I braccianti sono le prime vittime dei pesticidi

 

Qualche giorno fa è stataritiratala proposta di legge europea per dimezzare l’uso di pesticidi:lasalute dei 9 milioni di lavoratoriimpiegati nei campi di tutta Europa è ancora a rischio. Molti studi scientifici segnalano che l’esposizione cronicaa prodotti fitosanitari usati sulle coltivazioni causa potenzialieffetti nocivi,tra cui l’insorgenza di forme tumorali, neurotossicità, disturbi del microbioma e altre patologie. Le testimonianze raccolte dall’Osservatorio Placido Rizzotto dellaFlai-Cgilinsieme aLegambientenelreportAgricoltura Sì…curamostrano come ibracciantispesso sfruttati nell’industria agroalimentare siano leprime vittimedell’utilizzo di questesostanze pericolose. Se il 44% di tutti i lavoratori agricoli nel mondo soffre di almeno un avvelenamento all’anno e più di 4 agricoltori su 10 hanno problemi acuti di salute legati all’utilizzo dei pesticidi,in Europa i casi di avvelenamento da pesticidi sono 1,6 milioni.Nei confini italiani, dove i braccianti sono almeno 230.000, i numeri sono difficili da reperire ma le irregolarità diffuse contribuiscono a favorire un uso sconsiderato di pesticidi. Diversi studi citati dal report dell’Osservatorio relativi allamortalità di chi è impegnato in agricoltura,rispetto ai lavoratori di altre categorie industriali, hanno evidenziato che ci sono maggiori livelli di rischio per i lavoratori e le lavoratrici del settore agricolo rispetto a tutte le altre cause di decesso. Negli annivarie inchiestehanno fatto luce sulle condizioni critiche a cui sono esposti migliaia di braccianti, costretti a utilizzareprodotti fitosanitarisulle coltivazionisenza adeguate protezioni e in assenza di controlli. Le vendite di queste sostanze in Italia, secondoLegambiente, si aggirano intorno alle120 tonnellate. Anche se nel corso degli ultimi 10 anni si è verificata una sensibile diminuzione delle quantità messe in commercio, i dati di monitoraggio per alcuni tipi di pesticidi mostrano che le concentrazioni presenti nell’ambiente superano ampiamente le soglie eco-tossicologiche determinate nella valutazione normativa del rischio dei pesticidi. In particolare, i datiIspradel 2022 hanno rivelato la presenza dipesticidi nel 55,1% delle acque superficialiesaminate nei punti di monitoraggio, mentre nelle acquesotterraneela presenza è stata rilevata nel23,3% dei casi. Il problema tocca da vicino anche i consumatori. «Come denunciamo da anni con il nostro reportPesticidi nel piatto- dice Angelo Gentile, responsabile nazionale agricoltura diLegambiente- buona parte della frutta, della verdura e degli alimenti che mangiamo tutti i giorni contengono residui di pesticidi. Un fatto grave su cui è fondamentale lavorare per arrivare a una regolamentazione».