Il settore del lusso cresce del 15%

 

Nonostante l’incertezza economica dominante, ilsettore del lussocontinua a registrarenumeri in salita(e già il 2022 si era chiuso con ottimi risultati, con un valore di mercato di345 miliardi di dollari,secondo le analisi diBain & Company). Il report MediobancaEuropean branded goods conferencespiega chenel 2023 la crescita media ha raggiunto il 15%,ben al di sopra delle percentuali analizzate nello stesso periodo del 2022. Il primo trimestre è stato particolarmente positivo, +16% e +13% nel tra aprile e giugno. E intanto, l’intero sistema economico sembra rallentare a livello globale. Illusso,invece, vendita dopo vendita, non conosce crisi. La prima società in Europa ad aversuperato il valore azionario di500 miliardi di dollari è proprioLvmh,multinazionale e conglomerato di brand di lusso comeDior,FendieLouisVuitton. Un successo che persiste,come spiega Jean-Jacque Guinoy, direttore Finanziario diLouis Vuitton, perchéla maggioranza dei prodotti non viene venduta ai cosiddetti “super ricchi”, ma a coloro che i soldi li hanno e vogliono concedersi unosfizio, un lusso. Untarget estremamente ampioche riesce ad attrarre, tramite campagne di marketing e prodotti realizzati ad hoc, consumatori appartenenti a tutte le fasce di età e provenienti da tutte le aree geografiche. A dare una spinta al settore è stata, sicuramente, lariapertura dellaCinache, dopo le politiche zero Covid, ha spinto verso una ripresa delturismoe dei consumi. Secondo il report Mediobanca, è proprio l’area dell’Asiae delPacificoa presentare irisultati miglioricon, rispettivamente, una crescita del 25% e del 31%. Numeri che vengono confermati anche dalleanalisi diJp Morgan,che calcola comenei primi 2 mesi del 2023 le vendite al dettaglio siano aumentate del 17% rispetto agli ultimi 4 anni,con risultati positivi in tutti i vari comparti: dall’oro e gioielli (+48%), ai cosmetici (+34%) e all’abbigliamento (+13%). Attenzione però, perchénon è tutto oro quel che luccica.La Cina, infatti, deve affrontare una pluralità di sfide, dalladisoccupazionegiovanile al crollo delsettore immobiliare.Una situazione di stallo che impatta anche sui consumi delle famiglie, spingendo verso una riduzione della domanda dei beni di lusso che, se prima rappresentava un terzo della domanda totale, oggi ne copre all’incirca un quinto. Risultati meno confortanti in Europa e negli Stati Uniti,dove l’inflazione sta pesando maggiormente sui consumatori. Quest’ultimi si mostrano sempre più razionali negli acquisti, prediligendo laqualità sopra la quantitàe ponderando sull’effettiva necessità di un determinato prodotto. In parte, secondoJp Morgan, questo è dovuto a unariduzione dei risparmi a disposizione:per esempio, negli Stati Uniti si è passati dai 2,1 trilioni di dollari nel secondo trimestre del 2021 agli 800 miliardi di dollari negli ultimi mesi del 2022. In effetti, è proprionegli Usa che si verifica una discesa delle vendite di lusso, che nel secondo trimestre dell’anno si sono attestate a -2%. Decisamente migliori i risultati per l’Europa, che passa dal +14% di marzo 2023 al+12% di giugno. Il 2023, tuttavia, non è ancora finito e le stime ci restituiscono un quadro ancora imparziale che, nonostante un contesto macroeconomico tutt’altro che roseo, continua a far ben sperare.