Smog e microparticelle: sulla Macedonia del Nord tira una brutta aria

 

Aprendo l’appda lui stesso sviluppata per aggregare i dati sulla qualità dell’aria nelle zone in cui vive,Gorjan Jovanovskinon riusciva a credere ai suoi occhi: nella sua città,Skopje, i livelli di PM 2,5 erano quattro volte e mezzo più alti della soglia massima indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità,fissataa 5 microgrammi di particelle per metro cubo d’aria. Un dato che oggi, a più di un anno di distanza dal lancio del software, è leggermente rientrato, maresta comunque tre voltesuperiorealla soglia di rischio. Trent’anni, ingegnere informatico, Jovanovski ha portato la sua battaglia nelle stanze del potere: oggi è consigliere comunale d’opposizione e insieme a un altro attivista ambientale che come lui ha ottenuto un seggio prova a tenere alta l’attenzione sull’emergenza. Insieme alle città dei Balcani occidentali e della Polonia, la capitale della Macedonia del Nord è infatti uno deipunti caldi d’Europaper il particolato inferiore a 2,5 micron di diametro. Secondo un’analisidelGuardianbasata sulla modellazione dei dati europei sulla qualità dell’aria, la città ospitatre dei distretti più inquinati del continente. Unostudiodel 2018 ha rilevato che l’aria a Skopje è così densa di sostanze inquinanti che i residenti muoiono in mediadue o tre anni primarispetto a quando sarebbero morti senza questo fattore ambientale negativo. Le particelle sottili passano attraverso i polmoni e possono entrare nel flusso sanguigno, causando gravi danni a tutti gli organi. La regione della capitale è quella che riportail numero più elevato di morti premature da PM 2,5di tutto il continente (225 ogni 100.000 abitanti nel 2019), seguita dalla provincia serba Podunavska oblast (205). L’Istituto di Sanità pubblicadella Macedonia ha fissato il costo sociale dell’inquinamento atmosferico di Skopjetra 0,5 e 1,5 miliardi di euro. «È molto meglio pagare oggi 1 euro per la prevenzione per risparmiane 5 o 10 non spesi per questioni sanitarie come mortalità e giorni di malattia», affermaMihail Kocubovski, capo del team ambientale. Riducendo l’inquinamento da PM 2,5 entro i limiti Ue i suoi ricercatori hanno scoperto che Skopjeeviterebbe un viaggio ospedaliero su cinqueper malattie cardiache e polmonari. Se si raggiungessero i 10 microgrammi per metro cubo le emergenze sarebbero dimezzate. Oltre al costo sanitario, l’inquinamento di Skopje si traduce anche in un dazio sociale che la città paga ormai da anni: secondo un sondaggiocondottonel 2022 dall’organizzazione no-profitYouth Alliance, oltre il 90% dei giovani macedoni vorrebbero trasferirsi all’estero, adducendo come motivazione anche la qualità dell’aria (oltre alla corruzione e i bassi salari presenti nel Paese). Una cattiva progettazione del territorio e l’arretratezza dei sistemi di riscaldamento sono le principali cause dello smog in città. Più di un quarto della popolazione nella Macedonia del Nord non riesce a tenere calda la propria casa, due terzi dei residenti di Skopje bruciano legna, spesso usando combustibile di bassa qualità, in stufe inefficienti. I cittadini usano anche tessuti, plastica e rifiuti per riscaldare le loro case, a causa della mancanza di una fornitura di gas affidabile e dell’alto costo dell’elettricità. C’è anche chi, non potendo permettersi altro,arriva a bruciare la propria spazzatura. Bojana Stanojevska Pecurovska, presidente del Centro no-profit per i cambiamenti climatici di Skopje, afferma che la città dovrebbe estendere la sua rete di teleriscaldamento a tutti gli insediamenti, aiutare le persone a rendere le loro case più efficienti dal punto di vista energetico e regolare il contenuto di umidità della legna da ardere. «È una questioneprima di tutto sociale– dice – anche se nessuno la affronta come tale».