Gli studenti diEton, il prestigioso college privato nelRegno Unito, vagano tra i maestosi edifici secolari indossando con fierezza il classicotight, l’uniforme che è ormai un’icona del mondo dell’istruzione britannica. Fondata nel XV secolo,Etonè solo una delle tante scuole private inglesi: il futuro, però,sembra essere minacciato dal fervore politico che le circonda. O meglio, che circonda le loroesenzioni fiscali. IlLabour Party,nel tentativo di stabilire un’agenda politica improntata all’uguaglianza, ha annunciato la sua intenzione dieliminare le esenzioni fiscali di cui godono le scuole privateuna volta ottenuta una (probabile) vittoria alle elezioni del prossimo anno. Una mossa ambiziosa che potrebbefruttare all’erario pubblico oltre 2 miliardi di euroma, allo stesso tempo, una decisione che ha scatenato una polemica senza precedenti, con la destra che grida alla “guerra di classe”. L’idea ditassare lescuoleprivate,però,gode di un considerevole sostegno nell’opinione pubblica. Infatti,il 50% degli elettori è a favore della misura,e soltanto l’11% vorrebbe che le scuole private mantenessero il lorostatus quo, che le rende esenti dall’Iva grazie alla loro registrazione comeenti caritatevoli. Per i Laburisti colpire le “scuole dei ricchi”, frequentate solo dal 7% degli studenti, sembra essere un modo efficace per guadagnarsi il favore del popolo. Ma non è tutto oro ciò che luccica. Dietro questa politica si nascondono, in effetti, alcune conseguenze impreviste: latassazionedellescuole private, che comporterebbe un aumento delle rette del 20%,danneggerebbe soprattutto il ceto medio. In quest’ottica, si stima chefino a 90.000studentipotrebbero essere dirottati verso un settore pubblico già sovraffollato, comportando un aggravio di quasi mezzo milione di euro per i contribuenti. Inoltre, molte piccole scuole private potrebbero esserecostrette a chiudere, mentre altre dovrebbero ridurre le dimensioni delle classi o tagliare corsi meno frequentati o, ancora, ridurre i programmai di borse di studio. E gli istituti più prestigiosi, comeEton(che costa quasi 60.000 euro l’anno) diventerebberoaccessibili solo ai figli degli oligarchi internazionali. Il dibattito non è nuovo Il dibattito sulle scuole private e il loro impatto sulla società britannica non è certo una novità. Anche se educano solo il 7% degli studenti, queste istituzionisfornano una percentuale sproporzionata di figure di spicco in vari settori. Per esempio il 65% dei giudici superiori, il 59% dei diplomatici e persino il 44% dei commentatori dei giornali e degli attori proviene da istituti privati. Senza contare che molti leader politici britannici, inclusiBoris JohnsoneDavid Cameron, sono ex studentiEton. È però doveroso sottolineare che questi college non sono solo centri di elitismo, maoffrono una formazione d’eccellenza,con classi talvolta composte da soli 2-3 studenti, e preparano gli studenti per le ammissioni aOxfordeCambridge. Ma è innegabile che il loro costo medio (di oltre 15.000 sterline l’anno, circa 18.000 euro) rappresenti unostacolo per molti, anche se le borse di studio sostengono fino al 20% degli studenti e dunque consentono l’accesso a un gruppo più diversificato. La discussione sul futuro delle scuole private inInghilterraè dunque destinata arimanere al centro del dibattito politico e sociale: mentre l’idea di eliminare le esenzioni fiscali potrebbe sembrare una mossa per raggiungere la parità e l’uguaglianza, i detrattori avvertono che potrebbe portare a un livellamento verso il basso. Una cosa è certa: il dibattito continuerà a infiammarsi nelle prossime elezioni. E oltre.
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