Case green: l’Ue rinuncerà ai vincoli sul solare?
L’Unione europeasta lavorando per definire al più presto il quadro dellecase greene, pur di arrivare a un’intesa a breve, sembra voler rinunciare ai vincoli temporali suipannelli solarinegli edifici residenziali. Verrà semplicemente chiesto agli Stati di includere norme per lo sviluppo dei sistemi dienergia rinnovabilenei propri piani nazionali di ristrutturazione. Il 12 ottobre sarà una data cruciale, conil trilogo, una riunione speciale per trovare l’accordo. La necessità di rispettarele scadenzedovrebbe invece restare in vigore perle strutture pubblichee per quelle non residenziali, ma con alcune distinzioni legate alle dimensioni: i palazzi più grandi infatti dovranno attrezzarsi in meno tempo. L’energia solaresarà obbligatoria dal 31 dicembre 2027 dai 1.000 quadri in su. E lo sarà dalla fine del 2029 per gli edifici dai 400 metri quadri in poi. L’ultima data è il 2032 dai 250 metri quadri in su. Queste anticipazioni emergono chiaramente daidocumenti visionati daIl Sole 24 Ore. Il cuore del dibattito è la revisione della direttivaEpbd,Energy performance of buildings directive. Le parti coinvolte vorrebbero concludere i lavori prima del termine dellalegislatura europea, con le elezioni che incombono a giugno 2024. Al centro della discussione c’èil trilogo, un negoziato informale cui prendono parte i rappresentanti delParlamento, delConsiglioe dellaCommissione. Questo tavolo dura ormai da settimane.Il Soleprecisa che fino a un mese fa c’era l’intesa solo su punti poco importanti dellanormativa, come l’articolo 1 sull’oggetto generale del contendere, il 4 sui metodi per misurare le performance energetiche degli edifici, l’11a sugli ambienti interni, il 13 sui dispositivi smart e il 20-24 sul tema dei controlli. D’altra parte, se attorno agliaspetti tecnicisi possono creare convergenze facilmente, gli argomenti più soggetti asfumature ideologicheaccendono la lotta politica tra le fazioni, conl’Italiaspesso pronta a dare battaglia. Tra le posizioni più critiche si registra quella della relatrice Isabella Tovaglieri, europarlamentare della Lega, che continua a definire come irrealizzabili molte misure del provvedimento. Così, dopo i vertici di fine agosto e poi di circa venti giorni fa, ci sarà un altro passaggio interlocutorio venerdì 29 settembre. Intanto cresce l’attesa peril prossimotrilogoin programma giovedì 12 ottobre: questo appuntamento si preannuncia come una riunione “fiume”, alla ricerca del risultato definitivo. Tra i nodi più delicati da trattare ci sono proprio le scadenze pergli obblighi di ristrutturazione degli edifici(articolo 9), la mobilità elettrica e sostenibile (art. 12), i finanziamenti e gli incentivi (15), le certificazioni (16). Sul fatto che i palazzi “energivori” diclasse Gsaranno tra i primi a essere ristrutturati non ci sono grossi dubbi, mentre a esempio non c’è accordo sulleesenzioni, cheil Parlamento europeovorrebbe applicare a un edificio su quattro. Nel frattempo si riflette sul fatto chel’efficientamento energeticodi tutti gli immobili, teoricamente previsto entro il 2033, potrebbe finire per diventareun’esclusivadelle classi agiate: a investire in ristrutturazioni, migliorando il proprioranking Ape, rischiano di essere soprattutto i cittadini più ricchi.