Quanto costano gli asili nido?

 

Nel 2017 in Italia è stato avviato ilbonus asilo nidocon l’obiettivo di supportare le famiglie maggiormente bisognose e incentivare la natalità che, nel nostro Paese, è fortemente in calo, soprattutto dopo la pandemia da Covid-19. Ilreportdell’Istituto nazionale di statistica (Istat) mostra, infatti, unadiminuzione dell’1,1%a differenza degli anni passati, in particolare nel periodo che va dal 2008 al 2010. La sovvenzione per gli asili ha galoppato considerando che, l’anno scorso, i beneficiari (ovvero i minori) sono stati in totale 425.000, almeno il 50% in più rispetto al 2019 stando all’ultimorapporto annualedell’Istituto nazionale della previdenza sociale. L’Inps spiega chel’ammontare medio dell’incentivo cambia in base alla Regione, alla zona e alla tipologia selezionata dalla famiglia. A esempio, la quota versata per gliistituti privatirisulta essere più elevata all’incirca del33%rispetto alle strutture pubbliche. È un dato cruciale dalla quale emerge un quadro contrastante. L’ultimo sondaggio dell’ente di beneficenzaPregnantThen Screwedevidenzia come ilRegno Unitoabbia raggiunto nel 2022 la vetta della classifica per icostidedicati all’infanzia. Il secondo e terzo posto invece, sono occupati rispettivamente dall’Irlandae dallaSvizzera. In particolare,nelle città svizzere la cifra per un asilo nido ammonta aquasi 130 franchi al giorno(quasi 137 euro) per una bambina o un bambino. Per l’iscrizione completa, ovvero a tempo pieno: 2.600 franchi prendendo in considerazione 20 giorni lavorativi in un mese. Le spese inGermaniainvece sono meno del 5%: le città tedesche, infatti, godono di un rilevantewelfare nei confronti delle mamme, dei papà, dei bambini e della famigliain generale. Esistono figure come leTagesmutter, ovverobabysitter private,o ilKindergrippe, l’asilo nido aperto al compimento delprimo anno di età.Inoltre, dal 2013, i bambini dai 3 ai 6 anni hanno diritto a un postoKitas,la cui la quota può variare dai 70 ai 150 euro al mese ogni 30 o 31 giorni a seconda del periodo. Tuttavia, queste cifre vengono finanziati poi direttamente dallo Stato. In Italia non esistono ancora aiuti di questo tipo. Infatti, anche se non risulta tra i Paesi più cari, si evince spesso un malcontento generale. Come anticipato, la spesa cambia in base all’aerea territoriale ma dipende anche dalle disponibilità delle singole istituzioni rivolte all’infanzia. L’Osservatorio nazionale prezzi e tariffe diCittadinanzattiva,ha elaborato alcunestimesecondo cui il Capoluogo di provincia con la retta mensile più cara èLecco(515 euro).Le città che appaionomeno costose sonoRagusa (150 euro), Cagliari (133 euro),CatanzaroeAgrigento(100 euro).Altri piccoli o grandi centri abitati valutati costosi sonoBolzano (506 euro),Belluno (477 euro),Vicenza (465 euro),Cuneo (458 euro). Lo scenario, quindi, continua a essere abbastanza complicato soprattutto per le coppie con un lavoro precario o a basso reddito, ma una novità è arrivata ieri con laManovra 2024:l’aumento dei fondi legati agli asili nido(circa 180 milioni di euro) che permetterà di mandare il secondo figlio a scuola gratuitamente.

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