 potrebbero coprire il 28% del Pil, è pur vero che sta creando unsovraccarico nel sistema sanitario e assistenziale. Secondo il rapporto diCaritasEuropaGrowing old with dignity. The challenges of long-term care in Europe, la domanda di cura nell’ambito dell’assistenza a lungo termine è aumentata notevolmente, al punto da non riuscire a coprire per intero la domanda. Un problema che finisce per incentivare il lavoro non dichiarato e che pesa soprattutto sulle famiglie con redditi minori. Secondo l’analisi, il numero di persone che necessiteranno di questo tipo di servizi potrebbe passare da 30,8 milioni nel 2019 a oltre 38 milioni nel 2050. Icambiamenti demograficipotrebbero essere una delle principali cause diridimensionamento dell’Europa in ambito mondiale: la popolazione è in discesa e potrebbe continuare a diminuire nei prossimi anni. Secondo la Commissione europea,nel 2070 i cittadini Ue potrebbero rappresentare appena il 4% della popolazione mondiale(rispetto al 6% di oggi), finendo per ricoprire a livello internazionale unruolo economico e politico sempre più marginale. Diventa indispensabile l’analisi sullecause dell’invecchiamento della popolazione, che si traduce in prima battuta in una disparità tra numeri di morti e numero di nati. La bassa percentuale dinatalitàcostituisce, infatti, un primo grande scoglio da affrontare:nel2020la media in Europa era di1,5 figliper donna, mentre per far sì che la popolazione rimanga stabile dovrebbe essere pari a2,1. Tra le cause, anche ladisparità occupazionale di genere, che spinge le famiglie ad avere meno figli o non averne affatto (nel 2019, il tasso di occupazione maschile in Europa era del 79%, quello femminile del 67%). In Italia il rapporto calcolava una media di 1,2 figli per donna e il 54% di donne lavoratrici, tra le percentuali più basse dell’Unione. In questo contesto, potrebbe essere cruciale l’immigrazione. La questione migratoria rappresenta un tema estremamente complesso e con numerose sfaccettature, che coinvolge in prima battuta il nostro Paese. L’immigrazione potrebbe costituire unplus per il nostro sistema economicoprestando all’Italia e, più in generale, all’Europagiovani lavoratorie sopperendo così alla mancanza della manodopera necessaria al ricambio generazionale. Senza contare che in numerosissimi settori,come quello dell’edilizia e dell’agricoltura, la manodopera straniera ricopre già una funzione fondamentale. Ma anche all’interno dell’Europa, le dinamiche migratorie meritano di essere analizzate:crescono gli spostamenti dai paesi dell’Europa dell’Est verso le aree più settentrionali.Ne è un esempio l’Olanda, che negli ultimi 20 anni ha visto crescere il proprio numero di abitanti del 15%, mentre la Bulgaria ne ha persi quasi il 20%. L’Europa si trova, dunque, a dover fronteggiare una sfida completamente nuova, che necessita di politiche ad hoc capaci di rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più anziana.