Truffe online: anche chi cerca lavoro tra le vittime

100 candidatureinviate al secondo, solo su LinkedIn. Quello delleofferte di lavoro onlineè un mercato enorme in cui si muovono ogni giorno milioni di persone. Utopico, quindi, pensare che non possa attrarre l’attenzione deitruffatori. Anche il fenomeno delletruffe attraverso annunci di lavoro(sul social media dei professionisti, LinkedIn, ma anche attraverso siti di recruiting autorevoli) è in rapida espansione e colpisce un numero sempre più ampio di persone;per l’Fbi è una minacciaper gli utenti e per le piattaforme. Secondo la ricerca della società di sicurezzaNordLayer,quasidue terzi degli utenti britannici di LinkedIn sono stati presi di mira da annunci o recruiters fasulliche puntavano ai loro dati o direttamente ai loro soldi. In che modo? La tattica più comune ècreare un profilo falso: solo lo scorso anno, il social ne ha rimossi oltre 32 milioni. Ifalsi recruiterssono individui o organizzazioni che apparentemente sembrano legittimi ma che cercano, in realtà, dirubare informazioni personali, denaro o coinvolgere gli utenti in attività fraudolente,utilizzando tattiche ingannevoli come offerte di lavoro fasulle o fingendo di essere aziende riconosciute a livello internazionale o responsabili delle risorse umane, per inviare offerte di lavoro non richieste. Molte di queste truffe includono termini come“mystery shopper” o “lavoro da casa”. «Ricevi un’offerta di lavoro con alcune informazioni di base che sembrano molto interessanti, e c’è un link dove dicono che se clicco, vedrò una presentazione con i dettagli dell’organizzazione e del ruolo lavorativo – ha spiegato allaBbcJedrzej Pyzik, consulente di reclutamento difTeam -Quindi, dopo aver fatto clic sul collegamento, di solito c’è una sorta di pagina di destinazione in cui ti richiedono di scaricare qualcosa, accedere e fornire dettagli personali: questa è la [truffa] più comune che abbia mai incontrato». Ifalsi recruiterspossono guadagnare in base alnumero di CV, email e numeri di telefono che riescono a raccogliere: per questo, inviano messaggi spam alle persone in cerca di lavoro confalse offerte, così da poter estrarre da loro quante più informazioni personali possibile. In questo modo, i truffatori raccolgono dati che possono essere non solorivenduti a terzi,ma anche utilizzati perrubare l’identitàdella persona in cerca di lavoro o per aprire conti bancari, richiedere credito a suo nome. Un’altra truffa frequente punta aestorcere direttamente denaro alle vittime,chiedendo ai candidati che hanno superato la selezione di anticipare dei soldi con la promessa che saranno rimborsati. Questo tipo di strategia è appunto conosciuta come“truffa dell’acconto anticipato”. Per convincere le vittime, viene detto loro che il pagamento in anticipo è necessario per coprire costi legati all’assunzione come la formazione, controlli sulla fedina penale, spese di viaggio o visti o attrezzature, ma che, una volta iniziato il lavoro, l’intero importo sarà risarcito via assegno (scoperto). Ovviamente, una volta ricevuto il denaronon ci sarà più alcun contatto. Il problema degliannunci dilavorofalsi, in particolare quelli finalizzati all’estorsione di denaro, è particolarmente diffuso trastudenti e neolaureati:secondo la società di sicurezzaProofpoint, negli ultimi mesi una serie ditruffeha preso di mira gli studenti universitari statunitensi, per lo più offrendo posti di lavoro nei settori delle bioscienze, della sanità e della biotecnologia, contattandoli direttamente via email. Attraverso indirizzi di posta che imitavano organizzazioni autentiche, ifakerecruiters convincevano i candidati a pagare in anticipo le apparecchiature informatiche, fornendo loro un assegno falso che avrebbe dovuto coprire i costi. «Gli studenti potrebbero esserepiù aperti a lavori flessibili e remoti svolti esclusivamente tramite Internet, e gli studenti internazionali potrebbero non riconoscere segnali rivelatori di email fraudolente come le persone di madrelingua inglese», suggerisce Selena Larson, analista senior diThreat IntelligencediProofpoint. Il lato più pericoloso e oscuro delletruffe di lavoro online, però, è la “strategia della pesca (fishing)” per avvicinare le vittime die-trafficking.I criminali pubblicanofalsi annunci di lavoro sui social mediae su siti web affidabili o, addirittura, creanofalsi siti webdedicati agli annunci di lavoro, spesso con chat dal vivo con agenzie di lavoro finte. I trafficanti incoraggiano le potenziali vittime astabilire il primo contatto, catturandole nella rete della violenza e dello sfruttamento grazie alla promessa di un futuro migliore e a portata di click. Come proteggersi? Ecco alcuniaspetti a cui fare attenzionequando si valutanoannunci di lavorocondivisi su LinkedIn o altri portali di rectruiting e, soprattutto, quando si viene contattati direttamente in merito a un posto vacante: – il colloquio avviene via messaggi o chat online; – il messaggio contiene errori di ortografia o errori grammaticali; – i recruiters chiedono le tue informazioni personali o numeri di conto bancario; – per ottenere il lavoro devi inviare del denaro.