Il mondo potrebbe presto essere invaso da laptop e pc “made in India”: a maggio il gigante asiatico hapresentatounpiano di incentivi finanziari da 2,1 miliardi di dollariper attirare nel Paese i produttori di hardware con l’ambizione di affermarsi come “partner di fiducia” nelle catene di fornitura globali, soprattutto in un momento in cui le aziende – soprattutto quelle americane – stanno cercando di distaccarsi dalla Cina. Il Primo ministroNarendra Modiha cercato di trarre vantaggio dal crescente allontanamento delle Big Tech da Pechino a seguito della guerra commerciale in corso con gli Stati Uniti e delle rigide restrizioni Covid. E tutto sta andando come sperato. Quando la finestra di partecipazione al bando si è chiusa, erano oltre 40 le aziende – tra cuiDell,Hp,Asus,AcereLenovo– che avevano chiesto di partecipare al programma. Si prevede che il governoapproveràpresto le richieste di circa 30 aziende, la maggior parte delle quali inizierà la produzione dal prossimo aprile. A supporto diHpci sarà ancheGoogle, che in India inizierà a produrre i suoilaptopChromebook. L’Amministratore delegato diAlphabet,SundarPichai, haannunciatola partnership lunedì suX, precedentemente noto comeTwitter. IChromebook, che utilizzano il sistema operativoChromediGoogle, saranno prodotti nello stabilimento Flex vicino a Chennai, doveHpproduce dall’agosto 2020. La produzione soddisferà la domanda crescente di pc a prezzi accessibili in India, principalmentenel settore dell’istruzione. IChromebooksono tra i laptop più popolari utilizzati negli istituti scolastici di tutto il mondo, ma devono ancora trovare popolarità in India, dove pc che eseguono il sistema operativoWindowscontinuanoa dettare legge. La mossa aiuteràGooglea competere in modo più efficace con i computerWindowsdi aziende comeDell,LenovoeAsus. «La produzione di laptopChromebookin India consentirà agli studenti indiani di avere un facile accesso a pc a prezzi accessibili. Espandendo ulteriormente le nostre attività produttive, continuiamo a sostenere l’iniziativaMake in Indiadel Governo», ha affermatoVickramBedi, direttore senior dei sistemi personali pressoHpIndia. Sebbene il Paese abbia una grande domanda interna di laptop e computer, quasi tutta viene attualmente assorbitadalle importazioni dalla Cina, nonostante New Dehli voglia ridisegnare questi schemi. Negli ultimi anni l’India ha registrato un aumento delle importazioni di prodotti elettronici, che nel periodo aprile-giugno di quest’anno sonosalitea6,96 miliardi di dollaririspetto ai 4,73 miliardi di dollari dello stesso periodo dell’anno precedente, con una quota del 4-7% sulle importazioni complessive. Dalla Cina sono arrivate merci per 558,36 milioni di dollari nel periodo aprile-maggio di quest’anno. Anche se l’India si è rivolta agli incentivi per rilanciare un’industria manifatturiera che tradizionalmentenon esisteva nel Paesein modo significativo, ha comunque adottato misure politiche per scoraggiare le importazioni dalla Cina. Ad agosto, il Governo aveva tentato di imporre un sistema di requisiti su licenza, ma è stato costretto aritardare l’attuazione della direttivaa dopo il 31 ottobre a causa della forte opposizione degli industriali. Dopo aver accantonato questo tentativo, l’India ha ora introdotto il cosiddetto“sistema di gestione delle importazioni”attraverso il quale chiede alle aziende di registrare e divulgare i dati relativi agli acquisti. New Dehli imporrà contestualmente una condizione affinché le aziende ri-orientino le loro forniture affidandosi a “fonti affidabili”, una mossa mirata espressamente a ridurre la dipendenza dalle importazioni dalla Cina.
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